La quota di addetti impiegati nelle filiali estere dalle imprese a capitale italiano raggiunge il 32% a fronte del 19% nel totale dell’industria manifatturiera, un risultato non trascurabile se si pensa alla complessità sul piano tecnologico, normativo e organizzativo di aprire e gestire un impianto chimico all’estero.
Tale complessità spiega la dimensione media delle imprese chimiche a controllo nazionale residenti all’estero, che risulta pari a circa 72 addetti, di molto superiore alla dimensione media delle imprese di settore in Italia pari a 27 addetti. 
La principale area di destinazione degli investimenti diretti esteri sono i Paesi europei (57% in termini di addetti), ma le aziende investono anche al di fuori del continente, in particolare in Asia (17%), Nord e Sud America (rispettivamente 9% e 14%).
 Rilevante è la presenza negli Stati Uniti: la quota sugli addetti delle imprese chimiche a capitale italiano nelle filiali statunitensi è pari al 7% rispetto al 2% nell’industria.