Sostenibilità ed economia circolare

GREEN DEAL, FINANZA SOSTENIBILE ED ECONOMIA CIRCOLARE

Il Green Deal europeo rappresenta la strategia della Commissione europea per attuare l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Infatti, con il Green Deal la Commissione pone la sostenibilità e il benessere dei cittadini al centro della politica economica, rendendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile il fulcro della definizione delle politiche e degli interventi dell’UE.

Gli obiettivi del Green Deal costituiscono una sfida che richiederà massicci investimenti pubblici e, soprattutto, una sempre maggiore allocazione dei capitali privati verso interventi a favore del clima e dell’ambiente, evitando allo stesso tempo la dipendenza da pratiche insostenibili.
L’Unione europea, come già evidenziato anche nel Piano d’azione per la finanza sostenibile del marzo 2018, vuole essere in prima linea nella creazione di un sistema finanziario coerente, che rappresenti un’opportunità per avviare stabilmente l’Europa su un nuovo percorso di crescita sostenibile e inclusiva.

L’economia circolare è un altro tema fortemente all’attenzione del dibattito sulle politiche di sviluppo, a livello europeo e nazionale, poiché rappresenta un nuovo modello di business orientato al miglioramento ambientale e alla riduzione della dipendenza da risorse e materie prime provenienti da Paesi extra-UE.

FINANZA SOSTENIBILE: IL SISTEMA FINANZIARIO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

L’Unione europea si propone di indirizzare gli investimenti pubblici e privati verso un’economia climaticamente neutra, resiliente, efficiente sotto il profilo delle risorse e giusta, considerando la finanza un pilastro per la realizzazione dei propri obiettivi di sviluppo sostenibile.
La finanza sostenibile pone le considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) al centro delle decisioni di investimento finanziario, con l’obiettivo di orientare le imprese verso investimenti di lungo periodo in attività economiche e progetti sostenibili. Il mondo finanziario, quindi, terrà sempre di più in considerazione fattori non finanziari all’interno del processo di valutazione e analisi dei rischi delle proprie strategie e decisioni d’investimento.
In altre parole, tutti gli obiettivi del Green Deal e del NextGenerationEU (in Italia attuato nel PNRR) saranno realizzati con l’allocazione di risorse erogate seguendo i criteri della finanza sostenibile.

Due sono le iniziative legislative dell’Unione europea di maggiore interesse per il settore chimico: il Regolamento 852/2020 sulla Tassonomia e la proposta di Direttiva 2022/2464 sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, nota con l’acronimo CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).

LA TASSONOMIA

La Tassonomia è strumento di classificazione delle attività economiche che trovano posto in un’economia priva d’impatti sull’ambiente, finalizzato ad aiutare investitori, aziende, emittenti di titoli e promotori di progetti verso la transizione ecologica.

La Tassonomia consente, quindi, di identificare le attività economiche, svolte entro determinati criteri tecnici stabiliti su base scientifica e contenuti in Atti Delegati dell’Unione europea. Questi criteri contribuiscono a conseguire sei obiettivi ambientali:
  1. mitigazione dei cambiamenti climatici;
  2. adattamento ai cambiamenti climatici;
  3. protezione delle acque e delle risorse marine;
  4. transizione verso l’economia circolare;
  5. prevenzione e controllo inquinamento;
  6. protezione della biodiversità e degli ecosistemi.
Va ricordato che un’attività economica è considerata sostenibile quando:
  • contribuisce sostanzialmente al raggiungimento di uno dei sei obiettivi ambientali;
  • non arreca danni significativi a ciascuno degli altri cinque obiettivi (principio DNSH – Do Not Significant Harm);
  • rispetta standard minimi di condizioni di lavoro (ILO – International Labour Organization).
Gli Atti Delegati contenenti i criteri relativi ai primi due obiettivi ambientali (mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici) sono già stati pubblicati ed è previsto l’obbligo di rendicontazione per le imprese rientranti nel campo di applicazione stabilito dagli stessi Atti Delegati, a partire dal 2022.

Il 13 giugno 2023, la Commissione europea ha pubblicato un nuovo Pacchetto sulla Finanza Sostenibile che include, fra le altre misure, la pubblicazione degli Atti Delegati sui quattro rimanenti obiettivi ambientali.
Nel Pacchetto sono inoltre ricompresi testi di modifica dei primi due atti delegati relativi alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Gli Atti Delegati previsti nel nuovo Pacchetto dovrebbero applicarsi a partire da gennaio 2024.

LA RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ

La CSRD estende il campo di applicazione della Direttiva 2014/95/UE sulla rendicontazione delle informazioni di carattere non finanziario (NFRD) sia nei contenuti della rendicontazione, sia in termini di imprese coinvolte, introducendo al contempo obblighi di trasparenza più dettagliati. Si stima che tra il 2025 e il 2029, circa 50.000 imprese operanti in Europa dovranno adempiere alla normativa e in particolare:
  • dal 1° gennaio 2025 (bilancio d’esercizio 2024), le imprese già soggette alla Direttiva NFRD;
  • dal 1° gennaio 2026 (bilancio d’esercizio 2025), le grandi imprese, ossia quelle che soddisfano due dei tre seguenti requisiti: “fatturato netto superiore a 40 milioni di euro; totale dello stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro; almeno 250 dipendenti”;
  • dal 1° gennaio 2027 (bilancio d’esercizio 2026), le PMI quotate, per le quali è previsto che la rendicontazione di sostenibilità possa essere predisposta sia prendendo in considerazione un numero ridotto di standard rispetto alle imprese di grandi dimensioni, sia usufruendo di un periodo di esenzione di due anni fino al 2029;
  • dal 1° gennaio 2029 (bilancio d’esercizio 2028), le imprese non europee, che realizzino all’interno dell’UE un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro e che abbiano almeno un'impresa figlia o una succursale nell'UE
Il reporting avverrà attraverso linee guida e standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS) stabiliti dalla Commissione europea, attraverso i quali le imprese dovranno raccogliere, rendicontare e divulgare regolarmente informazioni relative all’impatto sociale e ambientale e ai relativi rischi di sostenibilità a cui sono esposte. La Commissione ha recentemente adottato un primo pacchetto di 12 ESRS:
  • due standard trasversali, che riportano principi generali e strategici relativi alle modalità di rendicontazione;
  • cinque standard ambientali;
  • quattro standard sociali;
  • uno standard di governance.
Sono inoltre in previsione (giugno 2024) “Standard europei specifici di settore”, nonché un pacchetto di standard semplificati per le PMI e per le imprese extra-UE.

La rendicontazione di sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili, avverrà in formato elettronico e sarà parte integrante della Relazione di Gestione del Bilancio d’Esercizio. Le imprese saranno soggette a controlli e certificazioni indipendenti.

Novità assoluta introdotta dalla CSRD è il concetto di doppia materialità per l’individuazione degli impatti sociali, ambientali e di governance. In sostanza, l’impresa deve analizzare tutte le variabili in gioco non solo sotto l’aspetto dell’impatto sociale e ambientale effettivo e percepito dagli stakeholder, ma deve effettuare anche l’analisi della cosiddetta materialità finanziaria, ossia, considerare quando un impatto diventa rilevante per il mondo finanziario, in quanto può avere effetti (positivi e negativi) su parametri economici e finanziari in un orizzonte di breve, medio e lungo periodo.

In definitiva, la CSRD richiede alle imprese di illustrare il proprio sistema di governance sulle variabili ESG, la propria strategia e i propri obiettivi secondo una metrica definita per illustrare il proprio impatto attuale, ma anche quello futuro (ad esempio al 2030), individuando chiaramente rischi e opportunità di natura economica e finanziaria derivanti da quanto le proprie attività possano considerarsi più o meno sostenibili.

Federchimica sta mettendo a punto, anche attraverso la propria controllata Sc Sviluppo Chimica, un piano di supporto (informazione, linee guida applicative, formazione, coaching, consulenza) per le imprese associate che saranno impegnate nella sfida della compliance alla Direttiva.

ECONOMIA CIRCOLARE: LA NUOVA FRONTIERA DEI PRODOTTI SOSTENIBILI

Con il Piano d’azione sull’economia circolare, la Commissione europea, da marzo 2020, vuole favorire la transizione dell’UE verso modelli di produzione e consumo circolari, attraverso numerose iniziative legislative e di policy. In questo contesto il 30 marzo 2022 è stato pubblicato il primo “Pacchetto” sull’economia circolare (Rapporto L’industria chimica in Italia 2021-2022 pag. 32). Tra il novembre 2022 e il marzo 2023, la Commissione ha pubblicato il “Pacchetto Economia Circolare II”, contenente un’ulteriore serie di iniziative, tra le quali:
  • una proposta legislativa per comprovare le asserzioni ambientali sui prodotti;
  • la revisione dei criteri sul packaging e sui rifiuti da imballaggio nell’UE;
  • nuove misure per plastiche bio-based, biodegradabili e compostabili;
  • misure per ridurre l’inquinamento da microplastiche nell’ambiente;
  • aggiornamento sulle regole europee sulle emissioni industriali.
Si tratta di un quadro di riferimento particolarmente olistico che contempla numerose iniziative legislative, anche già trattate o che saranno illustrate in altri capitoli di questo rapporto.

PROGETTAZIONE ECOCOMPATIBILE E REGOLAMENTO ECODESIGN

In queste pagine un approfondimento è necessario per la proposta di revisione del Regolamento Ecodesign Sustainable Product Regulation - ESPR, attualmente in fase di trilogo fra le Istituzioni europee, che sostituirà la vecchia Direttiva Ecodesign, aumentandone il campo di applicazione (salvo qualche piccola eccezione, potenzialmente rappresentata da tutti i prodotti, inclusi componenti e intermedi). L’adozione finale del Regolamento Ufficiale è prevista tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Produttori, importatori o distributori potranno immettere sul mercato europeo prodotti solo se conformi alle specifiche di prestazione ambientale e agli obblighi informativi stabiliti dall’ESPR e dai successivi Atti Delegati e in possesso del passaporto digitale di prodotto (DPP - Digital Product Passport ). Le specifiche di progettazione eco-compatibile riguarderanno la sostenibilità ambientale a 360°, inclusa la presenza di sostanze preoccupanti in prodotti e processi, per le quali potrà essere prevista la restrizione per ragioni non legate alla chemical safety (il riferimento rimarrà la legislazione di prodotto), ma agli aspetti ambientali (es. per consentire il riciclo dei rifiuti).

Gli obblighi di informazione (es. tracciabilità delle sostanze preoccupanti) verranno soddisfatti anche attraverso l’introduzione del passaporto dei prodotti.

La Commissione intende realizzare, tramite Atti Delegati successivi, le specifiche di progettazione eco-compatibile. La Commissione europea ha posto in consultazione pubblica 12 prodotti finali (tessili e calzature, mobili, prodotti ceramici, pneumatici, detergenti, materassi da letto, lubrificanti, pitture e vernici, prodotti cosmetici, giocattoli, reti e attrezzi da pesca, prodotti igienici assorbenti) e sette prodotti intermedi (ghisa, ferro e acciaio, metalli non ferrosi, alluminio, sostanze chimiche, plastica e polimeri, carta, pasta da carta e cartone, vetro) adatti ad essere regolamentati per primi (Gruppi di Prodotti Prioritari) nell’ambito dell’ESPR.
Per quanto riguarda le sostanze chimiche si tratta principalmente di grandi volumi di prodotti di chimica di base organica e inorganica.

È, inoltre, prevista la revisione dei criteri di 33 prodotti per i quali esistono già i criteri definiti dalla vecchia normativa Ecodesign (principalmente apparecchiature elettriche ed elettroniche).

La proposta di Direttiva “sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali esplicite (Direttiva sulle asserzioni ambientali)”, presentata dalla Commissione europea lo scorso 22 marzo, introduce criteri comuni per:

  • evitare il greenwashing e le informazioni ambientali ingannevoli;
  • fornire ai consumatori informazioni chiare e di qualità per la scelta dei prodotti ambientalmente compatibili;
  • garantire che le imprese che utilizzano “affermazioni ambientali” per i loro prodotti e servizi lo facciano rispettando requisiti minimi comuni.

In particolare, la Direttiva intende:

  • assicurare che le affermazioni ambientali siano fondate su informazioni affidabili, comparabili e verificabili richiedendo una verifica basata su criteri stabiliti;
  • definire dei criteri per limitare la proliferazione delle etichette ambientali e per evitare la conseguente confusione dei consumatori;
  • garantire che le informazioni comprovanti le affermazioni ambientali siano pubbliche (insieme alle stesse asserzioni;
  • raggiungere la chiarezza sulle regole per le affermazioni ambientali nel mercato interno e per verificarle attraverso organismi di certificazione di terza parte accreditati;
  • definire regole chiare per gli Stati membri per implementare la sorveglianza e l’enforcement.

SUPPORTARE LE IMPRESE ASSOCIATE NELLA CORRETTA MISURAZIONE DELLA CIRCOLARITÀ DELLA PROPRIA ORGANIZZAZIONE

Una corretta misurazione della circolarità di organizzazioni, prodotti e servizi è fondamentale per generare dati significativi, omogenei e attendibili, utili per ottenere un effettivo miglioramento delle prestazioni, evitando fenomeni di greenwashing.
Nell’ottica di supportare le imprese in questo percorso, Federchimica, in collaborazione con Certiquality ed ERGO – Scuola Superiore Sant’Anna, ha sviluppato COACH, uno strumento per misurare e perseguire l’economia circolare, orientando l’attività economica in un’ottica di sostenibilità.

COACH consente di rendere i princìpi, le indicazioni e le linee guida dell’economia circolare operativi e applicabili all’interno delle organizzazioni aziendali e prevede l’allineamento a differenti modelli di misurazione della circolarità già realizzati o in via di sviluppo (UNI TS 2020 e ISO 59020).

COACH è stato testato grazie alla collaborazione di 14 imprese che lo hanno applicato in modo sperimentale. È stato, inoltre, anche realizzato COACH-Avisa, lo strumento personalizzato per le imprese del settore vernici, inchiostri, adesivi e sigillanti.

COACH si inserisce all’interno della strategia che la Federazione sta sviluppando per supportare le imprese associate nel percorso verso la circolarità: un piano che prevede anche attività di formazione, accompagnamento, coaching e networking.



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