Responsible Care l'impegno dell'industria chimica per lo sviluppo sostenibile

RESPONSIBLE CARE

Responsible Care® è il Programma mondiale volontario di promozione dello sviluppo sostenibile dell’industria chimica, secondo valori e comportamenti orientati alla sicurezza, alla salute e all’ambiente, nell’ambito più generale della responsabilità sociale d’impresa.

Nato in Canada nel 1984, il Programma è attualmente adottato da 70 Paesi nel mondo. Nel 1989 Cefic lo ha promosso in Europa, dove è oggi attuato da oltre 4.000 imprese chimiche.
Federchimica ha introdotto Responsible Care® in Italia nel 1992; ad oggi, come riportato nel 28° Rapporto annuale, vi aderiscono 173 imprese di grande, media e piccola dimensione, di proprietà nazionale ed estera.

Responsible Care® supporta le imprese aderenti nell’integrazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica nelle strategie aziendali, attraverso l’approccio del miglioramento continuo delle prestazioni e l’adozione di un sistema di gestione basato su due documenti di riferimento: il “Responsible Care® Management Framework” e il “Responsible Care® Self Assessment WebTool”, realizzati da Cefic e adottati da Federchimica a livello nazionale.

Il Tool (Tavola 12.1) è uno strumento informatico interattivo che permette di effettuare in maniera rapida e autonoma una valutazione del livello disostenibilità delle attività aziendali, che consiste in:

  • una serie di consigli utili per il miglioramento delle prestazioni aziendali sullo sviluppo sostenibile;
  • una valutazione rispetto a tutti i principali standard di certificazione (ISO 9001, ISO 14001, ISO 26000, ISO 45001, ISO 50001 ed EMAS) e rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) definiti dalle Nazioni Unite;
  • un’analisi comparativa anonima delle proprie prestazioni (benchmark) rispetto a tutte le imprese chimiche a livello europeo e nazionale.

self-assessment-tool
Nella Tavola 12.2 sono riportati i risultati delle valutazioni ottenute, attraverso il Tool, dalle imprese chimiche a livello europeo nel 2022. Come si può osservare, le imprese chimiche in Italia hanno superato il benchmark europeo in tutte le sei aree di valutazione del Responsible Care® Self Assessment. Dalla leadership aziendale al contributo alla sostenibilità, dalla salvaguardia delle persone e dell’ambiente, alla gestione dei prodotti chimici, e al coinvolgimento dei partner aziendali e degli stakeholder, l’industria chimica del nostro Paese dimostra il suo impegno nel perseguire lo sviluppo sostenibile.

Confronto sostenibilità nelle imprese chimica: Italia-estero



RISULTATI SIGNIFICATIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Il 28° Rapporto annuale Responsible Care® presenta i risultati ottenuti da 173 imprese (al 31.12.2021), con 453 unità locali (produttive e/o logistiche), 45.387 dipendenti e un fatturato aggregato di 34,8 miliardi di euro. Le imprese aderenti sono un campione molto significativo dell’ampio universo dell’industria chimica in Italia, di cui rappresentano il 62% del fatturato (Tavola 12.3).

Il 2021 è stato un anno caratterizzato da una significativa ripresa delle attività produttive, dopo che la pandemia e le relative restrizioni avevano negativamente impattato sull’intera economia nel corso del 2020.
I dati annualmente raccolti dimostrano l’eccellenza dell’industria chimica nelle tre dimensioni della sostenibilità e la sua capacità di risposta e resilienza a periodi di criticità.
Fatturato e rappresentatività del Programma Responsible Care® nel 2021

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Cambiamenti climatici, scarsità di risorse, produzione e gestione dei rifiuti, approvvigionamento idrico, perdita di biodiversità dell’ecosistema e utilizzo intensivo del suolo, sono temi di estrema rilevanza, che necessitano di essere affrontati, gestiti e risolti, anche attraverso il ripensamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, secondo le evidenze del progresso scientifico e tecnologico. L’industria chimica e le imprese aderenti a Responsible Care®, nella consapevolezza dei limiti ecologici del pianeta, sono impegnate da tempo nella riduzione degli impatti ambientali di processi e prodotti chimici, anche attraverso l’utilizzo efficiente, sostenibile e circolare delle risorse, e hanno ottenuto risultati estremamente significativi nel corso degli anni passati.

Lo confermano i dati relativi ad un ampio set di indicatori, che continuano a rispondere alle aspettative di miglioramento, indipendentemente dall’andamento dell’economia; infatti, le emissioni specifiche, calcolate a parità di livello di produzione e non influenzate dalla variabilità economica congiunturale, continuano a ridursi nel tempo rispecchiando, di conseguenza, la sempre maggiore efficienza dei processi produttivi.

L'EFFICIENZA NELL'USO DELLE RISORSE

“Fare di più con meno” è uno dei principi fondamentali del modello dell’economia circolare. L’utilizzo efficiente delle risorse da sempre contraddistingue l’operato delle imprese chimiche, che sono impegnate nell’utilizzo efficace di materie prime, di energia e di risorse idriche.
Se - da un lato - i risultati ottenuti dall’industria chimica fino ad oggi sono stati estremamente rilevanti, dall’altro le sfide ambiziose poste dalla transizione ecologica ed energetica richiedono impegno e determinazione per continuare a minimizzare il consumo di risorse.

L’utilizzo di fonti rinnovabili e di materie prime seconde, grazie anche allo sviluppo di nuove tecnologie, è in continua evoluzione ed è destinato ad aumentare in maniera significativa; tuttavia, il settore chimico, per le caratteristiche intrinseche dei suoi prodotti e per garantirne le proprietà funzionali, è ancora fortemente legato all’uso di materie prime vergini, siano esse di natura organica o inorganica.

La gestione efficiente delle risorse è, quindi, la prima leva attraverso la quale il settore chimico può perseguire livelli sempre più elevati di sostenibilità e circolarità.
La quantità di materia prima utilizzata è stata, infatti, costantemente ridotta, passando dai 10 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio) registrati nel 1990 ai 6,6 milioni di tep del 2020. Ancora più importante è la diminuzione dell’indice dei consumi specifici di circa il 24%, che dimostra un minore e significativo utilizzo di materia prima a parità di volumi prodotti.

I consumi energetici dell’industria chimica (Tavola 12.4) si sono ridotti del 50% rispetto al 1990, anche grazie ad un aumento dell’efficienza energetica del 44,1% rispetto al 2000. Un risultato quest’ultimo molto rilevante considerato che l’Unione europea si è posta come obiettivo a livello comunitario l’incremento dell’efficienza energetica del 32,5% entro il 2030.

L’industria chimica è fortemente impegnata nella gestione efficiente delle risorse idriche. Nel 2021 i prelievi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care® sono stati pari a 1.202 milioni di m3, con una riduzione di 227 milioni di m3 rispetto al 2020 e di oltre 900 milioni di m3 rispetto al 2005, primo anno per il quale è disponibile un dato significativo e attendibile.

L’acqua viene principalmente utilizzata dalle imprese chimiche per il raffreddamento degli impianti (87,5%) e, per la parte rimanente, per i processi produttivi, per i prodotti e per la pulizia dei siti.

La fonte principale di approvvigionamento è il mare (79%) che, insieme all’acqua di fiume (9,2% del totale), viene impiegata proprio per il raffreddamento degli impianti; questo utilizzo comporta un limitato impatto ambientale in quanto la parte di acqua che non evapora durante il processo di raffreddamento viene restituita ai corpi idrici.

L’acqua dolce (fiume, pozzo e acquedotto), la più pregiata e indispensabile per gli ecosistemi, con 256 milioni di m3 nel 2021 rappresenta solo il 21% dei prelievi di acqua delle imprese aderenti a Responsible Care®; la diminuzione annua dei prelievi di acqua dolce rispetto al 2005 è stata del 55%, pari a oltre 320 milioni di m3.

Il prelievo di acqua potabile rappresenta solo il 5,6% dell’acqua dolce (l’1,1% sul totale prelevato) e nel 2021 è stato di 14 milioni di m3, valore considerevolmente inferiore rispetto al 2005 (oltre 20 milioni di m3). I prelievi specifici di acqua (ossia calcolati a parità di produzione), si sono ridotti del 44,1% rispetto al 2005. Per l’acqua dolce la diminuzione è stata addirittura del 56,2%, una prova tangibile dell’attenzione delle imprese chimiche per la salvaguardia delle risorse idriche del pianeta.

Andamento dei consumi finali di energia e dell’efficienza energetica dell’industria chimica in Italia

GLI IMPATTI AMBIENTALI DELLA FASE DI PRODUZIONE

La riduzione degli impatti ambientali è un obiettivo prioritario dell’industria chimica e, in particolare, delle imprese aderenti a Responsible Care®: già alla sottoscrizione dei principi guida del Programma, esse dichiarano il proprio impegno a ridurre le emissioni di processo in acqua ed atmosfera e a minimizzare la produzione dei rifiuti garantendone il corretto smaltimento.

Un dato che non passa inosservato è relativo alle emissioni dirette (“scope1”) di gas serra, per cui l’industria chimica si è dimostrata particolarmente efficiente (–64% rispetto al 1990) e già in linea con gli obiettivi comunitari per il 2030 (–55%) (Tavola 12.5).

Emissioni di gas serra dell’industria chimica in Italia e confronto con gli obiettivi UE
Questo importante risultato ottenuto dall’industria chimica è significativamente correlato a una sempre maggiore efficienza produttiva, come dimostra l’indice delle emissioni specifiche, calcolato a parità di produzione, che si è ridotto del 61,8% rispetto al 1990.

I miglioramenti ottenuti nella riduzione delle emissioni dirette dal 1990 riguardano fondamentalmente due gas: l’anidride carbonica derivante dai processi di combustione (–58.3%), e il protossido di azoto, che ha registrato una notevole riduzione (–96,9%).
Per il primo gas la riduzione è stata possibile principalmente grazie all’incremento dell’efficienza dei processi di combustione e al miglioramento del mix di combustibili negli usi energetici, mentre le emissioni di protossido di azoto sono diminuite in maniera significativa a partire dal 2005 grazie ai miglioramenti tecnologici e di processo.

Le emissioni indirette (“scope 2”), invece, sono associate all’utilizzo di elettricità, calore o vapore acquistati, per alimentare processi produttivi e utenze. Nell’industria chimica, negli ultimi 30 anni, si sono ridotte del 61%.
Considerando la totalità delle emissioni (scope 1 e scope 2) l’industria chimica ha ridotto il proprio impatto sui cambiamenti climatici del 65% rispetto al 1990 (Tavola 12.6).
Emissioni dirette (scope 1) e indirette (scope 2) nell’industria chimica in Italia
Le imprese aderenti a Responsible Care® hanno ridotto le emissioni del 71% e sono l’eccellenza del settore chimico.

Le altre emissioni in atmosfera sono state ridotte dalle imprese aderenti a Responsible Care®, rispetto al 1989, di valori compresi tra il 94% e il 99% a seconda dei parametri presi in considerazione. Questi risultati sono stati possibili grazie alle innovazioni di processo, alle nuove tecnologie e ai sistemi di abbattimento degli impianti chimici.

Le imprese aderenti a Responsible Care® sono anche molto attente alla qualità dei corpi idrici in cui immettono le proprie acque di scarico e sono impegnate a minimizzare la quantità di sostanze inquinanti in esse contenute, attraverso miglioramenti di processo e di prodotto, nonché l’introduzione di nuove tecnologie per il loro abbattimento. Questo impegno, congiuntamente con altre iniziative, ha permesso di migliorare gli impatti sulla biodiversità dei corsi d‘acqua dolce e del mare. Infatti, i principali parametri presi in considerazione nel 2021 presentano valori inferiori rispetto al 1989: dal -42% del fosforo (P) al -79% della domanda chimica di ossigeno (COD) (Tavola 12.7).

Riduzioni dei principali indicatori di emissione negli scarichi idrici e in atmosfera delle imprese aderenti a Responsible Care® (1989-2021)
Il modello dell’economia circolare indirizza inoltre le imprese verso una corretta gestione del proprio ciclo dei rifiuti orientato principalmente alla prevenzione della loro produzione, quindi al riuso, al riciclo e solo, in ultima ratio, allo smaltimento in discarica. Le imprese aderenti a Responsible Care® perseguono questo modello ponendo, in primo luogo, particolare attenzione a prevenire la produzione dei rifiuti.

La quantità totale dei rifiuti prodotti dalle imprese aderenti a Responsible Care® nel 2021 è stata 1,2 milioni di tonnellate (di cui circa un terzo sono rifiuti pericolosi), in riduzione del 3,4% rispetto al 2020. Un’ulteriore testimonianza dell’attenzione riposta dalle imprese chimiche per contribuire a creare un’economia circolare che tenda a riutilizzare il rifiuto o a trasformarlo in nuova risorsa, la si può dedurre dalla destinazione dei rifiuti prodotti: il riciclo con il 29% è la prima modalità di smaltimento (Tavola 12.8).
La gestione dei rifiuti da parte delle imprese aderenti a Responsible Care
Il resto dei rifiuti viene smaltito attraverso la discarica (25,4%), il ripristino ambientale (17,1%), il trattamento chimico, fisico o biologico (12,4%), inviato a incenerimento (11,7%) e destinato ad altri trattamenti (4,4%).
Più nel dettaglio si può osservare che la quantità percentuale di rifiuti prodotti avviati a riciclo da parte delle imprese aderenti a Responsible Care® è aumentata di 6 punti rispetto al 2015; ancora più significativo è il dato relativo ai rifiuti pericolosi avviati a riciclo, che passano dal 32,4% del 2015 al 38,2% del 2021, un dato particolarmente importante che evidenzia l’impegno delle imprese chimiche a garantire la migliore destinazione di smaltimento dei propri rifiuti a maggiore pericolosità.



LA SOSTENIBILITÀ SOCIALE

Sicurezza e salute sono il primo impegno delle imprese chimiche, sempre più attente a garantire un eccellente livello di benessere sui luoghi di lavoro. L’incidenza degli infortuni nell’industria chimica è inferiore del 41% rispetto alla media manifatturiera. Le imprese aderenti a Responsible Care® sono l’eccellenza dell’industria chimica.

Nel dettaglio, l’andamento dell’indice degli infortuni dell’industria chimica mostra una riduzione del 40% nel 2021 rispetto al 2010.
Il 2021 registra, rispetto al 2020, un aumento fisiologico del fenomeno infortunistico dovuto alla ripresa dell’economia e delle attività produttive. Il dato positivo è che l’indice di frequenza degli infortuni si è attestato a un valore inferiore dell’11,9% rispetto al 2019.
Ciò fa suppore che la sensibilizzazione dei dipendenti verso atteggiamenti sicuri e responsabili e alcune buone pratiche introdotte durante la pandemia (es. la riorganizzazione delle modalità e degli ambienti di lavoro) continuano a generare effetti positivi sul fenomeno infortunistico (Tavola 12.9).
Indice di frequenza degli infortuni nelle imprese aderenti a Responsible Care®,

LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

La nuova strategia europea del Green Deal si pone l’obiettivo di un’economia sostenibile e neutra sotto il profilo delle emissioni di carbonio. Per tramutare la transizione ecologica in un’occasione di sviluppo inclusivo e duraturo, è fondamentale mantenere un approccio attento a tutte e tre le componenti della sostenibilità. Senza crescita economica, infatti, non si creano posti di lavoro e non si generano le risorse necessarie per una tutela sempre più efficace della salute e dell’ambiente.

Per ottenere i risultati in termini di sostenibilità ambientale e sociale fin qui illustrati è stato quindi necessario l’impiego di ingenti risorse finanziare e professionali. Oltre 720 milioni di euro sono stati spesi per sicurezza, salute e ambiente dalle imprese aderenti a Responsible Care® nel 2021 (+3,6% rispetto al 2020).

L’industria chimica ha, inoltre, un impatto in tutte le filiere economiche: i prodotti chimici trovano impiego dall’industria, all’agricoltura, ai servizi, ai consumi delle famiglie, e contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale di chi li utilizza, siano essi imprese industriali, utilizzatori professionali o consumatori.

Al valore sociale della competitività viene riconosciuto un sempre maggiore rilievo al fine di affrontare con successo la grande sfida dell’economia circolare. In questo contesto la presenza di un settore industriale forte e competitivo è imprescindibile.

L’industria chimica si distingue, dunque, per la grande sensibilità sulle tematiche ambientali, investendo sempre più in processi e prodotti che possono ridurre l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita, con l’obiettivo ultimo di preservare il pianeta per le future generazioni.

Dietro al tema della sostenibilità c’è sicuramente un grande lavoro: in particolare, grazie all’approccio del Programma Responsible Care®, l’industria chimica sta dimostrando con risultati eccellenti il proprio contributo allo sviluppo sostenibile.

Dove siamo

Sede

20149 Milano
Via Giovanni da Procida, 11

UFFICI ROMA

00186 Roma
Largo Arenula, 34

UFFICI BRUXELLES

1040 Bruxelles
1, Avenue de la Joyeuse Entrée, Bte 1