La chimica e i suoi settori

CHIMICA ORGANICA E INORGANICA DI BASE E TENSOATTIVI

Nel 2024 l’industria della chimica di base ha operato in un contesto globale particolarmente instabile, segnato da sfide economiche, geopolitiche e ambientali.

Il settore ha dovuto affrontare l’alto costo dell’energia, la concorrenza aggressiva da parte di Paesi come Cina e India e una domanda debole in comparti chiave come automotive e costruzioni. A monte, i prezzi del petrolio sono rimasti relativamente stabili, con oscillazioni legate alle tensioni geopolitiche e alla variabilità della domanda globale.

Per la chimica organica di base, la situazione degli intermedi principali in Europa – etilene, propilene e butadiene – ha rispecchiato lo scenario internazionale.

La capacità produttiva globale di etilene è cresciuta, sostenuta da nuovi impianti in Asia e Medio Oriente, mentre l’Europa ha continuato a soffrire a causa dei costi energetici elevati e si è assistito ad una progressiva riduzione delle capacità installate.

La domanda di propilene è aumentata leggermente, limitata da settori applicativi deboli e da importazioni cinesi a basso costo.

Il mercato del butadiene, più equilibrato, ha beneficiato della domanda nel settore delle gomme sintetiche, anche se l’automotive europeo ha proseguito la propria tendenza negativa.

Per queste produzioni, in prospettiva, le tecnologie bio-based, in fase di sviluppo, rappresentano un’opportunità per la sostenibilità e la competitività futura.

La chimica inorganica di base in Italia nel 2024 ha risentito di una domanda molto debole, con produzioni domestiche in relativa stabilità.

L’acido cloridrico, ad esempio, ha registrato un aumento dell’offerta, sostenuta da produzioni stabili e da un incremento dell’import, ma non supportata da un analogo incremento della domanda, il che ha comportato un crollo dei prezzi, ai minimi degli ultimi dieci anni.

L’ipoclorito di sodio, al contrario, ha mostrato una relativa stabilità.

L’andamento dei prezzi della soda caustica è stato caratterizzato da una persistente debolezza per gran parte dell’anno, con una ripresa solo parziale, dovuta a criticità nella catena di approvvigionamento.

Anche il mercato dell’acido solforico ha sofferto per la scarsa domanda e la limitata disponibilità. I principali settori utilizzatori – automotive, tessile, ceramica e chimica – hanno ridotto i consumi, ancorché da agosto 2024 si sia osservata una ripresa graduale. L’export ha registrato segnali positivi verso Sudamerica e Nord Africa. I prezzi dello zolfo, inizialmente in calo, sono risaliti da settembre, tendenza che si è confermata anche nel 2025.

Nel comparto dei carbonati, il carbonato di sodio ha iniziato il 2024 in crescita, per poi calare, a causa della contrazione nei settori alimentare, edilizio e automobilistico. Il bicarbonato di sodio ha mantenuto livelli stabili, con buone prospettive in ambito agroalimentare e ambientale. La produzione di cloruro di calcio ha sofferto per problemi tecnici d’impianto e relative manutenzioni, mentre il perossido d’idrogeno ha mantenuto produzioni stabili in un contesto di mercato difficile.

I tensioattivi si caratterizzano, infine, per una sostanziale stabilità nel 2024 e per una moderata crescita nel corso del 2025.

L’ATTIVITÀ DELL'ASSOCIAZIONE

Assobase ha proseguito il proprio impegno sui temi strategici della chimica di base, monitorando le principali iniziative normative europee, come il pacchetto sull’Economia Circolare e la Chemical Strategy for Sustainability, che definiscono la nuova visione continentale sulla gestione sostenibile dei prodotti chimici.

La questione energetica ha continuato a occupare un ruolo centrale nell’agenda associativa.

In collaborazione con la Direzione Tecnico-Scientifica di Federchimica, Assobase è attiva sulle tematiche più rilevanti per il settore: la dipendenza da feedstock critici, le questioni logistiche e l’andamento della bilancia commerciale, nel delicato quadro geopolitico.

Nell’ambito del fondamentale tema della sicurezza prodotti, l’Associazione segue inoltre i lavori sul recepimento della direttiva UE per la regolamentazione delle acque destinate al consumo umano, mantenendo un dialogo attivo con le Istituzioni italiane ed europee, e i dossier relativi alle principali sostanze in via di regolamentazione.

Si segnala a riguardo che nel 2025, con propria sentenza, la Corte di Giustizia UE ha eliminato la classificazione del biossido di titanio come cancerogeno.

Assobase ha inoltre rafforzato le attività di comunicazione, in particolare rivolte al mondo della scuola e alla diffusione della cultura chimica tra i giovani.

Tra le iniziative più rilevanti si confermano il Premio Nazionale Giovani – sezione chimica di base – e il sostegno ai Giochi della Chimica, promossi dalla Società Chimica Italiana. Tali progetti mirano a contrastare stereotipi sulla chimica e a sensibilizzare studenti e famiglie sull’importanza della disciplina per lo sviluppo sostenibile.

Assobase



MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE

In Italia, nel 2024, il consumo totale di materie plastiche vergini da parte dei trasformatori ha registrato un lieve incremento (+0,3%) rispetto all’anno precedente. Ciò si deve a molteplici fattori, tra cui: l’inflazione, tornata a salire tra fine 2024 e inizio 2025; il livello elevato dei costi energetici (tuttavia in calo a partire da aprile 2025); le tensioni commerciali con gli Stati Uniti; il protrarsi del conflitto in Ucraina; il rallentamento della produzione industriale in Europa, in particolare in Germania; e, nella parte finale dell’anno, l’acuirsi della crisi in Medio Oriente, con ricadute economiche e commerciali a livello regionale.

Nel corso del 2024 la domanda di polimeri ha registrato una contrazione generale, ma non uniforme tra i settori applicativi, in particolare nel primo semestre. Il comparto dell’edilizia ha evidenziato segnali di forte rallentamento, mentre il settore dell’imballaggio ha mostrato timidi segnali di ripresa. In controtendenza, l’impiego di materiali riciclati è rimasto in crescita (+5,3%).

Per quanto riguarda la bilancia commerciale, nel 2024, nonostante la crescita dell’export, si è registrato un deficit del saldo commerciale (-230 kton) dovuto ad un marcato incremento dell’import (+535 kton) e questa dinamica si è confermata anche in avvio 2025.

Il 2025 è iniziato in un generale clima di incertezza, con uno scenario di mercato di difficile gestione, a causa delle complesse dinamiche geopolitiche e macroeconomiche correnti, non ultima la questione daziaria a livello globale.

Nei primi mesi dell’anno, la produzione di materie plastiche è risultata in negativo (-2,7%) con un andamento peraltro analogo a quello dei principali paesi europei (Spagna -1,9%; Germania -4%); unica eccezione, la Francia, sostanzialmente stabile.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’Associazione dedica grande attenzione ai temi della sostenibilità e circolarità.

A livello europeo, nel prosieguo della storica collaborazione con PlasticsEurope, l’Associazione aderisce al documento programmatico “Plastic Transition Roadmap”, che definisce le direttrici strategiche dell’industria europea delle plastiche per il raggiungimento di obiettivi ambientali ambiziosi, attraverso l’adozione di soluzioni tecnologiche disponibili e con il necessario supporto delle istituzioni.

In ambito nazionale prosegue, con il supporto di Confindustria, il dialogo con le Istituzioni italiane, con l’obiettivo di posizionare l’industria delle materie plastiche quale attore centrale nel dibattito istituzionale. A tale percorso si affianca il contributo del Rapporto Strategico “L’industria della Plastica in Italia. Strategia e Linee di Azione per supportare Competitività e Circolarità”, elaborato dai principali attori della filiera con la collaborazione di TEHA Group.

Lo studio, promosso da PlasticsEurope Italia e sostenuto da associazioni, consorzi e aziende, analizza le principali variabili economiche del comparto, il contesto normativo, le dinamiche di mercato e gli scenari evolutivi, proponendo policy e linee d’azione per rafforzare la competitività e la sostenibilità della plastica in Italia.

L’Associazione, con il supporto delle competenti Direzioni Centrali di Federchimica, continua la propria attività di advocacy in Europa e in Italia su diversi temi normativi. Ad esempio: il Pellet Loss Regulation, l’End of Life Vehicle, il Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggio (PPWR), etc.

Più in generale, l’Associazione supporta la sostenibilità economica e la competitività del settore, promuovendo l’adozione di soluzioni in grado di accelerare la transizione verso un modello di economia circolare, come lo sviluppo delle tecnologie di riciclo meccanico e chimico, tema di rilievo in primis a livello normativo e, quindi, industriale.

L’Associazione crede fortemente nella relazione tra industria, mondo accademico e ricerca. Nel corso dell’anno si è intensificata la collaborazione con importanti atenei, in particolare l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Politecnico di Milano.

È proseguita anche la collaborazione con l’Istituto Italiano dell’Imballaggio, per l’organizzazione congiunta di conferenze dedicate al mondo degli imballaggi in plastica, e con la Società Chimica Italiana (SCI), sia nell’ambito dei Giochi della Chimica – iniziativa rivolta agli studenti della scuola secondaria di primo grado per avvicinarli alla chimica – sia con il Premio Nazionale Giovani, sezione “Plastica e chimica di base”, volto a sensibilizzare studenti e docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado sui benefici delle materie plastiche, il loro corretto utilizzo e la gestione del loro fine vita.

Nel 2025, infine, si ricorda il contributo che l’Associazione ha fornito, per il tramite di Federchimica, al progetto “Scienze Live”, promosso da Rizzoli-Mondadori, che si sostanzia in un video divulgativo, indirizzato al mondo della docenza e di forte impatto comunicativo.

PlasticsEurope Italia



CHIMICA DA BIOMASSA

IL SETTORE

La chimica da biomassa è un settore dedicato alla trasformazione di materiali organici rinnovabili — come piante, residui agricoli e rifiuti organici — in prodotti chimici, combustibili e materiali utili. Essa rappresenta una componente chiave della bioeconomia, un pilastro della sostenibilità che mira a sostituire le risorse fossili con materie prime rinnovabili, contribuendo così alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi industriali.

Le fonti di biomassa più comuni includono zuccheri, amidi, oli vegetali, legno e fibre naturali. Negli ultimi anni si è intensificato l’interesse verso lo sfruttamento di scarti e sottoprodotti dell’industria agroalimentare, oltre al recupero dei rifiuti organici urbani (frazione umida), con la valorizzazione di risorse altrimenti inutilizzate.

L’impiego delle biomasse in ambito chimico non è una novità: esiste infatti una tradizione consolidata basata sulla lavorazione di amidi, oli vegetali, grassi animali e sottoprodotti della vinificazione, come i tartrati. Queste industrie, spesso ben radicate nei territori, costituiscono esempi riusciti di integrazione tra filiere agricole e attività chimiche.

Accanto a queste produzioni storiche si stanno affermando nuove realtà che utilizzano biotecnologie avanzate per convertire biomasse in sostanze chimiche rinnovabili analoghe a quelle fossili, impiegate in moltissimi prodotti di uso quotidiano. Questo approccio apre scenari promettenti in chiave di sviluppo sostenibile, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra. 

Tra i principali prodotti ottenuti dalla chimica da biomassa si annoverano:

  • biocarburanti quali bioetanolo, biotere, biodiesel, HVO (olio vegetale idrotrattato) e biogas, utilizzati in miscela con carburanti fossili per ridurre le emissioni climalteranti;
  • prodotti oleochimici quali glicerolo, acidi grassi, esteri, saponi metallici, monogliceridi, impiegati in settori come cosmetica, farmaceutica, alimentare, plastica e gomma;
  • intermedi chimici bio-based, ovvero sostanze che possono sostituire i corrispettivi di origine fossile in numerose applicazioni industriali;
  • materiali biodegradabili come bioplastiche compostabili e fibre naturali, utilizzati in tessuti, imballaggi e materiali da costruzione.

In Italia, accanto alle industrie tradizionali, operano aziende con un forte orientamento all’innovazione tecnologica: sia piccole imprese dinamiche, sia grandi realtà in grado di competere a livello internazionale, offrendo soluzioni di frontiera, opportunità per rilanciare aree industriali in crisi e integrazione tra filiere agricole e industriali.

Il Green Deal europeo e gli obiettivi di transizione ecologica assegnano alla chimica da biomassa un ruolo strategico per il raggiungimento dei target ambientali. Tuttavia, la piena realizzazione di questo potenziale dipende dalla disponibilità di biomasse, che potrebbe rappresentare un fattore limitante.

Per superare questo ostacolo, è fondamentale che i settori produttivi coinvolti – agricoltura, agroindustria, raccolta differenziata – si configurino sempre più come partner strategici dell’industria bio-based.

Inoltre, per valorizzare appieno le risorse disponibili, è necessario adottare una logica di sfruttamento a cascata: utilizzare le biomasse per produrre innanzitutto intermedi chimici ad alto valore aggiunto e impiegare i residui di questi processi per ottenere biocarburanti di seconda generazione, promuovendo un modello di economia circolare integrata. 

Aispec



FERTILIZZANTI

IL SETTORE

La crisi russo-ucraina negli ultimi anni ha avuto un impatto significativo sul settore dei fertilizzanti in considerazione del ruolo chiave della Federazione Russa nella fornitura di importanti materie prime (gas naturale, fosforo e potassio). La recente imposizione di nuovi dazi sui fertilizzanti provenienti da Russia e Bielorussia da parte dell’Unione Europea potrebbe inoltre aggiungere elementi di ulteriore incertezza circa la produzione di fertilizzanti, con possibili riflessi nel mercato italiano.

Tuttavia, grazie alla resilienza ed alla capacità di adattamento del settore industriale nazionale, la produzione di fertilizzanti ha mostrato segnali di recupero rispetto agli anni precedenti; secondo le indagini di Assofertilizzanti, infatti, nel 2024 le vendite al consumo di concimi totali in Italia si sono attestate intorno a 2,4 milioni di tonnellate avvicinandosi ai livelli passati. I fertilizzanti utilizzabili in agricoltura biologica hanno registrato un incremento del 4,8% delle vendite rispetto al 2023 (136.025 tonnellate).

In considerazione dell’importanza strategica del settore per la produttività agricola europea, la Commissione europea ha dedicato diverse iniziative nell’ambito del documento “Vision EU for Agriculture and Food” pubblicato a febbraio 2025; tra queste, la principale azione che l’Autorità intende promuovere è quella di incentivare ulteriormente la produzione di fertilizzanti in un’ottica di economia circolare e di nuova bioeconomia europea. In questo senso, a fine 2024 il Comitato di Normazione Europea (CEN) ha terminato i lavori di redazione degli standard riferiti a una delle tipologie più innovative del settore: i biostimolanti. Tali metodi sono in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’UE, che ne certificherà l’ingresso nella normativa. Parallelamente continuano i lavori per la redazione degli standard riferiti alle altre tipologie di prodotti la cui pubblicazione è prevista per il 2027/2028.

Questi obiettivi si conciliano con quanto già promosso dal Regolamento UE 2019/1009, ossia la normativa europea sui fertilizzanti. La norma concede la possibilità di applicare il marchio CE a numerosi prodotti prima esclusivamente disciplinati da normative nazionali che rispondono ad elevati requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia. Il Regolamento, dunque, sancisce le disposizioni che garantiscono la libera circolazione dei prodotti fertilizzanti nel mercato europeo affrontando in tal senso sia le sfide della ripresa economica dovute alle ultime crisi globali, sia quelle ambientali di riduzione delle emissioni e promuovendo al contempo la produzione di fertilizzanti da materie prime seconde. L’ottenimento del marchio CE da parte dei fabbricanti di fertilizzanti è subordinato alla capacità di garantire la conformità dei prodotti alle prescrizioni della norma europea; a tal fine, la Commissione Europea ha incaricato il CEN, che redigerà le norme armonizzate necessarie per la valutazione dei fertilizzanti a marchio CE grazie al supporto degli esperti di ciascuna delegazione nazionale (per l’Italia, UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica, Ente federato ad UNI). 

A livello nazionale, invece, la Commissione europea ha richiesto di adeguare la normativa nazionale sui fertilizzanti (D.lgs. 75/2010) ai principi del sopracitato Regolamento europeo. Sul punto, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) sta coordinando le attività di revisione della norma negli opportuni tavoli di lavoro.

Sempre in ambito tecnico-normativo, si specifica che all’1 gennaio 2026 il Regolamento CBAM (meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere), attualmente oggetto di una consultazione da parte della Commissione europea per una potenziale inclusione futura nella normativa di semilavorati e prodotti finiti, richiederà la rendicontazione annuale delle emissioni incorporate nei prodotti importati ed introducendo l'obbligo di acquistare certificati CBAM per coprire tali emissioni. La norma mira a prevenire il fenomeno del carbon leakage, ovvero la delocalizzazione della produzione in paesi terzi con normative ambientali meno rigorose, estendendo il sistema di regolamentazione del carbonio lungo l'intera catena di approvvigionamento.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’Associazione è da sempre in prima linea per promuovere il progresso scientifico e tecnologico nel settore dei fertilizzanti, favorendo la ricerca, la produzione e la commercializzazione di prodotti sicuri ed efficaci per tutelare il consumatore e l'ambiente. L'Associazione è attiva anche a mantenere un dialogo aperto e trasparente con l'opinione pubblica, a collaborare con gli stakeholder ed a vigilare sul comportamento etico delle imprese associate, anche attraverso il Progetto Qualità.

Continua infatti l'impegno di Assofertilizzanti per il Progetto Qualità, avviato nel 2011 grazie ad un Accordo di Programma con l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF). Il Progetto è volto al conferimento del Marchio di Qualità Assofertilizzanti, alle imprese che dimostrino un impegno concreto nello sviluppo di prodotti caratterizzati da elevati standard di qualità e sicurezza. È un marchio che certifica qualità, sicurezza e sostenibilità dei fertilizzanti, identificato da un logo apposto su prodotti e documenti che viene attribuito a seguito di controlli annuali rigorosi, verifiche di laboratori e possesso di specifiche certificazioni di prodotto o di sistema da parte delle aziende. Nell’ultimo periodo ha attivato specifiche interlocuzioni con tutti gli attori del comparto al fine di far conoscere ulteriormente il Marchio e farne comprendere l’utilità e i vantaggi.

Si intensificano, inoltre, il supporto, la tutela e il monitoraggio nei confronti delle nuove normative comunitarie in materia ambientale. Recentemente, infatti, nell’ambito del nuovo Piano nazionale per il miglioramento della qualità dell'aria, che recepisce gli obblighi della Direttiva (UE) 2024/2881, il Governo italiano ha proposto una limitazione dell'uso dell'urea, con un divieto a partire dal 1 gennaio 2028 nelle aree agricole più rilevanti per la produzione nazionale, ovvero il Bacino Padano.

Il settore agricolo e le industrie di fertilizzanti hanno tuttavia manifestato forti preoccupazioni, evidenziando il rischio di un impatto negativo su produttività e competitività delle aziende nonostante siano state sviluppate soluzioni tecnologiche, applicabili all’urea, in grado di rispondere appieno alle sfide ambientali. Assofertilizzanti continuerà il dialogo con le Istituzioni coinvolte al fine di introdurre misure che non penalizzino il settore agricolo, la cui produttività rischia di essere gravemente compromessa per la mancanza di una commodity indispensabile utilizzata a livello globale.

Sul tema CBAM, al fine di agevolarne una corretta interpretazione e successiva applicazione, sono stati organizzati diversi incontri tecnici ed un nuovo workshop riservato alle Imprese associate per supportarle nell'adeguamento ai nuovi obblighi imposti dalla normativa.

Proseguono anche i lavori per la tutela di alcuni prodotti rilevanti per il mercato italiano, tra cui quelli provenienti dal recupero degli scarti dell’industria conciaria italiana. Visto il ruolo preponderante di tale industria nel mondo, infatti, rivestono particolare importanza i concimi derivati dalla concia delle pelli, in particolare sotto forma di biostimolanti o concimi, ottenuti dalla trasformazione degli scarti derivanti dalla lavorazione del cuoio. Questi prodotti, attraverso processi di idrolisi, rilasciano amminoacidi e nutrienti, migliorando la salute e la crescita delle piante e rappresentano un lampante esempio di economia circolare.  Tuttavia, sono in fase di elaborazione alcuni emendamenti al Regolamento (UE) 2019/1009 che impedirebbero il recupero ed il successivo riutilizzo delle pelli, nonostante le norme nazionali in materia di fertilizzanti e quelle sanitarie sui sottoprodotti di origine animale abbiano da sempre assicurato elevati livelli di sicurezza. Alla luce delle evidenze scientifiche, l’Associazione è al lavoro per comprendere la posizione della Commissione su tale proposta che comprometterebbe due settori strategici (concia e fertilizzanti) impegnati in rigorose pratiche di sicurezza e sostenibilità ambientale.

Infine, l’Assofertilizzanti ha recentemente avviato alcune attività di approfondimento riguardo le applicazioni delle nanotecnologie in agricoltura, in particolare il loro utilizzo per la produzione di fertilizzanti. Si tratta di potenziali prodotti innovativi che utilizzano particelle di dimensioni nanometriche per migliorare l'efficienza della nutrizione delle piante, favorendo da un lato l’assorbimento dei nutrienti e dall’altro riducendone le dispersioni.

Assofertilizzanti



AGROFARMACI

IL SETTORE

Le Imprese associate nel 2024 hanno registrato un fatturato in linea con il dato del 2023, superiore a un miliardo di euro, contribuendo a circa l'1,8% del fatturato globale dell'industria chimica italiana. L’Osservatorio Agrofarma ha inoltre registrato una significativa crescita degli investimenti in settori complementari quali l’agritech ed il biologico. Quest’ultimo vede una ancora più sostanziale estensione delle superfici dedicate alle coltivazioni pari oggi al 20,4% della superficie agricola nazionale, quasi il doppio della media europea. L’evoluzione del settore degli agrofarmaci sta quindi contribuendo ad una maggiore sostenibilità nell’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, in Italia e in Europa, favorendo un impiego più efficiente e responsabile delle risorse. A tal riguardo, i più recenti dati della Commissione Europea sugli agrofarmaci indicano una riduzione del 14% delle vendite a livello europeo tra il triennio 2011-2013 ed il 2020-2022; ciò è attribuibile all'ottimizzazione del processo grazie alla maggiore professionalità degli agricoltori e all'innovazione nel settore, evidenziando un impiego più efficiente dei prodotti nel settore agricolo. 

Nell’ottica di rendere i sistemi alimentari sempre più equi, sani e rispettosi dell’ambiente, inoltre, la Commissione ha presentato nel febbraio 2025 la propria “Vision for Agriculture and Food”, documento strategico per le politiche future del comparto agricolo e alimentare. Tale documento programmatico ha modificato l’orizzonte d’azione della strategia Farm-to-Fork, che mirava a trasformare l’intero sistema agroalimentare europeo verso la sostenibilità ambientale, con gli obiettivi principali di dimezzare l’uso di agrofarmaci, fertilizzanti ed aumentare la quota di produzione biologica. La Vision ha determinato un significativo cambio di rotta in quanto risulta maggiormente orientata verso un concetto di sostenibilità olistica, che ricomprende anche l’aspetto economico delle attività agricole, la loro resilienza e competitività nonché una semplificazione degli oneri burocratici. Viene quindi esclusa l’imposizione di una riduzione drastica dell’utilizzo degli agrofarmaci e il focus viene posto su semplificazione, innovazione, digitalizzazione, ricerca e salute del suolo quali aspetti fondamentali per il comparto agroalimentare.

In questo senso, la nuova Vision mostra chiaramente come l’industria dei prodotti fitosanitari dovrà accelerare l’introduzione sul mercato di strumenti per il biocontrollo (ovvero l’uso di organismi naturali, estratti botanici o microrganismi per proteggere le colture da parassiti e malattie) e il riconoscimento del ruolo centrale delle TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita); inoltre riveste primaria importanza l’allineamento delle normative italiane sull’impiego di principi attivi per uso agricolo importati e di restrizione all’importazione per quelli impiegati in trattamenti non ammessi in Europa.

Tutto ciò è volto ad una transizione verso un sistema alimentare sostenibile, caratterizzato da un impatto ambientale neutro o positivo, in grado di invertire la perdita di biodiversità, garantire la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica ed assicurare l’accesso a cibo sicuro, nutriente e sostenibile. L’industria del comparto, infatti, investe in modo crescente ingenti risorse in ricerca e innovazione, in risposta a politiche europee con obiettivi sempre più ambiziosi, dando particolare importanza alla riduzione dell’impatto ambientale e alla salvaguardia della salute dell’uomo.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Agrofarma, partner storico di CropLife Europe, l’Associazione che rappresenta l'industria europea per la protezione delle colture e delle soluzioni per l'agricoltura sostenibile, è da sempre in prima linea per sostenere le necessità del settore ed al contempo promuovere la ricerca e l'uso responsabile degli agrofarmaci, sfruttando tecnologie digitali e di precisione per creare strumenti di mitigazione e soluzioni integrate. 

Durante la scorsa legislatura europea, il dibattito sul Regolamento sull'Uso Sostenibile degli Agrofarmaci (SUR) ha rappresentato un passaggio cruciale per il futuro dell’agricoltura in Europa. Agrofarma e CropLife Europe hanno infatti avuto un ruolo attivo nel confronto politico insieme agli stakeholder della filiera poiché le criticità attuative del SUR, che prevedevano per l’Italia una drastica ed ingiustificata riduzione dell’uso degli agrofarmaci, hanno portato ad effettuare una valutazione d’impatto più approfondita. La proposta è stata infine ritirata, con gli obiettivi ora integrati in modo più equilibrato nella “Vision for Food & Agriculture”, che punta a coniugare sostenibilità ambientale e sicurezza alimentare.

Degno di attenzione, in questo contesto, l’impegno di Agrofarma al progetto droni, che nasce come importante raccolta dati per favorire il dialogo con le istituzioni circa l’introduzione di un quadro normativo che annoveri il drone come strumento di agricoltura di precisione per i trattamenti fitosanitari. Equipaggiati con telecamere e sensori, i droni raccolgono dati per mappare i campi, individuare stress idrici o malattie, e distribuire agrofarmaci in maniera mirata, riducendo sprechi, costi ed impatto ambientale.

Inoltre, a seguito delle recenti restrizioni europee sull'uso di un sottogruppo di sostanze chimiche note come PFAS, con la prospettiva che in futuro tali limitazioni possano essere estese anche al settore degli agrofarmaci (attualmente disciplinati da una specifica normativa), Agrofarma è impegnata a valutare gli impatti tecnici ed economici per il settore agricolo nazionale ed a comprendere le evoluzioni future per garantire agli agricoltori soluzioni ottimali.

Inoltre, l’Associazione sta seguendo le discussioni circa una possibile modifica del Regolamento (CE) n.1107/2009 con l’obiettivo di facilitare i processi di autorizzazione e l’immissione sul mercato dei prodotti per il cosiddetto biocontrollo, strategici per un’agricoltura resiliente ai cambiamenti climatici. Tali attività sono state condivise con le principali Confederazioni agricole che ne hanno riconosciuto l’importanza e si sono attivamente impegnate per richiedere un sistema più efficiente, un accesso al mercato più rapido per tali soluzioni e soprattutto l’ottenimento di una definizione armonizzata di “biocontrollo”.

Agrofarma ha poi intensificato la propria attività di comunicazione, partecipando a numerosi eventi con i principali stakeholder della filiera quali FederBio e Cibo-per-la-mente, rafforzando la propria presenza anche sui social media.

L'Associazione promuove da tempo il progetto “Osservatorio Agrofarma", un progetto che mira a fornire informazioni attendibili e basate su dati scientifici sullo stato dell'agricoltura e sul ruolo degli agrofarmaci volto a promuovere un'agricoltura più sostenibile e produttiva.

L’Associazione è inoltre coinvolta nel piano strategico dell'Unione Europea finalizzato ad aumentare l'efficienza nel recupero e riciclo dei contenitori vuoti in plastica lungo l'intero ciclo di vita degli agrofarmaci, promuovendo così l'economia circolare ed una gestione più sostenibile delle risorse a livello continentale. 

Inoltre, in linea con gli obiettivi di sostenibilità, è attiva da anni una collaborazione con l'Università degli Studi di Torino sul progetto europeo TOPPS WP (Train Operators to Promote Practices and Sustainability – Water Protection). Il progetto si propone di prevenire usi impropri dei prodotti fitosanitari garantendo formazione agli agricoltori. Tale iniziativa contribuisce in modo significativo alla sostenibilità agricola ed alla protezione ambientale.

L’Associazione ha poi continuato la collaborazione con i Carabinieri dei NAS, e altri attori della catena distributiva, contribuendo attivamente alla lotta contro il fenomeno degli agrofarmaci illegali.

Agrofarma



FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE

IL SETTORE

Le fibre sintetiche e artificiali (fibre man made), vengono prodotte per mezzo di trasformazioni chimiche, a partire da materie prime di origine fossile o cellulosica.

La domanda di fibre è in costante aumento, in correlazione e in proporzione all’aumento demografico a livello globale. In questo scenario è da considerare che la produzione annua di fibre naturali si attesta in media su 35 milioni di tonnellate ed è vincolata alla disponibilità di suolo per l’allevamento, alla coltivazione delle materie prime e alla competizione con le colture alimentari. La produzione di fibre man made, invece, è maggiormente flessibile e può aumentare in relazione alla crescita della domanda globale. Ad oggi tali prodotti coprono circa il 70% dei consumi di fibre a livello mondiale.

Le fibre sintetiche e artificiali sono caratterizzate da una forte versatilità: trovano applicazione in svariati settori, da quelli più tradizionali, quali l’abbigliamento e l’arredamento, a settori industriali come l’automotive, l’edilizia, l’industria aerospaziale. Secondo stime dell’Unione europea, circa il 71% delle fibre tessili sintetiche viene trasformato in abbigliamento e tessuti per la casa, mentre il resto è utilizzato per tessili tecnici. Questi ultimi sono presenti in diversi prodotti utilizzati principalmente dal settore industriale: solo per citarne alcuni, sedili e rivestimenti interni dei veicoli, nastri trasportatori per macchinari, filtri per aria condizionata e applicazioni mediche, materiali da costruzione, rinforzi per pneumatici e indumenti protettivi da lavoro come, ad esempio, gli indumenti resistenti a fuoco, calore e agenti chimici. Fibre e tessuti sintetici sono, inoltre, utilizzati come rinforzi in materiali compositi leggeri che possono sostituire metalli, consentendo risparmi di peso, ad esempio, in aerei e automobili, o come rinforzi in articoli sportivi. Essi sono progettati per soddisfare le specifiche e i requisiti di ogni uso finale, in termini di durabilità, resistenza chimica o forza.

Cina e India dominano il mercato mondiale delle fibre man made, con una produzione che supera l’80% del totale; terza area per importanza è quella europea, con i principali volumi prodotti in Turchia, Germania e Italia. Attualmente l’industria europea sta soffrendo la competizione dell’estremo Oriente, che propone sul mercato prodotti a costi estremamente ridotti, che attirano particolarmente gli utilizzatori nell’ambito dello scenario economico globale attuale, segnato da grandi tensioni, incertezze e scarsa visibilità sul futuro, in cui il fattore economico diviene fondamentale.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Assofibre CIRFS Italia segue gli sviluppi normativi di specifico interesse per il settore, in stretto coordinamento con Federchimica e con l’associazione europea CIRFS, poiché le principali sfide per il settore accomunano le imprese operanti sul territorio europeo. Sostiene inoltre l’importanza delle collaborazioni lungo le filiere, sia a livello nazionale sia europeo.

Per quanto riguarda il comparto tessile, Assofibre monitora la produzione delle nuove norme europee che derivano dalla “Strategia europea sui prodotti tessili sostenibili e circolari”, pubblicata a marzo 2022 per guidare produttori e consumatori verso una riduzione significativa degli impatti ambientali, puntando soprattutto ad un aumento esponenziale dei tassi di riparazione, riutilizzo e riciclo dei capi di abbigliamento. Una serie di norme in via di sviluppo concorre al raggiungimento di questi obiettivi: primo fra tutti, nell’ambito del Regolamento sulla Eco-progettazione (Ecodesign for Sustainable Products Regulation), l’atto delegato del Regolamento che si occuperà della regolamentazione specifica della filiera tessile, che dovrebbe essere pubblicato nella prima metà del 2026.

Rilevante per il settore delle fibre man made, come per l’intero comparto chimico, è anche la normativa europea sulla sicurezza prodotti chimici: Assofibre segue attivamente il processo di revisione dei Regolamenti REACH e CLP, così come le proposte di classificazione e di restrizione all’uso di determinate sostanze che potrebbero incidere sulla produzione delle fibre. Si attende per la fine del 2025 la nuova proposta sulla revisione del Regolamento REACH, a cui seguiranno  le discussioni ed i voti da parte di Parlamento europeo e Consiglio, a cui le Associazioni forniranno proprie proposte e posizioni; rilevante sarà anche il seguito dei lavori derivanti dall’Action Plan sull’Industria Chimica, pubblicato dalla Commissione l’8 luglio 2025: si prevede la modifica di alcune disposizioni del CLP e l’apertura di numerose iniziative a sostegno della competitività del Settore.

Per Assofibre e l’associazione europea CIRFS diviene sempre più rilevante, inoltre, l’impegno sulle politiche commerciali: a livello europeo il settore da tempo sottolinea l’applicazione di dazi antidumping, affinché le imprese riescano a fronteggiare il panorama globale, in cui sussidi, barriere protezionistiche e concorrenza sleale da parte di determinati produttori creano rilevanti distorsioni di mercato. Negli ultimi anni si è registrato un significativo aumento dell’import di fibre e tessuti dall’Asia, che conferma la necessità di forti azioni congiunte per sostenere la competitività delle imprese europee. In questo ambito, le azioni vengono condotte in via principale da CIRFS, col supporto delle associazioni nazionali soprattutto per il coordinamento tra autorità locali e Commissione europea.

Non da ultimo, Assofibre CIRFS Italia è impegnata nel diffondere una sempre maggiore conoscenza delle fibre man made al pubblico; su questo fronte, l’Associazione si rivolge innanzitutto alle nuove generazioni, con specifici premi assegnati nell’ambito del Premio Federchimica Giovani e promuovendo lezioni on-line per i docenti dei ragazzi delle scuole secondarie di primo grado.



ADDITIVI E AUSILIARI, CHIMICA FINE E SPECIALITÀ PER L’INDUSTRIA

IL SETTORE

I prodotti di chimica fine, degli additivi, ausiliari e specialità chimiche sono una componente essenziale per numerose filiere industriali: dalle plastiche al coating, dal tessile al cuoio, dall’industria cartaria fino al trattamento acque.

Si tratta di settori di importanza strategica per l'economia nazionale: trattandosi spesso di filiere molto specializzate e focalizzate su specifici prodotti e distretti, la peculiarità di prodotti e formulati necessaria a soddisfare esigenze così precise è spesso un fattore chiave della produzione. Ed è proprio l’elevato livello di specializzazione, personalizzazione e ricerca delle prestazioni che permette il successo dei prodotti Made in Italy, riconosciuti a livello globale per la qualità e le inimitabili caratteristiche legate alle prestazioni di eccellenza dei prodotti finiti.

Il settore degli additivi e ausiliari si basa, a monte, su prodotti di chimica fine: sostanze chimiche complesse e ad alto valore aggiunto, come intermedi e principi attivi, ottenuti tramite reazioni chimiche sofisticate e processi di sintesi elaborati, necessari per la produzione di sostanze e formulati specializzati.

Anche in questi casi è fondamentale il contributo di tecnologia e innovazione, strettamente correlata alle esigenze dei comparti a valle della catena del valore, attenti sia alla qualità e alle prestazioni, sia alla sostenibilità in ogni sua declinazione.

In Italia le aziende che operano in questo comparto sono rappresentate in Aispec dal Gruppo chimica degli intermedi e specialità. Si tratta di un settore formato da imprese di varie dimensioni: sono infatti attive le filiali italiane delle grandi multinazionali, affiancate da un tessuto variegato di piccole e medie imprese, che traggono forza dalla loro altissima specializzazione. Questa varietà fa sì che siano sempre presenti esperienza, spinta all’innovazione e agli investimenti soprattutto per le imprese più strutturate, affiancate alla tipica flessibilità, agilità e specializzazione delle imprese di dimensioni minori. Non va infine dimenticato il fortissimo legame di queste imprese con i vari distretti produttivi nazionali, nei quali si crea spesso una sinergia territoriale e di filiera che rafforza competenze e collaborazioni.

Il Gruppo rappresenta un fatturato di oltre 4.600 milioni di euro, per circa 6.000 addetti impiegati in quasi 100 imprese associate.

L‘ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In questa fase di transizione le aziende del settore devono far fronte alle incertezze che stanno vivendo i mercati di sbocco, come ad esempio l’automotive. Un altro driver importante per le filiere è certamente dato dalla sostenibilità, sia in termini ambientali, sia economici e sociali. Da ciò deriva la necessità di innovazione e ricerca che deve essere coniugata con le difficoltà legate a fattori economici esogeni, quali l’aumento del costo delle materie prime, l’incremento degli oneri di logistica, il prezzo dell’energia e la concorrenza estera. Tutto ciò rappresenta un’oggettiva fonte di difficoltà gestionali, soprattutto per le imprese meno strutturate.

A questo poi si affianca il sempre più stringente quadro normativo-regolatorio, che impone grande attenzione alle imprese e di conseguenza impegna l’Associazione nel loro supporto.

La revisione dei Regolamenti REACH e CLP, la probabile registrazione di alcuni polimeri e tutto ciò che riguarda la continua e corretta gestione delle sostanze chimiche sono costantemente al centro dell’attività dell’Associazione. Particolare attenzione è rivolta anche allo sviluppo delle politiche industriali e ambientali intraprese negli ultimi anni dalla UE, originate dalla precedente legislatura comunitaria e attualmente in fase di riesame da parte della Commissione. Oltre al Green Deal, alla Chemical Strategy for Sustainability, all’Ecodesign e alla conseguente Strategia europea per i prodotti tessili sostenibili e le norme sulla responsabilità estesa sul prodotto, si sono affiancati il Competitiveness Compass, il Clean Industrial Deal e il regolamento EUDR.

Alle normative comunitarie si affiancano poi, per alcuni ambiti, le certificazioni volontarie derivanti dai capitolati dei settori clienti che impongono standard più restrittivi della normativa comunitaria per perseguire la sostenibilità. Si tratta spesso di strumenti guidati da logiche di marketing, privi di solide basi scientifiche e che vanno a influenzare il mercato incrementando i costi e gravando soprattutto sulle piccole e medie imprese.

Nonostante queste difficoltà le imprese associate continuano a perseguire una spinta sempre più innovativa, investendo in ricerca. Di particolare interesse è il tema di frontiera delle applicazioni dell’intelligenza artificiale che può rappresentare un volano di competitività anche per la chimica delle formulazioni. Le imprese continueranno a indirizzare i propri sforzi in questo campo, sempre con il supporto dell’Associazione, anche attraverso l’organizzazione di convegni, workshop e momenti di confronto sia con i competitor, sia con esperti accademici, enti e startup attivi in questi ambiti.

Aispec



CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE

Gli ingredienti specialisti per alimenti (aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi e ingredienti nutrizionali) ricoprono un ruolo essenziale nell’industria alimentare moderna. Essi conferiscono caratteristiche organolettiche funzionali, che garantiscono qualità e sicurezza ai prodotti alimentari consumati quotidianamente.

Si tratta di un settore strategico per l’industria alimentare che garantisce una filiera sempre più sostenibile e salutare per tutti.

In Federchimica le aziende di questo comparto sono rappresentate da Aispec, Associazione nazionale della chimica fine e settori specialistici. Al suo interno per ogni classe di ingrediente esiste un Gruppo merceologico di rappresentanza.

MATERIE PRIME PER INTEGRATORI ALIMENTARI E ALIMENTI FUNZIONALI 

Il settore riunisce le imprese attive nella produzione e distribuzione di ingredienti nutrizionali e funzionali, come vitamine, aminoacidi, sali minerali, estratti vegetali, probiotici, omega-3 e fibre vegetali. Questi ingredienti trovano applicazione sia negli alimenti arricchiti, destinati a specifiche esigenze nutrizionali, sia negli integratori alimentari.

Si tratta di un comparto particolarmente vivace e strategico in Italia, composto da grandi player internazionali (con sede o filiali nel Paese) e da piccole e medie imprese altamente specializzate, che contribuiscono a caratterizzare l’identità funzionale e distintiva dei prodotti finiti in cui questi ingredienti vengono impiegati.

Una delle priorità del settore è certamente l’innovazione, fondamentale per rispondere ai bisogni sempre più esigenti e specifici del consumatore. Ciò comporta da diversi anni una crescita stabile e costante, trainata dalla diversificazione dell’offerta e dall’adattamento alle esigenze del consumatore, in continua evoluzione.

ADDITIVI E COADIUVANTI PER ALIMENTI

Sono 30 le aziende del settore aderenti a Federchimica, per una rappresentanza del settore di circa il 70%. Si tratta di produttori e distributori di ingredienti con diverse funzioni nella formulazione di prodotti, fondamentali per migliorarne le caratteristiche sensoriali e organolettiche. Gli additivi esaltano le peculiarità dei prodotti alimentari e ne aumentano la durata nel tempo, evitando così sprechi alimentari e rendendo gli alimenti maggiormente accessibili ai consumatori, permettendone anche i trasporti a lungo raggio.

Sono ingredienti che concorrono in modo positivo nella riformulazione, aprendo sempre nuove possibilità al miglioramento tecnologico e all’innovazione dei prodotti in cui trovano impiego.

AMIDI E DERIVATI

Il Gruppo amidi è rappresentato da tre aziende, che riuniscono circa 500 milioni di euro di fatturato e oltre 700 addetti.

L’amido, ottenuto da cereali come mais, frumento e riso, rappresenta una risorsa importantissima e di grande versatilità, per l’utilizzo in settori molto diversi tra loro. Nell’ambito alimentare si usa per produrre zuccheri come fruttosio, isoglucosio e glucosio. Quest’ultimo viene utilizzato come substrato per la crescita di microrganismi e lieviti utili per le produzioni alimentari e non solo.

L’industria amidiera può essere definita una “bio-raffineria” e come tale necessita di grandi quantità di energia. Di conseguenza le aziende del settore sono particolarmente sensibili alle condizioni del mercato energetico nazionale ed europeo, che impatta in maniera decisiva sui costi di produzione e dunque sulla competitività.

AROMI

Le imprese produttrici presenti all’interno del Gruppo aromi di Aispec sono più di 40, rappresentano il 90% del mercato, con un fatturato di circa 300 milioni di euro e oltre 800 addetti. Sono rappresentate aziende italiane e filiali nazionali di imprese multinazionali.

Gli aromi derivano sia da materie prime di origine naturale, sia da sintesi chimica. La loro funzione è di notevole importanza, nel caratterizzare o ricostituire le proprietà organolettiche di un prodotto alimentare, quando alterate in seguito alle operazioni di produzione.

Grazie agli aromi i prodotti acquisiscono caratteristiche uniche e distintive, arrivando di fatto a definire la propria identità e spesso il loro successo.

Il settore, in continua evoluzione, è caratterizzato da tecnologie innovative volte a rendere i processi maggiormente efficienti, sicuri e sostenibili. Anche l’impianto normativo subisce modifiche, con normative europee specifiche che consentono l’utilizzo di aromi solo in alcune categorie di prodotti e con specifiche quantità, stabilite da un’attenta e scrupolosa valutazione tossicologica, al fine di garantire la sicurezza del consumatore.

Aispec



OLI LUBRIFICANTI

IL SETTORE

Gli oli lubrificanti si ottengono attraverso l’aggiunta di specifici additivi chimici a una base oleosa, derivata dalla prima raffinazione del petrolio, dalla rigenerazione di oli usati oppure da fonti rinnovabili. Queste formulazioni permettono di ottenere prodotti con caratteristiche tecniche e prestazioni mirate, in linea con le esigenze dei diversi settori applicativi.

Si tratta di prodotti chimici specialistici, in grado di offrire soluzioni ad alto valore aggiunto anche in termini di sostenibilità. I lubrificanti, infatti, riducendo l’attrito tra componenti meccanici in movimento, migliorano l’efficienza operativa dei sistemi in cui sono impiegati, contribuendo al risparmio energetico e alla durata dei componenti.

Il comparto è in costante evoluzione tecnologica e propone formulazioni sempre più avanzate, caratterizzate da un basso contenuto di zolfo, basi lubrificanti ad alte prestazioni e maggiore resistenza all’ossidazione. Le innovazioni più recenti puntano a prolungare la vita utile degli oli e a migliorare le prestazioni complessive, con effetti concreti come la riduzione dei consumi energetici, delle emissioni di CO₂ e della produzione di polveri sottili, soprattutto nei motori.

In Italia, un esempio di eccellenza è rappresentato dalla filiera del recupero e riciclo degli oli usati, coordinata dal CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati). Ogni anno viene recuperato circa il 50% (cioè la quasi totalità del recuperabile) dell’olio usato e di questo il 98% viene rigenerato in nuove materie prime, come oli base, gasoli e bitumi: un modello virtuoso di economia circolare riconosciuto anche a livello europeo.

Il settore conta in Italia circa 100 operatori e 3.000 addetti, con un tessuto industriale costituito da piccole e medie imprese, affiancate da grandi compagnie petrolifere e multinazionali chimiche. Nel 2024, il fatturato complessivo delle imprese associate si è attestato oltre i 2 miliardi e mezzo di euro. Dopo il segno lievemente positivo registrato nel 2023, i consumi di lubrificanti sono tornati in territorio negativo (-2,1%), a causa soprattutto del comparto industriale (-5,2%), mentre il settore automotive ha mantenuto un andamento positivo, seppur debolmente (+1,2%).

Pur non essendo integrati nel ciclo dei carburanti, i lubrificanti sono fiscalmente assimilati ai prodotti energetici, subendo quindi misure penalizzanti a livello nazionale ed europeo. In questo contesto, il Gruppo Gail è impegnato da tempo a sensibilizzare le istituzioni sul ruolo strategico dei lubrificanti: prodotti fondamentali per prolungare la vita utile degli impianti, ridurre l’attrito meccanico e contenere le emissioni climalteranti, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica.

Il settore opera, inoltre, in un quadro normativo complesso, che include regolamenti come REACH, CLP e Biocidi, oltre alla normativa ambientale sulla gestione dei rifiuti e alle recenti politiche europee in materia di Ecodesign.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In Federchimica le aziende di questo settore sono rappresentate da Aispec, Associazione nazionale della chimica fine e settori specialistici. Al suo interno per ogni settore specifico esiste un Gruppo merceologico di rappresentanza, in questo caso Gail (Gruppo aziende industriali della lubrificazione).   

Gail si conferma un punto di riferimento strategico per il confronto sulle principali criticità del settore, promuovendo workshop, incontri tecnici ed eventi periodici di approfondimento, come il Lube Day, momento di incontro annuale del comparto sempre molto atteso e partecipato da tutti gli operatori. Un ruolo chiave è svolto anche dai Comitati tecnici e dai Gruppi di lavoro, il cui contributo è essenziale per analizzare le problematiche emergenti e proporre soluzioni concrete. Fondamentale, inoltre, la collaborazione con UEIL (Union of the European Lubricants Industry), l’associazione europea di settore di cui il Gail è socio fondatore.

Le sfide future del comparto sono strettamente legate alla transizione energetica ed ecologica. L’evoluzione dello scenario globale e l’accelerazione verso modelli produttivi più sostenibili aprono a nuovi equilibri e richiedono capacità di adattamento e visione strategica. In questo contesto, il Gruppo Gail continuerà a sostenere le imprese associate, aiutandole ad anticipare i cambiamenti e a cogliere le opportunità offerte da questa fase di profonda trasformazione.

Aispec



ABRASIVI

IL SETTORE

Sebbene spesso vengano associati esclusivamente ai settori industriali, manifatturieri, hobbistici e del fai-da-te, gli abrasivi sono in realtà fondamentali per la produzione di gran parte degli oggetti di uso quotidiano. Ogni processo produttivo, infatti, richiede l’impiego di prodotti abrasivi per poter essere completato.

Il loro utilizzo è particolarmente diffuso in ambito professionale, soprattutto nei settori dell’automotive, della meccanica, dell’edilizia e nella lavorazione di materiali come vetro e ceramica. Proprio per questo motivo, l’andamento del mercato degli abrasivi rappresenta un indicatore significativo dello stato di salute dell’industria nel suo complesso.

Tra gli abrasivi si distinguono diverse categorie: gli abrasivi flessibili (coated abrasives), come tele e dischi lamellari, e gli abrasivi rigidi (bonded abrasives), tra cui rientrano mole e dischi da taglio. A questi si aggiungono i superabrasivi, come i prodotti diamantati, utilizzati per il taglio di materiali particolarmente duri, come pietra e cemento. Tali abrasivi vengono utilizzati su un’ampia gamma di utensili e macchinari: da quelli fissi a banco o su rotaia, agli elettroutensili, fino ai dispositivi manuali e a motore a scoppio.

L’Italia occupa una posizione di spicco nel panorama europeo del settore, classificandosi al secondo posto dopo la Germania e davanti a Francia e Regno Unito.

Il comparto è composto principalmente da piccole e medie imprese, molte delle quali nate all’interno dei distretti produttivi italiani, oggi capaci di esportare in tutto il mondo. Queste aziende si distinguono per l’elevata specializzazione e la profonda conoscenza delle lavorazioni, garantendo prodotti di alta qualità per applicazioni specifiche. A fianco di queste realtà, operano sul territorio nazionale anche le filiali delle principali multinazionali del settore, in grado di offrire una gamma completa di soluzioni abrasive.

Il mercato degli abrasivi è fortemente influenzato dalle dinamiche economiche generali e dall’andamento dei settori industriali a valle. Dopo la crisi legata alla pandemia, le aziende stanno progressivamente riorganizzandosi per rispondere a nuove sfide: tra

queste, il crescente peso dei costi energetici e la necessità di adottare pratiche più sostenibili rappresentano i principali fronti su cui il settore si gioca il futuro, senza tralasciare le incertezze legate a tensioni geopolitiche, conflitti internazionali e politiche commerciali che generano distorsioni competitive e conseguenti misure di protezione, dinamiche che contribuiscono a rendere il contesto ancora più complesso e instabile.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In Federchimica le aziende di questo settore sono rappresentate da Aispec, Associazione nazionale della chimica fine e settori specialistici.

Il Gruppo abrasivi di Aispec è attivamente impegnato nel monitoraggio degli impatti che la normativa europea in materia di sicurezza, salute e ambiente può avere sul settore. Particolare attenzione è rivolta alle implicazioni indirette derivanti dai Regolamenti REACH e CLP, che, pur non applicandosi direttamente agli abrasivi in quanto classificati come “articoli”, possono comunque influenzarne la produzione e l'utilizzo. Altri ambiti normativi di rilievo includono la Direttiva sulle Emissioni Industriali (IED), il Regolamento Ecodesign e alcuni Best Available Techniques Reference Document (BREF). Questi ultimi, infatti, sebbene concepiti per settori diversi come quello della ceramica, rischiano di generare effetti significativi anche sul comparto abrasivi, in particolare sugli impianti produttivi di mole vetrificate a legante inorganico, con oltre 12 siti presenti in Italia.

Il settore partecipa inoltre attivamente ai lavori della FEPA (Federazione Europea dei Produttori di Abrasivi), contribuendo in modo diretto agli sviluppi tecnici e normativi, come il monitoraggio e l’aggiornamento degli standard di sicurezza CEN e ISO. Negli ultimi anni, l’attività di rappresentanza a livello europeo si è intensificata, con una crescente presenza nei processi decisionali per influenzare in modo costruttivo l’evoluzione del quadro regolatorio.

Un altro aspetto prioritario è la promozione dell’uso sicuro dei prodotti abrasivi, attraverso il sito di riferimento Abrasive Safety, che offre informazioni tecniche e linee guida. A ciò si affianca l’impegno verso la sostenibilità tramite iniziative volontarie europee come il progetto SEAM (Sustainable European Abrasive Manufacturers), ideato in ambito FEPA per accompagnare i produttori in un percorso di crescita sostenibile e responsabile.

Aispec



SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI E OSSIDI METALLICI

IL SETTORE     

La ceramica italiana è un fiore all’occhiello del Made in Italy e ha due caratteristiche fondamentali: la sua forte internazionalità e gli ingenti investimenti in innovazione tecnologica.

Questa costante ricerca, insieme a un indiscusso gusto estetico, ha permesso alle imprese produttrici di operare su numerosi mercati nonostante l’aumento dei concorrenti che spesso producono in contesti più favorevoli con costi e oneri inferiori. La filiera produttiva, composta dai produttori di macchine, dai colorifici ceramici e dai produttori di piastrelle, è formata da un numero consistente di aziende che, operando prevalentemente nel distretto di Sassuolo, hanno un ruolo rilevante nel contesto produttivo nazionale.

In particolare, i colorifici ceramici producono smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di elettrodomestici e prodotti per la casa). Alcune aziende inoltre sono produttrici di ossidi metallici che trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte.

Il settore, con investimenti in ricerca e sviluppo molto rilevanti, punta su prodotti sempre più specialistici, le cui prestazioni, particolarmente attente alla compatibilità ambientale, garantiscono ai produttori di ceramica standard di elevata qualità e bellezza, apprezzati in tutto il mondo.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE  

Ambiente e sicurezza costituiscono le attività più importanti promosse da Ceramicolor, in particolare, lo studio delle problematiche inerenti alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose.

L’Associazione è particolarmente concentrata sull’impatto e sull’analisi delle possibili criticità che le diverse legislazioni possono avere sul settore.

È in continuo divenire la normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro che si interseca con la sicurezza prodotti, in particolare i Regolamenti REACH e CLP. L’Associazione, interfacciandosi da un lato con Federchimica e Confindustria e dall’altro con l’associazione europea di riferimento Eurocolour, si impegna sia nelle attività di advocacy che anticipano la pubblicazione delle normative sia, una volta definitive, nel fornire gli adeguati strumenti interpretativi per adempiere correttamente a quanto previsto.

Grande attenzione continua a essere posta sul Green Deal pubblicato dalla Commissione Europea, che presuppone un insieme di iniziative politiche con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 e include la Chemical Strategy for Sustainability (CSS) che prevede la revisione di numerosi regolamenti, tra i quali il Regolamento REACH e il Regolamento CLP.

A livello associativo è quindi molto rilevante l’attività che si sta svolgendo parallelamente sia a livello nazionale, sia europeo. Continue attività di monitoraggio e informazioni sono rivolte anche ai temi di salute, sicurezza e ambiente.

Cermicolor investe numerose risorse anche nell’ambito della formazione per sostenere i giovani che un giorno potranno lavorare nel settore.

Insieme alle altre associazioni della filiera, ha promosso anche nel 2024 un corso di formazione dedicato agli studenti meritevoli dell’Istituto Tecnico Industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per introdurli al mondo del lavoro.

Inoltre, ha promosso il Master di 2° livello "Impresa e Tecnologia Ceramica", in collaborazione con le Università di Modena, Reggio Emilia e Bologna, che offre ai giovani laureati la possibilità di diventare figure competenti in ogni fase della produzione: dai processi alle lavorazioni, fino ai sistemi tecnologici con attenzione alla sostenibilità, attraverso un’accurata conoscenza scientifica e tecnologica.

Anche a livello comunicativo si conferma per Ceramicolor il successo di Thesignofcolor, il portale web che parla del colore con idee, consigli, immagini, citazioni e curiosità che permettono di scoprire e conoscere il mondo della ceramica. Il magazine ha anche la relativa pagina Facebook e Instagram.

A giugno 2025, poi, si è tenuto “A Cena con il Colore”, un evento organizzato da Ceramicolor dove colore, cibo, musica e condivisione sono stati gli ingredienti che hanno animato la serata, a cui hanno partecipato più di 400 persone.

Ceramicolor



ADESIVI E SIGILLANTI

IL SETTORE

L’industria degli adesivi e sigillanti nel suo complesso nel 2024 è stata caratterizzata da un andamento generalmente negativo.

Il settore delle costruzioni ha continuato a risentire della mancanza di incentivi fiscali, con una forte riduzione delle opere di riqualificazione. Ha fatto da contraltare l’andamento positivo delle opere pubbliche, grazie agli stimoli del PNRR, la cui entità non è stata, però, tale da compensare le perdite sull’altro versante.

La debolezza protratta dell’attività industriale nel campo del mobile e dell’arredamento ha segnato negativamente l’andamento degli adesivi destinati a questo mercato.

Va registrata anche una frenata dell’attività economica anche per gli adesivi impiegati nell’industria delle calzature e della pelletteria. In questo ambito è di particolare rilievo la crisi che sta tuttora scuotendo il segmento del lusso.

La dinamica dell’industria dei mezzi di trasporto è stata contrassegnata da una combinazione di effetti negativi (calo della domanda e conseguente calo della produzione, incertezza legata alle nuove sfide tecnologiche).

L’unico comparto a registrare un andamento moderatamente positivo è quello degli adesivi impiegati nel settore della cartotecnica e dell’imballaggio, grazie al buon andamento della produzione dei mercati di riferimento.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Tra le attività curate dall’associazione c’è l’obiettivo di fare conoscere le nostre produzioni al grande pubblico, a partire dai giovani. Per fare ciò, in stretta collaborazione con Federchimica, il Gruppo adesivi e sigillanti partecipa al Premio Nazionale Federchimica Giovani, un concorso che si prefigge di potenziare l’interazione tra scuola, territorio e industria chimica ed intende orientare gli studenti di scuola media verso percorsi di studio tecnico-scientifici.

Si chiede agli studenti di enfatizzare il ruolo che scienza, tecnologia e industria chimica rivestono per il miglioramento della qualità della nostra vita, parlando dei nostri prodotti. L’associazione lancia l’iniziativa e le imprese hanno un ruolo centrale per promuovere e diffondere il premio.

Sempre nell’ambito education, il Gruppo partecipa al progetto associativo sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento (PCTO), rivolto ai ragazzi di scuola superiore. Dall’inizio (anno scolastico 2021/2022) a oggi più di 30.000 studenti hanno partecipato, completando il percorso ed ottenendo la certificazione.

Recentemente, ai progetti citati si è aggiunta un’iniziativa rivolta agli insegnanti. Avisa, infatti, ha aderito al corso di formazione per docenti delle scuole secondarie di primo grado "Sei (non così) brevi lezioni di chimica", realizzato da Federchimica e CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, fondato da Piero Angela) e Frame – Divagazioni scientifiche. L’iniziativa comprende sei lezioni su diversi settori della chimica realizzate con la collaborazione delle Associazioni di Federchimica. La lezione che riguarda “adesivi, inchiostri da stampa e pitture e vernici” è stata realizzata a cura dell’associazione. Il corso di formazione si prefigge di fornire strumenti ai docenti per far comprendere l’importanza che la chimica ricopre rispetto a innovazione e sostenibilità e, contestualmente, rafforzare l’attività di orientamento verso le discipline STEM. Il corso sarà disponibile sulle principali piattaforme di formazione docenti riconosciute dal Ministero dell’Istruzione.

Il Gruppo adesivi e sigillanti attribuisce grande rilevanza alla conoscenza del mercato e commissiona ad un ricercatore la ricerca “Il mercato degli adesivi e sigillanti in Italia”, con cadenza biennale. Di recente è stato affidato l’incarico di aggiornare i dati all’anno 2024.

Sul versante della legislazione europea, nel 2024 è proseguita l’attività di monitoraggio del processo di implementazione del CLP, pubblicato a fine 2024, che ha introdotto, tra gli altri, nuovi requisiti relativi all’etichettatura dei prodotti.

A gennaio di quest’anno è stato, inoltre, pubblicato il Regolamento Packaging & Packaging Waste. A giugno 2024 è stato pubblicato l’ESPR, il Regolamento quadro che stabilisce i requisiti generali sulla sostenibilità dei prodotti, mentre i requisiti specifici saranno definiti dall’Eco Design Forum, attraverso atti delegati. All’Eco Design Forum partecipa, fra gli altri, FEICA, l’Associazione europea dei produttori di adesivi e sigillanti a cui aderisce il Gruppo adesivi e sigillanti.

Sulla proposta di Regolamento End-of-Life Vehicle (ELVR) l’Associazione è impegnata, a livello nazionale in collaborazione con Confindustria e, a livello europeo, con FEICA a difendere la posizione di eliminazione degli adesivi dal campo di applicazione. 

Parte essenziale dell’attività associativa sono le iniziative curate dai settori merceologici. Le imprese che operano nell’ambito del settore adesivi per calzature hanno elaborato, nel 2021, le Linee Guida di settore, presentate alle associazioni dei produttori di calzature e pelletteria, per riaprire il dialogo con la clientela sui temi della conoscenza tecnico-scientifica dei prodotti e del loro utilizzo in sicurezza.   Recentemente tali Linee Guida sono state tradotte in lingua inglese, per renderle disponibili ad un pubblico internazionale e per dialogare con ZDHC (Zero Discharge Hazardous Chemicals), l’organizzazione con la quale il settore ha avviato rapporti di collaborazione. La nuova versione delle Linee Guida è reperibile sul sito di Avisa.

Dopo la felice esperienza relativa alla redazione del manuale “L’incollaggio dei bordi”, nato dalla collaborazione lungo tutta la filiera produttiva, le aziende del settore adesivi per legno e arredamento hanno intrapreso un nuovo progetto. Sempre in una logica di filiera, hanno chiamato a collaborare gli attori che operano nel comparto delle superfici per la realizzazione di un nuovo manuale dal titolo “Il rivestimento di profili e pannelli nell’industria del mobile e dell’arredamento”. I lavori procedono a pieno ritmo, per completare il manuale e darlo alle stampe.

Sempre il settore adesivi per legno e arredamento ha curato la traduzione in lingua inglese del libro “Gli adesivi nell’industria del mobile”, un progetto condotto in collaborazione con il CATAS, il più grande istituto italiano di ricerca nel settore del legno e dell’arredo. Dopo un lungo periodo di ricerca di un editore, il libro “Adhesives in the furniture industry” è stato pubblicato a maggio 2024, per consentirne la fruizione ad un pubblico internazionale.

Nell’ambito internazionale, le istanze del settore sono ampiamente rappresentate grazie alla partecipazione di due delegati al Board e di alcuni delegati ai Gruppi di lavoro e Comitati di FEICA, l’Associazione europea dei produttori di adesivi e sigillanti.

Avisa



PITTURE E VERNICI

IL SETTORE

Per l’industria dei prodotti vernicianti il 2024, in Italia, è stato un anno di critico, caratterizzato da cali generali, più pesanti in alcuni specifici settori.

Sul totale annuale del comparto ha pesato in maniera significativa l’andamento delle pitture e vernici per edilizia che, in Italia, vale quasi il 50% in valore e oltre il 60% in volume del totale del mercato nazionale.

L’attuale dinamica dell’edilizia nazionale è frutto in realtà di una doppia tensione: da un lato la forte caduta della riqualificazione edilizia, per la conclusione degli strumenti straordinari di agevolazione fiscale, dall’altro l’ingresso in fase realizzativa di un’eccezionale quantità di opere pubbliche. La grande crescita di quest’ultime non è però in grado di compensare la caduta della riqualificazione.

Nella prima parte del 2024 le performance dei prodotti vernicianti del settore edilizia, pur negative, sono state più contenute perché hanno potuto beneficiare della coda delle incentivazioni fiscali. Nella seconda parte il calo è stato più visibile in attesa di poter beneficiare dell’effettiva onda favorevole dei nuovi lavori. Anche la produzione nel settore automotive in Italia ha registrato profondi arretramenti a causa di cali della domanda, cambiamenti delle abitudini specie dei giovani (car sharing, noleggio, etc.), e prezzo medio delle auto nuove in forte aumento.

Complessivamente, il fatturato dei prodotti vernicianti 2024 in Italia ha registrato un arretramento stimato di circa il 5% rispetto al 2023.

L’inizio del 2025 ha confermato un forte clima di incertezza legato al più generale scenario economico preoccupante caratterizzato da una economia nazionale ed europea debole. Nel settore edilizia, nonostante la spinta del PNRR, i primi mesi dell’anno hanno evidenziato performance negative rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’Associazione è specialmente impegnata a seguire da vicino il contesto legislativo, cercando di intervenire in fase di finalizzazione dei testi e fornendo consulenza alle imprese sui numerosi dossier di interesse come la Revisione Regolamento CLP, il Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio (PPWR), il Regolamento Ecodesign (ESPR), la Direttiva sulla cybersecurity (NIS2), il Regolamento sulla restrizione delle microplastiche.

Le imprese associate sono costantemente impegnate nell’offrire il proprio contributo allo sviluppo sostenibile; attraverso l’Associazione partecipano in modo continuo e propositivo sia ai tavoli di lavoro che il Ministero dell’Ambiente ha avviato, nell’ambito del piano nazionale d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione - per redigere i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti verdi per edifici, per l’acquisto di articoli per l’arredo urbano, per l’acquisto di arredi in legno - sia ai convegni che le Autorità organizzano in tema di Economia Circolare, Green Public Procurement, Ecolabel, Indoor Air Quality.

Nell’ambito del "Progetto Misurazione Indicatori di Circolarità", sviluppato da Avisa con Federchimica, Certiquality ed ERGO – Scuola Superiore Sant’Anna, i soci possono beneficiare gratuitamente di “COACH”, Circularity-Oriented Assistance for CHemical companies, un tool realizzato per supportare le imprese nella misurazione e nel perseguimento dell’economia circolare, in un’ottica di sostenibilità. Per le imprese di Avisa è stato realizzato “COACH-AVISA”, il Tool personalizzato per chi opera nel settore vernici, inchiostri, adesivi e sigillanti, disponibile anche nella versione inglese. Per entrambi gli strumenti è in via di sviluppo la seconda release.

Il Gruppo pitture e vernici, considerando sempre più strategico il rapporto con la scuola e il mondo accademico, è impegnato in diverse iniziative.

Innanzitutto, nell’ambito delle attività di education promosse da Avisa a beneficio degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado: con la partecipazione al “Premio Giovani Federchimica. Chimica: la scienza che salva il mondo”, un concorso che nasce per potenziare l’interazione tra scuola, territorio e industria chimica e per orientare gli studenti di scuola media verso percorsi di studio tecnico-scientifici; con la partecipazione all’iniziativa “Costruirsi un futuro nell’industria chimica”; grazie al pacchetto formativo di e-learning, che vale 13 ore di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), realizzato attraverso tre moduli, uno per ogni Gruppo merceologico di Avisa. Per l’anno scolastico 2024-2025 sono stati certificati circa 5.000 studenti.

Prosegue, infine, la collaborazione con il laboratorio Colore, Consorzio Poli.Design del Politecnico di Milano per promuovere l’innovazione e la conoscenza dei prodotti ma anche la qualità e la completezza dei futuri progettisti, anche attraverso l’allestimento di una coloreteca, uno spazio dedicato ai prodotti vernicianti, e la realizzazione di convegni, seminari e workshop con architetti e progettisti.

Avisa

 



INCHIOSTRI DA STAMPA

IL SETTORE

L’industria degli inchiostri da stampa in Italia nel 2024 ha registrato una crescita delle quantità del 2%, e dello 0,1% in valore, rispetto al 2023.

Il 2025 risulta condizionato dalle le incertezze derivanti dalle tensioni geopolitiche in atto e dai cambiamenti nelle condizioni del commercio globale, che presenteranno ulteriori aspetti problematici per l’intera economia globale.

I provvedimenti legislativi più significativi che riguardano l’industria degli inchiostri da stampa sono i Regolamenti su CLP, Imballaggi e Rifiuti di Imballaggio, Eco Design dei Prodotti Sostenibili, Green Claims, Prodotti a deforestazione zero e la revisione del Regolamento REACH.

Per finire, merita un cenno la legislazione sui materiali a contatto con gli alimenti. A tal proposito è costante e forte l’impegno del settore che si è concretizzato negli anni con la partecipazione al progetto CAST (Contatto Alimentare Sicurezza e Tecnologia), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, da cui è derivata la pubblicazione di una serie di Linee Guida, recentemente oggetto di lavori di aggiornamento.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Su questo versante c’è grande impegno e collaborazione tra l’Associazione nazionale e quella europea, EuPIA. Un esempio concreto dell’importanza di operare all’interno di un sistema internazionale è dato dai recenti cambiamenti nell’ordinamento giuridico svizzero e tedesco in tema di materiali stampati a contatto con gli alimenti. L’Associazione svizzera e quella tedesca dei produttori di inchiostri da stampa hanno realizzato un webinar, a beneficio delle Associazioni nazionali e delle Imprese a queste associate, per illustrare lo stato dell’arte della loro legislazione, consentendo in tal modo la diffusione della conoscenza su una materia di comune interesse e di rilevante importanza.

Restando in ambito europeo, il delegato italiano assicura la partecipazione ai Comitati e Gruppi di Lavoro di EuPIA, per fare arrivare la voce della nostra industria nelle sedi competenti, con le necessarie azioni di advocacy nei confronti sia dei parlamentari italiani che siedono nel Parlamento europeo, sia delle autorità competenti nazionali.

La vita associativa è intensa ed è costante l’attività relativa al monitoraggio e all’analisi della legislazione vigente e di quella in preparazione per cogliere i segnali di interesse.

Il Comitato Tecnico inchiostri da stampa, animato dalla presenza dei tecnici delle Imprese associate, rappresenta l’ambito di discussione di tutte le tematiche rilevanti per l’industria. È la sede elettiva di confronto tra le imprese associate per l’elaborazione di posizioni comuni e linee guida che sono, poi, rappresentate anche ai tavoli dell’associazione europea.

Sul fronte della sostenibilità si sta procedendo con la versione 2.0 del Tool COACH-Avisa, lo strumento realizzato in collaborazione con Certiquality e Ergo - Scuola Superiore Sant’Anna per misurare il livello di circolarità dell’organizzazione delle aziende associate, analizzarne i punti di forza e debolezza ed individuare le aree di miglioramento.

Negli ultimi anni è decisamente cresciuto l’impegno sul versante education. Oltre al “Premio Federchimica Giovani - Chimica: la scienza che salva il mondo”, concorso che nasce per potenziare l’interazione tra scuola, territorio e industria chimica e orientare gli studenti di scuola media verso percorsi di studio tecnico-scientifici, Avisa partecipa all’iniziativa “Costruirsi un futuro nell’industria chimica”.

Con il pacchetto formativo di e-learning, che vale 13 ore di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), l’associazione riesce ad avvicinare ogni anno al nostro mondo oltre 5.000 studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Avisa



GAS TECNICI SPECIALI E MEDICINALI

IL SETTORE

L’industria italiana dei gas tecnici, speciali e medicinali fattura circa 3 miliardi di euro all’anno e impiega circa 5.000 dipendenti.

La produzione è rappresentata principalmente da ossigeno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas. Le applicazioni di tali gas interessano quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale (metallurgia, meccanica, alimentare, chimica, vetro, ecc.), oltre che quelle di carattere sanitario (ossigeno, protossido d’azoto, miscele medicinali e dispositivi medici).

Il comparto dei gas industriali, che rappresenta il 65% circa del settore, ha chiuso il 2024 registrando un calo di circa il 2,5% rispetto ai volumi di produzione registrati l’anno precedente.

Sempre sul fronte prettamente industriale le flessioni più significative si sono osservate nella metallurgia, mezzi di trasporto e industria petrolifera. In leggero calo anche i comparti della chimica, carta, materie plastiche e nei prodotti e materiali da costruzione. In positivo l’andamento delle forniture al comparto alimentare.

Il restante 35% circa dei gas prodotti dall’industria sono destinati al comparto medicinale. Dopo il calo dei volumi globali di ossigeno medicinale degli anni precedenti ora i volumi si sono stabilizzati, essendo i dati del 2024 quasi sovrapponibili a quelli del 2023.

Certamente, in ambito domiciliare, si sta assistendo a una progressiva sostituzione dell’ossigeno liquido con ossigeno da concentratore. Questa sostituzione non è sempre coerente con le esigenze terapeutiche dei pazienti e probabilmente nei prossimi anni si raggiungerà un equilibrio fra il numero di pazienti a basso flusso, che possono essere curati con concentratore portatile, e quelli con necessità di trattamento ad alto flusso, che continueranno ad essere trattati con ossigeno liquido.

Lo scenario 2024 si caratterizza per una generale incertezza connessa all’introduzione dei dazi americani che potrebbe influenzare negativamente tutto il comporto industriale nazionale. La questione energetica permane un elemento di forte incertezza a causa del sovrapporsi di molteplici asimmetrie di costo.

A fronte di un primo semestre ancora in fase discendente e in considerazione di una domanda industriale che soffre di una forte pressione sugli scambi internazionali, si può prevedere che nel 2025 l’intero comparto dei gas industriali e medicinali segnerà un ulteriore calo produttivo, nell’ordine del 2/3%.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Tra le attività del 2024 si distingue l’intenso lavoro sul fronte della comunicazione e dell’organizzazione di convegni e momenti formativi.

Da oltre due anni Assogastecnici è presente sulla piattaforma LinkedIn con un proprio profilo costantemente aggiornato con notizie, approfondimenti, focus, estratti da documenti associativi, ecc. che illustrano in maniera sintetica ma efficace le peculiarità del nostro settore e gli approfondimenti sulle principali novità legislative.

L’Associazione è stata inoltre impegnata in un evento che ha riscosso un notevole successo di partecipazione e un diffuso apprezzamento dei contenuti: nel mese di giugno, presso il Centro Congressi del Museo storico dell’Alfa Romeo ad Arese, si è svolto il Convegno sulla “Gestione delle emergenze nel trasporto”, evento realizzato in collaborazione con il Servizio Logistica di Federchimica e che ha visto la partecipazione, tra l’altro, di rappresentanti dei Vigili del Fuoco, Polizia Stradale, Politecnico di Milano e SET (Servizio Emergenza Trasporti).

Un secondo appuntamento di estremo interesse per le imprese associate si è svolto in ottobre e in novembre 2024 in occasione del Corso di Formazione «Gas medicinali: Aspetti regolatori e GMP» in favore del personale QP delle imprese associate. Il corso, che ha avuto l'obiettivo di fornire una formazione regolatoria e GMP sui gas medicinali, ha registrato una diffusa partecipazione.

Sul sito di Assogastecnici è stato realizzato un sistema di calcolo che rende possibile la quantificazione del numero di confezioni di ossigeno medicinale necessarie al paziente in funzione della prescrizione medica. Tale progetto è stato accolto con favore da parte di SIFO, AIPO ed AIFA.

Il Gruppo Gas Medicinali ha inoltre continuato a monitorare il payback farmaceutico e dei dispositivi medici. Quello farmaceutico, nel 2024, non ha superato il tetto di spesa programmata.

Il Gruppo ha proseguito l’intensa interlocuzione con il Ministero della Salute su svariati temi tra cui: regolamentazione di impianti per la produzione di ossigeno medicale, chiarimenti ministeriali sulla classificazione delle miscele di gas per spirometria e la distribuzione diretta dell’ossigeno ai veterinari.

Inoltre, il Gruppo sta proseguendo l’interlocuzione con AIFA per ottenere alcune semplificazioni regolatorie, fra cui l’autorizzazione al rilascio a distanza dei lotti da parte delle QP.

Il Comitato Tecnico Regolatorio ha realizzato un progetto di formazione on-line accreditato ECM, dedicato al Personale Qualificato.

Il Gruppo Idrogeno Vettore Energetico partecipa al tavolo tecnico per la definizione di una Strategia Nazionale che possa accelerare il definitivo sviluppo del vettore energetico, monitora le opportunità di finanziamento connesse al PNRR e segue lo sviluppo della normativa a livello comunitario.

Un altro obiettivo principale del Gruppo è far comprendere anche al grande pubblico che l’idrogeno avrà un ruolo fondamentale nella transizione energetica, configurandosi come una fonte di energia sicura e pulita.

Sul fronte dei Gas Refrigeranti, è stato monitorato il processo di revisione del Regolamento F-Gas, dall’entrata in vigore sino alla sua implementazione a livello nazionale. Su tale Regolamento - in collaborazione con altre associazioni della filiera della refrigerazione e del condizionamento - è stato redatto un Position Paper, già presentato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Altri ambiti di attività associativa hanno riguardato la lotta al commercio illegale di prodotti fluorurati - problematica che nell’ultimo periodo è diventata particolarmente significativa - e l’avanzamento della proposta di restrizione riguardante i PFAS.

Da segnalare infine, le più recenti pubblicazioni, quali: quattro Training Package per l’area sicurezza sul lavoro, che presentano la descrizione dei principali episodi incidentali e relative raccomandazioni di sicurezza; per il comparto dei gas alimentari, la revisione della Linea Guida Assogastecnici sulle buone pratiche di fabbricazione degli impianti di distribuzione dei gas alimentari e della Linea Guida sulla Documentazione di Supporto alla Dichiarazione MOCA, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità; la Linea Guida Assogastecnici per la redazione delle SDS dei principali gas puri per l’area sicurezza prodotti.

Assogastecnici



ADDITIVI E AUSILIARI PER LA DETERGENZA E TENSIOATTIVI

IL SETTORE

Gli ausiliari per la detergenza e i tensioattivi sono sostanze chimiche fondamentali nel garantire l’efficacia dei detergenti, contribuendo in modo decisivo a mantenere elevati standard di igiene e salute, sia nella vita quotidiana sia in contesti professionali.

In un momento di profonda trasformazione guidata dal Green Deal europeo, il settore degli ausiliari per la detergenza e dei tensioattivi è stato al centro di più dibattiti tecnico normativi. Le nuove proposte e regolamentazioni in arrivo potrebbero infatti ridefinire in modo significativo il futuro di queste sostanze, ponendo sfide - ma anche opportunità - per l’innovazione sostenibile.

L'ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Le imprese del settore sono rappresentate in Federchimica all’interno di Aispec (Associazione nazionale chimica fine e settori specialistici) dal Gruppo merceologico ausiliari per la detergenza e tensioattivi.

Il Gruppo segue costantemente e in sinergia con Federchimica tutti gli sviluppi sul piano normativo/regolatorio che, ultimamente, ha subito un’importante evoluzione.

REGOLAMENTO DETERGENTI E TENSIOATTIVI

La revisione del Regolamento sui detergenti (648/2004) ha portato all’ampliamento del campo di applicazione, con l’inclusione dei tensioattivi, dando origine al nuovo Regolamento sui detergenti e tensioattivi.

L’atto normativo, proposto dalla Commissione nell’aprile 2023, punta a semplificare le regole, ridurre gli oneri amministrativi per i produttori e favorire l’immissione sul mercato europeo di prodotti più sicuri e sostenibili, in linea con le iniziative del Green Deal Europeo.

I tensioattivi sono già soggetti a regolamentazioni rigorose come i Regolamenti REACH e CLP e sono impiegati in diversi settori, non solo in quello della detergenza. In questo contesto, le associazioni industriali hanno svolto un ruolo importante nel portare all’attenzione delle Autorità le possibili criticità derivanti da questa sovrapposizione normativa. Grazie a un confronto costruttivo, le Autorità hanno accolto le osservazioni e adeguato la proposta, prevenendo così potenziali oneri e impatti negativi per gli operatori del settore.

RESTRIZIONE DEL DIOSSANO

Negli ultimi due anni una delle principali preoccupazioni del settore è derivata dalla proposta di restrizione del diossano nei tensioattivi - avanzata dall’Istituto Federale tedesco per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (BAuA) - e inserita nel registro delle intenzioni (ROI) dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) ad aprile 2023.

Il diossano è un’impurezza dei tensioattivi a base etossilata e la sua completa rimozione risulta non essere sostenibile per i produttori, dal punto di vista economico e ambientale. Data l’inapplicabilità della proposta, le imprese hanno lavorato con l’Associazione europea dei tensioattivi (Cesio) per trovare un punto di incontro con le Autorità e procedere a una valutazione dell’impatto socioeconomico della restrizione, coinvolgendo anche altri settori del Consiglio europeo delle industrie chimiche (Cefic). Ad agosto 2025 le Autorità tedesche hanno annunciato pubblicamente il ritiro della loro proposta in quanto, alla luce dell’analisi socioeconomica di impatto di Cesio, si rendono necessari nuovi dati e valutazioni.

REGOLAMENTO SULLA DEFORESTAZIONE

Sempre nell’ottica della Green Transition, le imprese da anni sfruttano materie prime bio-based per la produzione di tensioattivi eco-compatibili, in particolare olio di palma e palmisto, al fine di ridurre il ricorso a fonti fossili. La domanda di tensioattivi bio-based e/o bio-tensioattivi è in costante crescita, ma ciò determina l’ulteriore espansione della coltivazione della palma da olio, una delle cause della deforestazione e del degrado degli habitat naturali, soprattutto in alcune parti dell’Asia tropicale e dell’America centro-meridionale.

La Commissione europea ha pubblicato a giugno 2023 il nuovo Regolamento sulla deforestazione, che disciplinerà, a partire dalla fine del 2025, l’approvvigionamento di olio di palma e palmisto, insieme a quello di caffè, cacao, carne bovina, soia, legno e gomma. La nuova legge imporrà alle aziende l’obbligo di verificare che i beni venduti nell'UE non provengano da terreni deforestati o degradati in qualsiasi parte del mondo.

Le imprese, tuttavia, esprimono preoccupazione riguardo all’importante onere burocratico e amministrativo che questa normativa comporterà, oltre al rischio di perturbazioni nelle catene di fornitura. Inoltre, viene sottolineato il rischio che il level playing field tra l’Europa e il resto del mondo sia minacciato: le imprese europee, soggette a regole più stringenti, rischiano infatti di perdere competitività rispetto ai produttori extra-europei, ai quali tali vincoli potrebbero non essere applicati con lo stesso rigore, creando così distorsioni nel mercato globale.

ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE E EDUCATION

Le diverse iniziative promosse dal Gruppo nell’ambito della comunicazione e dell’education sono sempre state considerate strategiche per contrastare i pregiudizi, diffondere una corretta informazione, sviluppare un pensiero critico scientifico e una maggior consapevolezza del contributo che la chimica dà alla sostenibilità.

In particolare, il Gruppo ha aderito negli ultimi anni alla sezione detergenza del Premio Nazionale Federchimica Giovani e continua a fornire contenuti per il web magazine di Federchimica “Fatti, non fake!” (https://fattinonfake.federchimica.it/)

Infine, insieme ad Assocasa, da diversi anni il Gruppo partecipa alla Fiera H3I. L’evento, dedicato agli operatori della filiera della detergenza, prevede una conferenza tecnico-scientifica molto partecipata, sempre occasione di confronto tra i diversi attori di filiera, oltre a un piccolo spazio espositivo per le imprese.

Aispec



DETERGENTI E SPECIALITA' PER L'INDUSTRIA E PER LA CASA

IL SETTORE

Pulizia e igiene sono centrali nella vita quotidiana e le imprese della detergenza – per la casa, l’industria e le istituzioni – puntano a una crescita sostenibile, capace di rispondere ai bisogni dei consumatori in un contesto normativo sempre più complesso.

Il Cura Casa registra un +0,7% nei volumi e un fatturato di 4,5 miliardi di euro (+1,6% in valore), segno dell’importanza dei prodotti di pulizia e manutenzione non solo per le abitazioni ma anche per scuole, ristoranti, uffici, ospedali e trasporti pubblici. Sono strumenti indispensabili per le famiglie, in casa e all’esterno, e hanno un ruolo crescente anche nella tutela della salute grazie a insetticidi e soluzioni specifiche.

Oggi la cura della casa è guidata da benessere e sostenibilità: l’industria non si limita a soddisfare i bisogni di igiene, ma promuove riduzione degli sprechi, convenienza, praticità e consapevolezza del consumatore, fondamentale nell’uso corretto e nel dosaggio dei prodotti.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’associazione di categoria di riferimento per il settore della detergenza e specialità per l’industria e la casa è Assocasa, che raggruppa 108 aziende in Italia; a livello europeo, Assocasa si coordina con A.I.S.E (Association Internationale de la savonnerie, de la Détergence et des Produits d’Entretien), che opera a Bruxelles.

Tra le misure del Green Deal, pubblicato dalla Commissione Europea, che presuppone un insieme di iniziative politiche con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050 e include anche la Chemical Strategy for Sustainability (CSS), sono previste le revisioni di numerosi regolamenti, tra i quali il regolamento REACH, il Regolamento CLP, il Regolamento Detergenti e il Regolamento sulla deforestazione con le nuove sfide che pone per gli attivi di origine naturale e gli imballi di cellulosa.

Importante è stato l’intenso lavoro di advocacy a livello europeo e nazionale svolto in occasione della revisione del Regolamento Detergenti, che spesso è stato in grado di evidenziare e far comprendere alle istituzioni le esigenze del settore. Infatti, insieme alle imprese e alle altre associazioni coinvolte, sono state identificate le criticità e sviluppate posizioni e proposte di modifica fondamentali durante le fasi di confronto con le Autorità Competenti.

A livello tecnico normativo, l’Associazione ha fornito un costante supporto alle imprese per la complessa gestione di alcune norme e ha analizzato con anticipo i Regolamenti in pubblicazione e revisione, come nel caso del Regolamento CLP.

Grande attenzione è data, inoltre, agli imballaggi, con la pubblicazione del Regolamento (UE) 2025/40 (PPWR) che introduce requisiti per lo sviluppo, l’utilizzo e la gestione degli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. Le disposizioni del PPWR coprono l’intero ciclo di vita degli imballaggi promuovendo il riutilizzo, il riciclaggio e una gestione più efficiente delle risorse attraverso misure dedicate.

Importante, in particolare per il settore professionale, è anche la revisione dei criteri Ecolabel.

Numerose sono poi le attività sul Regolamento Biocidi, di cui restano evidenti le criticità di implementazione, in particolare per quanto riguarda la difesa dell’approvazione dell’etanolo come sostanza attiva biocida nei disinfettanti, fondamentale nel settore salute. Inoltre, continua l’impegno per promuovere una armonizzazione di test da eseguire per l’autorizzazione dei prodotti insetticidi, che, data la sempre maggior diffusione di insetti in grado di fungere da vettore di malattie, mostra come i prodotti insetticidi ricoprano un ruolo sempre più fondamentale nella vita quotidiana.

Per i Presidi Medico Chirurgici (PMC) sono state pubblicate le “Linee guida per una corretta etichettatura”, finalizzate a garantire la tutela di consumatori e operatori attraverso un uso consapevole e a supportare i titolari delle autorizzazioni nell’evitare violazioni. Le indicazioni recepiscono le principali criticità emerse con gli stakeholder e gli aggiornamenti normativi, anche europei, oggetto di confronto tra Assocasa e le Autorità Competenti. Contestualmente, sono state aggiornate le “Linee guida sulla pubblicità sanitaria dei PMC”, che integrano le esigenze degli operatori e ampliano la parte dedicata ai canali social, in linea con gli sviluppi più recenti del settore.

Al fine di essere ancora più vicini ai consumatori, il settore promuove “Puliti e Felici”, il webmagazine che, grazie anche alla sua pagina Facebook con 66.182 follower, elargisce consigli e fornisce informazioni sull’uso dei detersivi e i prodotti di manutenzione della casa. È anche su Instagram.

Assocasa



INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE

IL SETTORE

La formulazione del prodotto cosmetico è costituita da moltissimi ingredienti: un mondo assai complesso e variegato, con più di 8.000 sostanze, estremamente diverse per origine, caratteristiche, proprietà chimico-fisiche e processi produttivi.

Ogni componente della formulazione di un cosmetico ha una funzione specifica e opera in sinergia con gli altri ingredienti. Un esempio è rappresentato dalla fragranza: consideriamo il ruolo fondamentale che questo elemento riveste in un cosmetico, immaginando, per esempio, un prodotto straordinariamente efficace per la nostra pelle, ma con un odore sgradevole.

La fragranza può avere questo scopo funzionale, ma è fondamentale soprattutto perché caratterizza in modo unico un prodotto, rendendolo facilmente riconoscibile al consumatore, innescando così un meccanismo di fidelizzazione.

QUALITÀ E SICUREZZA

La sicurezza delle sostanze impiegate nella filiera cosmetica rappresenta l’obiettivo primario del settore. Il Regolamento cosmetico 1223/2009 stabilisce le norme che i prodotti immessi sul mercato europeo devono rispettare, garantendo la sicurezza attraverso le responsabilità attribuite alle imprese prima dell’immissione in commercio, nonché tramite le attività di sorveglianza e cosmetovigilanza svolte dalle Autorità competenti durante tutta la vita commerciale del prodotto.

Per quanto riguarda gli ingredienti cosmetici utilizzati nelle formule, così come gli ingredienti delle fragranze impiegate nelle profumazioni, la valutazione della sicurezza si basa su due livelli complementari. Da un lato, i Regolamenti REACH e CLP identificano i pericoli associati a ciascun ingrediente, classificandoli e imponendo restrizioni in base ai rischi potenziali. Dall’altro, il Regolamento cosmetico e lo standard IFRA (Associazione Internazionale delle Fragranze), che si autoregolamenta dal 1973 tramite un Codice di buona pratica in continua evoluzione scientifica (attualmente giunto alla sua 51ª revisione), assicurano che l’esposizione dei consumatori a tali sostanze avvenga entro livelli sicuri e controllati.

In questo modo, sia per gli ingredienti cosmetici nelle formule cosmetiche, sia per gli ingredienti delle fragranze, viene garantito un equilibrio tra il riconoscimento dei rischi e la gestione del livello di esposizione, a tutela della sicurezza e dell’efficacia dei prodotti finiti destinati al consumatore.

SOSTENIBILITÀ

Grazie alla spinta normativa promossa dal Green Deal, l’industria chimica sta svolgendo un ruolo centrale nel ridurre l’impatto ambientale degli ingredienti cosmetici, al fine di renderli più sostenibili fin dalla loro progettazione.

In questa logica, sul mercato vengono immessi sempre più ingredienti che provengono da materiali di scarto (sottoprodotti) di filiere diverse, come ad esempio quella alimentare, al fine di ottimizzarne l’impiego.

In generale, cresce l’attenzione per la tracciabilità delle materie prime; queste ultime dovrebbero provenire da coltivazioni sostenibili, dove siano garantite le condizioni necessarie per la biodiversità e siano rispettati elevati standard di salute e sicurezza.

ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In Federchimica-Aispec l’industria delle fragranze è rappresentata dal Gruppo aromi e fragranze, che aderisce a IFRA, mentre le materie prime per l’industria cosmetica e gli additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica sono rappresentati dal Gruppo Mapic.

Tra le varie attività che i Gruppi svolgono per il settore, oltre a seguire costantemente gli sviluppi normativi, vanno considerati i diversi progetti di comunicazione per contrastare le fake news e per diffondere una corretta cultura scientifica presso l’opinione pubblica.

In quest’ottica, da diversi anni i due Gruppi organizzano varie attività di formazione per studenti, docenti e giornalisti. L’obiettivo è spiegare come la ricerca scientifica e la legislazione garantiscano la sicurezza e l’efficacia degli ingredienti cosmetici e delle fragranze, oltre a sfatare i principali falsi miti che riguardano questi prodotti.

Inoltre, entrambi i Gruppi costituiscono una fonte di contenuti per il web magazine di Federchimica “Fatti, non fake!” (https://fattinonfake.federchimica.it/)

Nell’ambito fieristico continua la collaborazione con Step Exhibition per la promozione della fiera Making Cosmetics.

Nell’edizione 2024 Mapic ha contribuito con i propri esperti alla conferenza scientifica, organizzata da Teknoscienze e dalla Società italiana di Chimica e Scienze Cosmetiche (SICC), e al Mapic Tech Day, una riunione del Comitato Tecnico aperta al pubblico.

Dal 2024 è stata inoltre prevista anche la partecipazione del Gruppo aromi e fragranze, con una conferenza tenuta da profumieri di grande esperienza ed esperti del settore.

Aispec



COSMETICA

IL SETTORE

Nel 2024, il fatturato totale del settore cosmetico ha generato un valore complessivo di 16,5 miliardi di euro (41,2 se si considera il valore dell’intera filiera), segnando una crescita media costante del 5,5% negli ultimi 10 anni e confermandosi un settore chiave per l’economia del Paese, oltre che un moltiplicatore di competitività. Le proiezioni a fine 2025 vedono un’ulteriore crescita di 5 punti percentuali a 17,4 miliardi di euro, pur nel contesto di uno scenario geopolitico complesso. Inoltre, l’industria ha sostenuto complessivamente l’occupazione con circa 440.000 posti di lavoro (1,6% della forza di lavoro in Italia).

Le esportazioni rappresentano il vero motore della crescita: nel 2024, la cosmetica si è posizionata tra i settori più performanti del Made in Italy per incremento dell’export (seconda solo alla gioielleria per crescita percentuale) con un fatturato di 7,9 miliardi di euro e con una crescita media costante del 9,1% negli ultimi 10 anni. Oggi circa la metà dei ricavi complessivi deriva dai mercati esteri e la stima a fine 2025 indicano un valore complessivo di 8,5 miliardi di euro.

I consumi di prodotti cosmetici sono stabili, anche nelle famiglie a basso reddito, con una spesa di 13,4 miliardi di euro (219 euro pro-capite) nel 2024 pari a un valore dello 0,5% del PIL italiano, a testimonianza della natura essenziale che questi prodotti svolgono come beni primari ad uso ricorrente nei consumi quotidiani.

Ricerca e innovazione rimangono due tasselli chiave nello sviluppo della cosmetica italiana, con investimenti complessivi pari a circa il 6% del fatturato, a fronte di una media nazionale del 3% dell’industria manifatturiera. In particolare, l’attenzione alla transizione sostenibile si riflette trasversalmente lungo tutta la filiera produttiva – dagli imballaggi alla gestione energetica, dalla riduzione delle emissioni all’ottimizzazione della logistica. A livello europeo, sono 32.000 gli scienziati costantemente impegnati nella ricerca e nello sviluppo di prodotti cosmetici, a ulteriore testimonianza dell’importanza della ricerca scientifica e della tutela della salute.

Il comparto si trova oggi ad affrontare un pesante sovraccarico normativo, unito all’aumento dei costi energetici, che mette a rischio la capacità competitiva delle imprese, soprattutto in un contesto globale segnato da incertezze commerciali. Una semplificazione regolatoria a livello europeo, integrata con strategie nazionali, porterebbe le aziende del settore a liberare risorse da investire in export, innovazione e occupazione – entro il 2030, il fatturato abilitato potrebbe essere di 9,7 miliardi di euro, mentre l’occupazione crescerebbe di 54.000 nuovi posti di lavoro.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Cosmetica Italia è l’organizzazione di riferimento per l’industria cosmetica italiana e rappresenta circa 640 imprese che coprono circa il 95% del fatturato del settore. Per favorire lo sviluppo e il business delle imprese associate e la promozione dell’intero settore in Italia e all’estero, realizza progetti mirati, che si evolvono in sintonia con i cambiamenti sociali, economici e culturali.

Attraverso la sua struttura e aree di attività, l’Associazione rappresenta le imprese del settore cosmetico presso istituzioni nazionali e internazionali, supporta le aziende nell’internazionalizzazione, promuovere la reputazione del settore attraverso progetti di comunicazione e divulgazione, e fornisce servizi tecnici, normativi, fiscali, economici e formativi alle imprese associate. Cosmetica Italia, inoltre, è da sempre impegnata nella corretta informazione sui prodotti cosmetici, sui loro ingredienti e sul loro utilizzo e nella sensibilizzazione sull’indispensabilità della cosmesi per il benessere di ciascuno e sul valore economico, scientifico e sociale del comparto.

Forte è, infine, l’impegno dell’Associazione nella creazione di una cultura diffusa del valore del cosmetico e della sua filiera attraverso progetti come la Milano Beauty Week, che ha raccolto oltre 275.000 visitatori dal 17 al 21 settembre 2025. Più di 500 eventi, convegni, talk, mostre e laboratori, inclusi appuntamenti legati alla solidarietà e alla prevenzione, tutti gratuiti, hanno animato il palinsesto de “La settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere” in numerose location, spazi commerciali, luoghi d’arte e di cultura che, anche grazie al coinvolgimento delle aziende aderenti, hanno contribuito a delineare le diverse sfaccettature del comparto cosmetico. Tra le novità dell’ultima edizione, un’apertura sempre più ampia oltre il perimetro della città di Milano con diversi spin-off che hanno valorizzato specifiche realtà territoriali: dai Crema Beauty Days alle iniziative legate ai beauty district di Monza e Lodi, fino alle connessioni con il Museo di Palazzo Mocenigo a Venezia e con il Museo Villoresi di Firenze.

Cosmetica Italia



PRINCIPI ATTIVI E INTERMEDI DI CHIMICA FARMACEUTICA

IL SETTORE

Aschimfarma è l’Associazione di Federchimica che rappresenta i produttori di principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica (API), alla quale aderiscono imprese italiane e multinazionali, con impianti in Italia per la produzione di sostanze di chimica fine ottenute con processi ad elevato contenuto tecnologico, sia nella fase di sviluppo che di realizzazione industriale.

A livello europeo, Aschimfarma aderisce a EFCG (European Fine Chemical Group) e ad APIC (Active Pharmaceutical Ingredients Commitee), entrambi parte del CEFIC (European Chemical Industry Council).

Il settore degli API in Italia include 72 imprese produttrici, 109 siti produttivi e 11.900 addetti. Gli investimenti in ricerca e sviluppo e in salute, sicurezza e ambiente sono pari al 4% del fatturato, in crescita costante dal 2018 in poi.

Il valore della produzione italiana, già nel 2022, ha superato i 5 miliardi di euro di fatturato, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, confermando l’Italia al primo posto tra i produttori europei di API.

Le imprese che operano nel settore sono per lo più piccole e medie, con un numero di addetti variabile da meno di cento ad alcune migliaia per le aziende di maggiori dimensioni.

Il settore di sbocco è principalmente quello farmaceutico, con due segmentazioni principali: principi attivi per i farmaci generici e il custom manufacturing, ovvero la preparazione e vendita di intermedi e principi attivi per i farmaci delle società farmaceutiche titolari del brevetto. Il mercato di riferimento è mondiale, con particolare presenza e attenzione al Nord America. Globalmente l’Italia detiene una posizione di primo piano, esportando oltre l’85% della produzione API in più di 90 Paesi, ovvero circa 4,5 miliardi di euro, dando un significativo contributo positivo alla bilancia commerciale italiana.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Aschimfarma è stata invitata a partecipare a 2 audizioni, l’11 giugno 2025 presso la Camera dei deputati e il 2 luglio 2025 presso il Senato della Repubblica.

Lo scopo degli incontri è stato quello di riprendere la proposta di Regolamento europeo Critical Medicines Act, emanata da parte della Commissione europea lo scorso 11 marzo.

Parte della Strategia Farmaceutica per l’Europa lanciata nel 2020, il Critical Medicines Act intende contribuire alla costruzione dell’Unione europea della salute ed è volto a minimizzare le vulnerabilità e a incentivare la diversificazione delle catene di fornitura e a supportare produzioni farmaceutiche sul territorio dell’Unione. Oltre che ai medicinali critici, la nuova proposta legislativa intende fornire risposta anche in tema di accesso ad altri medicinali di interesse comune e che possono non essere disponibili in certi mercati. 

L’obiettivo da realizzare prevede di accelerare le procedure di rilascio delle autorizzazioni per la creazione o l’ampliamento degli impianti produttivi relative ai progetti strategici, mettendo a disposizione qualsiasi forma di procedura accelerata prevista dal diritto dell'Unione e nazionale applicabile; razionalizzare e uniformare le valutazioni ambientali a livello europeo, evitando duplicazioni e incertezze normative tra Stati membri; assicurare il coordinamento tra gli Stati membri, creando strutture stabili di coordinamento a livello tecnico e amministrativo, nonché a livello di acquisto pubblico e distribuzione del farmaco a livello europeo; approdare ad un quadro normativo armonizzato a livello europeo in particolare per quanto riguarda gli aspetti regolatori legati alla produzione e distribuzione e vendita di principi attivi; abbandonare il criterio del prezzo più basso in ambito di acquisto pubblico dei farmaci, inserendo criteri relativi alla resilienza dell’approvvigionamento, alla prossimità geografica e, di nuovo, alla sostenibilità ambientale.

Su richiesta del MIMIT, Aschimfarma sta sviluppando un documento di mappatura delle officine di produzione di principi attivi farmaceutici del territorio, con lo scopo di conoscere la tipologia dei prodotti che le imprese sono attualmente autorizzate a produrre e quali altre molecole sarebbero potenzialmente in grado di garantire tra quelle incluse nella lista dei critici.

Su altri fronti, il 10 settembre 2024 l’associazione ha incontrato le autorità competenti sulla proposta di riclassificazione del Diclorometano e sull’impatto socioeconomico che questa modifica avrebbe sui produttori di principi attivi.

L’Associazione ha poi promosso diverse iniziative di formazione, tra cui la VI edizione del Master post-laurea “PRO-API”, realizzato dall’Università di Perugia, e, proseguendo l’attività di collaborazione con l’Università di Pavia, ha organizzato la Giornata di studio sull’intelligenza artificiale, per far incontrare il mondo dell’Università e dell’industria.

L’Associazione ha inoltre supportato le aziende associate attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore (CPhI Worldwide e CPhI Japan). Prosegue la positiva collaborazione con AFI (Associazione Farmaceutici Industria), attraverso la partecipazione all’annuale Simposio AFI di Rimini, nel corso del quale si è svolta una sessione dedicata ai principi attivi.

Aschimfarma



FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE

IL SETTORE

Nel 2025 le vendite dei farmaci senza obbligo di prescrizione consolidano il ritorno all’andamento tipico del settore, caratterizzato da una spesa moderatamente in crescita e da una contrazione dei volumi: da agosto 2024 a luglio 2025 i fatturati (quasi 3,2 miliardi di euro) hanno mostrato un aumento del +2,0% mentre i volumi (poco più di 293 milioni di confezioni) sono in flessione del 2,4%.

I dati rilevati confermano l’avvenuta “normalizzazione” dell’incidenza delle sindromi respiratorie (tra cui il SARS CoV-2) e del periodo di picco influenzale, avvenuto a inizio anno nella stagione 2024-2025, similarmente a quanto registrato nel decennio pre-pandemia. Si conferma, inoltre, quanto il ricorso ai farmaci da banco anche per la gestione dei casi lievi di Covid-19 abbia contribuito, insieme all’elevata incidenza dei sintomi influenzali nell’ultimo triennio, a un aumento delle vendite del settore, stabilmente superiori ai livelli precedenti la pandemia.

Le due categorie in cui è divisa la classe dei medicinali senza obbligo di ricetta, quali i farmaci di automedicazione o OTC (Over The Counter), e i SOP (Senza Obbligo di Prescrizione, Behind The Counter), fanno osservare un andamento similare delle vendite caratterizzato da una contrazione dei volumi, minore per i SOP (-0,9%) rispetto agli OTC (-3,1%), e un aumento dei fatturati, più modesta per i farmaci da banco (+1,6%) rispetto ai SOP (+3,1%).

Restano stabili le dinamiche competitive tra i canali (farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata): la farmacia off line conferma una quota di mercato dominante, di poco inferiore al 90%. Sebbene i canali virtuali, quali siti di farmacie, parafarmacie e corner autorizzati (D. Lgs. 19 febbraio 2014, n. 17),  continuino ad avere una quota di mercato ancora marginale e inferiore al 5%, le vendite on line fanno osservare, a differenza delle vendite nei punti vendita fisici, un andamento molto dinamico, con una crescita delle confezioni che sfiora il 9% e un incremento a doppia cifra (+13,5%) dei fatturati.

Osservando l’andamento delle vendite sul lungo periodo, si vede che i fatturati del settore non prescription, per quanto positivi, si muovono in un intervallo di variazione modesto, mentre il trend di contrazione dei volumi, in atto, con la sola eccezione del biennio 2021-2022, dal 2008, trova spiegazione, oltre che nella maggiore o minore incidenza di piccoli disturbi, anche nella concorrenza di prodotti per la salute diversi dai farmaci. Per quanto il mercato dei farmaci OTC rilevi segnali di innovazione in termini di diversificazione e lanci di nuovi prodotti, il comparto risente strutturalmente inoltre, di una diversa propensione tra il nord e il sud del Paese alla spesa farmaceutica privata e della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi non ancora disponibili, come farmaci OTC in Italia rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei.

L’ATTIVITÀ DELL'ASSOCIAZIONE

In uno scenario di trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale e di necessità di rispondere alle numerose criticità, tra cui la sostenibilità economica dell’assistenza pubblica, l’attività di sensibilizzazione dei cittadini riguardo alla gestione della propria salute appare sempre più importante.

In questo contesto, l’automedicazione può svolgere un ruolo chiave, sia nell’educare e responsabilizzare i cittadini, sia nel contribuire a una governance più sostenibile del Servizio Sanitario. Per questo motivo Assosalute è impegnata in un percorso pluriennale che, attraverso un dialogo con tutti i componenti del sistema salute, delinei nuovi approcci di cura che favoriscano un uso più appropriato dei servizi sanitari, tenendo conto della sempre più matura propensione delle persone a prendersi cura di sé. Si tratta di un’evoluzione che il settore vuole sostenere promuovendo una cultura dell’alfabetizzazione sanitaria sempre più diffusa e moderna.

Nell’era dei social e dell’intelligenza artificiale, in cui dilagano fake news e disinformazione, ciò significa anche investire su una comunicazione scientificamente fondata e certificata: solo un cittadino correttamente informato e educato può farsi consapevolmente protagonista delle proprie scelte di cura e contribuire alla sostenibilità del sistema.  Per tali ragioni l’Associazione promuove da anni attività di informazione e educazione alla salute come il progetto di comunicazione digitale “Semplicemente Salute”, rivolto ai cittadini, e la collaborazione con Cittadinanzattiva su progetti con le scuole. In una fase di evoluzione del ruolo dei medici di famiglia e dei farmacisti sul territorio, segnata da future trasformazioni della governance farmaceutica attraverso la legislazione europea in discussione, Assosalute continuerà a lavorare con i propri stakeholder di riferimento per una valorizzazione delle peculiarità del settore dell’automedicazione affinché sia, esso stesso, parte attiva dei cambiamenti nostro Servizio Sanitario.

Assosalute



PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE

IL SETTORE

Anche il 2024 è stato un anno caratterizzato dalla presenza di focolai di malattie importanti quali la Peste Suina Africana (PSA), Influenza Aviaria (AI) e Blue Tongue (BT) su numerose aree del Paese. Nonostante ciò, il comparto sta godendo di un ottimo stato di salute, confermato dalle nostre rilevazioni interne, le Ceesa International Sales Survey (CISS).

La crescita generata dall’intero settore è di circa il 6%, con un fatturato corrispondente a 833 milioni € e driver incontrastato di questa crescita sono gli animali da compagnia, arrivando a segnare un +8% e un fatturato di circa 520 milioni di euro. Dopo 5 anni di stagnazione e decrescita, tornano a vedere il segno positivo anche i prodotti per gli animali che producono alimenti, con una crescita del 3% e un fatturato pari a 314 milioni euro circa.

PRODUZIONI ANIMALI

In generale si è registrato un calo dei consumi di carni rosse nel 2024, sia di bovini che di suini. Il calo relativo alla produzione/consumo delle carni suine può essere interamente imputato ai focolai di PSA, che ne hanno notevolmente ridotto le esportazioni. Parallelamente, si è assistito ad un aumento delle produzioni bovine e dell’importazione di animali vivi. Perdura la crisi del settore ovino.

Il settore avicolo si presenta con una fotografia completamente opposta, con una crescita del 4,2% e il dato di consumo pro-capite arrivato a 21,9 kg, il più alto degli ultimi 10 anni.

Nonostante le problematiche legate al clima, soprattutto nel corso dei mesi estivi, la produzione di latte è in crescita in Italia e si registra un +1,3% circa rispetto al 2023. Il prezzo alla stalla nazionale ha evidenziato una nuova spinta al rialzo, sostenuta dalle quotazioni dei principali formaggi della tradizione. (Fonte ISMEA mercati).

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Aisa prosegue l’attività focalizzata sull’implementazione del Decreto Legislativo 218/2023, norma che va a completare a livello nazionale il Regolamento UE 2019/6 relativo ai farmaci veterinari.

Non sono cambiati gli obiettivi già introdotti durante il periodo del Covid-19: la divulgazione e il pieno supporto al concetto di One Health, la profilassi quale arma per combattere l’antimicrobico resistenza, il tema del rapporto tra Pets, Salute e società.

Quest’ultimo tema è diventato centrale anche nell’agenda del Governo l’Associazione si aspetta che vengano prese iniziative concrete per agevolare una corretta convivenza tra noi e gli animali che sono all’interno delle nostre abitazioni.

Aisa è fortemente impegnata sul fronte della promozione presso la classe veterinaria delle pratiche profilattiche (vaccini) al fine di ridurre gli interventi terapeutici a base di antimicrobici, a tutela di animali e consumatori. Le azioni in atto su questo fronte fanno parte della strategia associativa nel supportare e diffondere il concetto di One Health, ovvero un’unica salute per uomo, animali e ambiente.

Aisa

 



BIOTECNOLOGIE

IL SETTORE

Le biotecnologie, ovvero l’insieme delle tecnologie che utilizzano organismi viventi, cellule o loro componenti per creare prodotti, processi o soluzioni, sono oggi una leva strategica per affrontare le sfide globali. Dal cambiamento climatico alla sicurezza alimentare, fino alla prevenzione e gestione delle pandemie, il biotech offre risposte concrete e sostenibili.

Un settore trasversale, che va dalle tecnologie tradizionali, come la fermentazione o la selezione genetica in agricoltura, alle soluzioni più avanzate basate su bioingegneria, biologia sintetica ed editing genomico. Queste ultime, nate negli ultimi trent’anni, stanno trasformando profondamente sanità, agricoltura, industria e ambiente in modo perfettamente compatibile con l’approccio One Health, secondo cui la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sono interconnesse e indivisibili.

Il lancio del programma STEP – Strategic Technologies for Europe Platform, nel 2023 ha segnato il riconoscimento ufficiale del biotech come tecnologia cruciale per la competitività e l’autonomia strategica dell’Unione Europea. Nel corso del 2024, questa attenzione politica si è ulteriormente intensificata, con la pubblicazione della Comunicazione della Commissione Europea Building the future with nature: Boosting Biotechnology and Biomanufacturing in the EU e con l’aggiornamento del Piano nazionale per la Bioeconomia. Parallelamente, sono iniziati i lavori preparatori per la nuova Strategia europea per la bioeconomia e per il Biotech Act, atteso nel 2026.

Anche l’attenzione a livello nazionale sta crescendo e grazie a un modello innovativo per quantificare la presenza delle biotecnologie all’interno di tutti i settori del Made in Italy, elaborato da Assobiotec nel corso dello scorso anno, è stato finalmente possibile quantificare in modo più puntuale il peso del comparto all’interno della produzione industriale italiana. L’analisi dei codici ATECO e la stima della quota biotech associata, restituisce l’immagine di un settore che nel 2023 ha generato un fatturato complessivo superiore a 47,5 miliardi di euro, pari al 2,23% del PIL italiano.

Il biotech in Italia mostra una forte concentrazione territoriale, con il 73% del valore prodotto nel Nord Italia e si articola in otto principali macrocategorie; conta 4.888 imprese attive, distribuite per il 48% al Nord, 27% al Sud e Isole e 25% al Centro. La Lombardia è la regione leader con il 15,3% delle imprese, seguita da Veneto e Toscana (11,6% ciascuna).

Dal punto di vista dimensionale conta 54% microimprese, 20% grandi imprese, 17% piccole, 9% medie. Il settore impiega circa 80.000 addetti, con oltre il 50% concentrato in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Le biotecnologie si confermano un driver essenziale di innovazione, trainando farmaceutico e bioeconomia, che insieme contribuiscono per circa il 20% del PIL nazionale.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Assobiotec ha saputo confermare il proprio ruolo di interlocutore attivo e riconosciuto nel Sistema Paese, contribuendo in maniera sostanziale all’elaborazione di proposte e posizioni strategiche.

Sul piano istituzionale, l’azione dell’Associazione si è sviluppata sia in modo diretto, attraverso la partecipazione a tavoli ministeriali, come quello sulla Sperimentazione Clinica e i Medicinali per Uso Umano del Ministero della Salute o quello per l’Internazionalizzazione del Biotech del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e l’elaborazione di dossier tecnici e documenti di posizione, come i contributi al Libro Verde per una nuova politica industriale del Ministero dell’Industria e del Made in Italy e ai lavori del G7 Salute sull’antimicrobico resistenza, sia in sinergia con Federchimica e le federazioni europee EuropaBio ed European Biosolutions Coalition, con l’obiettivo comune di tradurre l’interesse politico in norme chiare, strumenti efficaci e un quadro regolatorio abilitante.

Per sostenere una migliore comprensione delle biotecnologie e del loro potenziale, Assobiotec ha organizzato numerose iniziative per addetti ai lavori come il BioInItaly Investment Forum, eventi dedicati alle terapie avanzate, alla ricerca sulle malattie rare e al trasferimento tecnologico. Ha inoltre promosso decine di iniziative di divulgazione per consolidare la conoscenza del biotech e rafforzare il dialogo con istituzioni, imprese, cittadini e nuove generazioni. Tra gli appuntamenti più rilevanti figurano la Biotech Week, che ha visto in programma circa 100 appuntamenti, e il Bioeconomy Day, insieme alla partecipazione ad eventi scientifici di rilievo quali il Festival delle Scienze di Roma. A questi si aggiungono gli appuntamenti e le iniziative internazionali come le tappe del Montalcini Global Biotech Tour in USA, Svizzera e Qatar, attraverso le quali abbiamo promosso il biotech italiano nel mondo.

Grande attenzione è stata riservata anche ai giovani con il progetto Biotech Future: competenze e opportunità nel settore (Milano 2024 e Napoli 2025), volto a creare un ponte fra accademia e industria sui temi della formazione e delle professioni del futuro cui è stato dedicato anche uno studio condotto con EY che offre una proiezione fino al 2035 sull’evoluzione della domanda di lavoro.

Sul piano della comunicazione, l’Associazione ha rafforzato in maniera significativa la propria presenza sui canali social e media tradizionali, raggiungendo una community di oltre 34.000 follower e realizzando nuovi materiali di comunicazione, tra cui un video istituzionale dedicato al valore delle biotecnologie, con l’obiettivo di rendere sempre più immediato ed efficace il dialogo con gli stakeholder.

Assobiotec continuerà a lavorare per consolidare il biotech come motore trasversale di competitività, sostenibilità e salute. A livello europeo, l’impegno sarà concentrato sui lavori preparatori del Biotech Act, con un approccio integrato che valorizzi tutte le aree di applicazione: dalla salute all’industria, dall’agroalimentare all’ambiente.

A livello nazionale, le priorità strategiche si focalizzeranno sullo sviluppo di competenze avanzate, in particolare per le nuove generazioni e nelle discipline STEM, sul sostegno a start-up e PMI innovative attraverso strumenti di finanziamento mirati, sulla collaborazione pubblico-privato per favorire il trasferimento tecnologico e l’innovazione, sulla garanzia di tempi più rapidi di accesso all’innovazione e sulla tutela di un quadro normativo stabile e abilitante per l’intero ecosistema biotech.

Assobiotec



PRODOTTI AEROSOL

IL SETTORE

I prodotti aerosol, anche noti come bombolette spray, possono fare affidamento su una filiera coesa e interconnessa, che coinvolge i produttori di gas propellente, i fornitori di imballaggi ed accessori e i produttori di prodotti finiti.

Il settore è, quindi, formato sia da piccole e medie imprese, che svolgono principalmente attività di riempimento conto terzi, sia da grandi multinazionali, che immettono sul mercato prodotti di largo consumo, bombole vuote ed accessori.

Il prodotto aerosol è unico nella sua applicazione e per questo motivo risulta essere trasversale tra i prodotti a scaffale (cosmetici, prodotti per la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-da-te, prodotti alimentari e farmaceutici) che costantemente si sfida nella realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente.

Dall’analisi di mercato condotta nel 2024 emerge un dato aggregato nazionale totale di bombolette stimato in 573,5 milioni di pezzi riempiti in Italia (+ 4,9% rispetto al 2023), al cui interno i prodotti per uso personale pesano per il 52,0% (+3,7% rispetto al 2023), mentre i prodotti per la casa costituiscono il 14,9% (-0,7% rispetto all’anno precedente). Le pitture e le vernici rappresentano l’8,9% del totale in aumento (+10,6% rispetto all’anno precedente). In aumento i prodotti tecnici e industriali (+4,4%) e i prodotti alimentari (+13,8%). In calo invece i prodotti per auto (-2,9%).

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Il tema della sostenibilità dell’imballaggio è sempre centrale per l’Associazione Italiana Aerosol: in collaborazione con il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (CiAl) il Consorzio Raccolta e Riciclo Imballaggi Acciaio (Ricrea), è stata rinnovata la campagna informativa #spraysereno, che, l’anno precedente ha registrato oltre 42 milioni di impression e sono stati raggiunti quasi 7 milioni di utenti.

La campagna #spraysereno è stata infatti rilanciata anche nel 2025: l’obiettivo è di sensibilizzare i giovani consumatori sulla sostenibilità del prodotto aerosol, sfatando alcuni vecchi miti e mostrando le qualità ambientali della bomboletta. La campagna ha rinnovato la sua Spray Crew e nella sua seconda edizione ha raggiunto oltre 36 milioni di impression su TikTok e Instagram, registrando un record di +923% di salvataggi su Tik Tok confermando l’attenzione della GenZ ai temi di sostenibilità.

Anche quest’anno Aia ha promosso il “Premio Nazionale Federchimica Giovani”, rivolto a studenti di scuole secondarie di primo grado che hanno potuto esercitare la loro creatività, in combinazione con la coerenza scientifica, sul tema del prodotto aerosol, producendo con un racconto, un reportage giornalistico, una presentazione, un fumetto, un video o un podcast.

Infine, anche per il 2024, l’Associazione ha continuato con il suo programma di Seminari formativi associati agli incontri del Comitato Tecnico. I temi trattati sono inseriti in un programma di formazione di generale su tutti i processi legati al prodotto aerosol, con lo scopo di portare le competenze di una filiera complessa a disposizione di tutti gli associati.

Aia



GAS LIQUEFATTI

IL SETTORE

Il settore del GPL in Italia ha registrato nel 2024 un consumo di 3.221.000 tonnellate (fonte: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), con un incremento del consumo del prodotto rispetto ai volumi del 2023.

La variazione percentuale del consumo totale di GPL registrata nel 2024, rispetto al 2023, è stata in totale del 2,4%: il settore della combustione ha registrato un incremento del consumo pari al 1,3% rispetto al 2023, mentre, nel settore dell’autotrazione, l’incremento registrato è stato pari al 3,6% rispetto al 2023.

GPL COMBUSTIONE

Nel corso del 2024 particolarmente importante è stato il lavoro condotto a livello comunitario e nazionale, in relazione al percorso di implementazione della direttiva EPBD.

A livello comunitario, l’Associazione è stata impegnata a seguire l’attività svolta dalla Commissione europea e gli Stati membri e che ha condotto alla definizione delle linee guida applicative della citata direttiva. Anche per supportare tale lavoro, Assogasliquidi, insieme ad altre associazioni, ha commissionato a Bip Consulting uno studio dal titolo “Decarbonizzazione dei consumi termici residenziali”.

Lo studio ha identificato le soluzioni percorribili e sostenibili dal punto di vista tecnico ed economico per la decarbonizzazione del settore residenziale italiano. Dall’analisi della competitività è emerso che le caldaie a condensazione alimentate a metano o GPL risultano la soluzione più conveniente in tutti i contesti analizzati. Grazie ai limitati costi di investimento e ai bassi costi operativi, infatti, permettono di ridurre significativamente il consumo di energia primaria rispetto alle caldaie tradizionali. L’uso crescente di gas rinnovabili (biometano, bio-GPL) consente di abbattere le emissioni mantenendo costi contenuti e tecnologie consolidate, favorendo così una transizione graduale e inclusiva. Lo studio è stato presentato in appositi eventi sia in Parlamento europeo che presso il Parlamento italiano, rappresentando un valido strumento tecnico anche per le amministrazioni nazionali chiamate a definire il nuovo assetto regolatorio alla luce delle previsioni contenute nella direttiva EPBD.

Importante e di rilievo per comparto è stato, poi, il lavoro condotto a supporto anche dei competenti Ministeri per giungere al rinnovo dell’autorizzazione comunitaria necessaria per garantire la permanenza nel tempo della apposita agevolazione fiscale per il GPL impiegato nelle zone montane, nella Sardegna e nelle isole minori, misura questa che supporta i consumatori che si trovano in aree disagiate del nostro territorio, rappresentando quindi anche uno strumento per contenere la povertà energetica delle aree rurali.

Anche il 2024 è stato caratterizzato da un’intensa e positiva collaborazione con la Guardia di Finanza, giungendo a colpire fenomeni di violazione delle norme delicati sotto il profilo della corretta competitività tra le imprese e della sicurezza per il consumatore finale.

Le attività svolte risultano sempre più a vantaggio della valorizzazione di un prodotto di rilievo, soprattutto dal punto di vista dei benefici ambientali in relazione alla riduzione sia delle emissioni di CO2 (rispetto ai combustibili tradizionali liquidi), sia delle polveri sottili e di sostanze dannose per la salute umana rispetto ai combustibili solidi.

GPL AUTOTRAZIONE

Anche nel 2024 si è registrato un trend leggermente positivo nelle immatricolazioni di vetture alimentate a GPL (circa +2%) mentre, per i veicoli convertiti, si registra un incremento di circa il 7%. Anche grazie al lavoro dell’associazione, con il DPCM 20 maggio 2024 è stato infatti stanziato un fondo per incentivare l’efficientamento ambientale del parco auto circolante, tramite la conversione a gas dei veicoli omologati in una classe non inferiore a Euro 4. La misura è stata apprezzata dai consumatori e ha consentito di registrare una piccola ripresa del comparto delle installazioni di impianti di alimentazione a GPL su veicoli già circolanti, anche se si segnala che la tendenza rimane ancora fortemente negativa, con perdite importanti registrate rispetto alle annualità precedenti.

Nel 2024, anche la rete di rifornimento con la presenza di erogazione di GPL ha segnato una crescita (oltre 4.600 punti vendita sull’intero territorio nazionale, isole comprese).

La rete dei punti vendita risulta, infatti, un asset strategico anche per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti leggeri e pesanti, già pronta e disponibile per accogliere carburanti sempre più decarbonizzati tramite soluzioni bio come, ad esempio, il bioGPL ed il bioGNL, e rinnovabili come, ad esempio il dimetiletere (DME), in grado di attivare al contempo importanti sinergie industriali in ottica di economia circolare. In tema di prodotti bio e rinnovabili, assume particolare rilievo la proposta avanzata dall’Associazione alle Istituzioni competenti di rivedere il quadro comunitario, con l’obiettivo di superare il bando del motore endotermico e di valorizzare i carburanti alternativi gassosi, sempre più orientati a soluzioni bio e rinnovabili, sostenuti da un apposito Fondo incentivante, in linea con le aperture della Commissione europea circa la revisione del Regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli.

GNL

Il Report redatto dalla Società BIP Consulting per analizzare il mercato del GNL nel 2024, le sue dinamiche e gli scenari di penetrazione, ha evidenziato che il mercato italiano ha mostrato segnali di ripresa: la domanda ha raggiunto 208 kton, trainata dall’autotrazione (80%).

Nel 2024, la capacità totale di rigassificazione disponibile in Italia è stata di circa 23 miliardi di metri cubi annui, con 4 terminali attivi.

In Italia risultano operativi 2 depositi costieri, ma sono previsti numerosi nuovi progetti lungo tutta la penisola, spinti dalla crescente domanda di GNL per applicazioni navali.

Nel 2024 le stazioni di rifornimento GNL e L-GNC registrate in Italia sono complessivamente 177 a cui si aggiungono ulteriori 13 stazioni dedicate esclusivamente all'L-GNC, in crescita dell’11,3% rispetto al 2023, confermando il trend positivo degli ultimi anni. Tuttavia, la distribuzione rimane disomogenea: il 92% degli impianti è localizzato nel Centro-Nord.

Il numero di reti isolate in Italia è passato da 48 nel 2021 a 102 nel 2024, con un aumento del 113% in tre anni, mentre il numero di impianti industriali off-grid è passato da 48 nel 2022 a 67 nel 2024, con una crescita del 39,5% in due anni.

Tra il 2023 e il 2024, il numero totale delle utenze off-grid è cresciuto del 16,5%, con l'aggiunta di 51 nuovi depositi.

Nel 2024 si è poi registrata una ripresa delle immatricolazioni di veicoli industriali alimentati a GNL rispetto al 2023, con 311 nuovi veicoli. Il numero di veicoli industriali a GNL circolanti in Italia (anche immatricolati all’estero), è stimato in circa 5.239 unità.

Nonostante tali segnali di ripresa, la quota di veicoli industriali alimentati a GNL rappresenta solo lo 0,5% del parco circolante totale, evidenziando quindi come il mercato abbia moltissime potenzialità di sviluppo ancora non del tutto espresse, ma che necessitano di interventi mirati di sostegno.

Nel 2024 si è confermato, inoltre, l’interesse da parte dei diversi stakeholder nello sviluppo del GNL per uso marittimo, che si pone quale soluzione alternativa già pronta e disponibile, soprattutto in relazione agli ambiziosi obiettivi ambientali posti dai nuovi adempimenti in materia di ETS e degli obblighi posti in capo all’armamento dal Regolamento comunitario Fuel EU Maritime. In tale quadro, il numero di navi in Orderbook alimentate a GNL risulta pari a circa l’8,7% sul totale degli ordini di navi globali.

Il 2024 è stato un anno eccezionale per le nuove costruzioni navali ed è stato caratterizzato da un forte aumento degli ordini di navi alimentate con carburanti alternativi e in particolare GNL (circa 50% sul totale delle navi con combustibili alternativi). A fine 2024, sono 648 le navi alimentate a GNL varate, con un CAGR del 37% rispetto al 2020.

Assogasliquidi ha proseguito la collaborazione con tutte le Istituzioni e gli stakeholder coinvolti per il completamento di quanto ancora necessario dal punto di vista normativo e tecnico per il supporto del settore, partecipando attivamente ai tavoli tecnici che hanno portato alla definizione dello schema tipo di regolamento portuale per il rilascio delle autorizzazione all’effettuazione delle operazioni di bunkeraggio marittimo a GNL, sia come carburante per la navigazione, sia come soluzione per i servizi energetici a bordo della nave.

Il 2024 si è poi caratterizzato per ulteriori passi concreti verso la piena entrata in esercizio delle infrastrutture di approvvigionamento di GNL in Italia, sostenute anche dalle specifiche risorse destinate dal Fondo complementare al PNC.

Con tutta probabilità il pieno completamento infrastrutturale darà ulteriore spinta, insieme ad un ormai urgente e non più procrastinabile quadro di sostegno incentivante per l’autotrasporto che sceglie le motorizzazioni a GNL, alla crescita del mercato del GNL e della disponibilità sempre maggiore di bioGNL necessario a ridurre l’impronta carbonica del prodotto.

AssogasliquidI



SERVIZI ALL'INDUSTRIA CHIMICA 2025

IL SETTORE

L’industria chimica gestisce prodotti e processi molto complessi, che richiedono, lungo l’intero ciclo di vita, procedure altamente specializzate dal punto di vista della sicurezza, della tutela della salute e degli impatti ambientali. Dalle prime fasi della progettazione, prodotti e impianti hanno peculiarità che devono essere gestite, integrando molteplici competenze e professionalità: servono competenze tecnico scientifiche, ma anche un’approfondita e sempre aggiornata conoscenza della normativa applicabile a ogni singolo settore produttivo, conoscenza delle filiere e adeguate valutazioni sulla logistica, per citare le principali.

Le imprese chimiche si affidano a personale interno caratterizzato formato e multidisciplinare, ma hanno anche necessità di appoggiarsi a professionisti esterni che offrono servizi su specifiche aree. Consulenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, operatori specializzati nel trasporto di merci pericolose, esperti nella gestione delle emergenze ambientali, laboratori di analisi, fornitori di servizi per la gestione dei rifiuti, società che si occupano di bonifiche ambientali, esperti che supportano le imprese nell’adempimento della legislazione sui prodotti chimici (Regolamenti REACH e CLP, in primis).

Con il Green Deal l’Unione europea ha dato avvio ad una serie di modifiche normative che incidono in maniera rilevante sulle imprese del settore chimico: nel 2024 è stato pubblicato un regolamento di revisione del Regolamento CLP, mentre è atteso per la fine del 2025 il testo contenente le proposte della Commissione europea per la revisione del Regolamento REACH. Sono state sviluppate le nuove normative europee sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD), sulla deforestazione (EUDR) e riviste le normative su rifiuti, imballaggi, emissioni industriali.

A gennaio 2025 la Commissione ha lanciato una nuova tabella di marcia per l’Unione europea, la cosiddetta “Bussola per la Competitività”, dando avvio ad ulteriori novità normative che dovrebbero coniugare l’obiettivo di una sempre maggiore sostenibilità, con quello del mantenimento della competitività del sistema economico europeo; fra le altre misure, si cercherà di alleggerire disposizioni che hanno impatti rilevanti sull’industria e rinviare alcune scadenze.

Federchimica segue attivamente questa continua evoluzione normativa, confrontandosi costantemente con le istituzioni nazionali ed europee per preservare   gli interessi e avanzare le proposte dei settori che rappresenta.

Aderendo a Federchimica, tramite il Gruppo Serchim di Aispec, le imprese di servizi possono portare la propria esperienza ai tavoli di lavoro fra imprese e autorità, con l’obiettivo comune di identificare le criticità e proporre possibili soluzioni. Seguire tali sviluppi insieme ai settori clienti può costituire anche un fattore di successo per lo sviluppo di prodotti e iniziative, in linea con gli orientamenti dettati delle novità normative e con l’evolversi delle esigenze del mercato.

Aispec



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