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L'INDUSTRIA CHIMICA IN CIFRE

Dati e analisi per conoscere meglio l'industria chimica

L'obiettivo è rendere disponibili, in modo semplice, le informazioni necessarie per la comprensione delle problematiche dell'industria chimica, del suo ruolo e dei suoi trend evolutivi nel mondo e in Italia. Ogni sezione tratta un argomento specifico accompagnando al testo alcune tavole.

Orientamento ai mercati esteri sempre più diffuso e diversificato


L’industria chimica mostra una propensione all’export elevata e crescente: la quota di export su fatturato è cresciuta di 26 punti percentuali negli ultimi 20 anni, raggiungendo il 62% nel 2024.

La chimica, insieme a farmaceutica e meccanica, è tra i settori industriali italiani con la più elevata incidenza di imprese esportatrici (48% a fronte di una media manifatturiera del 17%). Con oltre 40 miliardi di esportazioni nel 2024, il settore chimico equivale al 7% di tutto il commercio in uscita della manifattura italiana rappresentando una certezza di qualità dei beni italiani a livello internazionale.



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Le imprese multinazionali contribuiscono in misura determinante all’export del settore chimico in Italia. In particolare, i Gruppi a controllo estero rivestono una quota del 45% e quelli a controllo italiano contribuiscono per un ulteriore 35%. La restante parte (20%) riguarda imprese indipendenti e Gruppi domestici italiani.



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I mercati di destinazione più importanti dell’export chimico rimangono quelli avanzati dell’Europa occidentale (Germania, Francia, Spagna) e gli USA che, negli ultimi 5 anni, si sono distinti per un particolare dinamismo.  

Tra i Paesi emergenti, presentano le quote più elevate Polonia, Turchia e Cina.

Anche l’import proviene prevalentemente da altri Paesi europei, Germania in primis. Tuttavia, in seguito alla crisi energetica, la Cina si è affermata quale secondo Paese fornitore passando da una quota del 5% nel 2019 a quasi il 16% nel 2024. Ciò dimostra come condizioni di competitività penalizzanti per la chimica, italiana ed europea, comportino non solo una grave perdita dal punto di vista economico-sociale, ma anche un arretramento in termini di tutela ambientale in quanto si traducono in maggiori importazioni da Paesi a basso costo, caratterizzati da standard inferiori e minori garanzie.

Come conseguenza del conflitto in Ucraina e delle sanzioni che hanno colpito anche prodotti chimici, la quota di esportazioni verso la Russia è quasi dimezzata (dal 2% nel 2021 all’1,2% nel 2024). L’incidenza del mercato russo, pur essendo nel complesso limitata, risultava più significativa per alcuni prodotti quali vernici e adesivi. In termini di import, la maggiore rilevanza si riscontrava nell’ambito dei fertilizzanti.

 


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