Sempre dai dati del
Programma Responsible Care si può costatare come l’industria chimica ponga particolare attenzione alla riduzione degli effluenti inquinanti dei propri scarichi idrici. Ciò è stato possibile grazie a nuovi processi produttivi a ridotto impatto ambientale e ad una crescente capacità di ridurre i carichi inquinanti a valle dei processi chimici attraverso impianti di trattamento.
Le
biotecnologie forniscono metodi efficaci contro l’inquinamento idrico: negli impianti di trattamento dei liquami, i microrganismi rimuovono gli inquinanti più comuni dalle acque reflue prima di scaricarle nei fiumi o in mare, con ottime rese e in maniera compatibile con l’ambiente. Inoltre ci sono d'aiuto per rimuovere gli inquinanti dall'acqua prima di erogarla agli utenti o comunque di rimetterla in circolo.
Ma l’acqua non è solo un bene da preservare a valle degli scarichi degli impianti produttivi, è anche una risorsa scarsa da allocare ed utilizzare nella maniera più efficiente possibile: anche in questo caso i dati di Responsible Care dimostrano la continua riduzione dei fabbisogni idrici.
La chimica, grazie ai suoi prodotti, contribuisce alla risoluzione di un problema molto importante: oggi più di un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile. La chimica sta aiutando a porre rimedio a questa sfida con disinfettanti che aiutano a purificare l’acqua. Nello stesso tempo, l’industria chimica è al lavoro per tutelare la qualità delle acque.
Il cloro e suoi derivati
Il cloro è uno dei disinfettanti più usati per la disinfezione dell’acqua. I disinfettanti clorurati sono l’unico mezzo che assicura la potabilità dell’acqua ad un prezzo economico. Oltre ad uccidere i microorganismi, per esempio Escherichia Coli e quelli che causano tifo, colera, dissenteria ed epatite A, rimuovono l’odore e il sapore spiacevole che deriva da alghe e composti organici vegetali che si decompongono. I tubi in cui l’acqua scorre, poi, se in PVC (materiale anch’esso derivato dal cloro), sono resistenti alla corrosione, e quindi non permettono la contaminazione da infiltrazioni esterne. In Italia le aziende produttrici di cloro sono rappresentate da
Assobase e le aziende della chimica per il trattamento dell acque da
AISPEC.
Il settore della detergenza è molto attivo nella difesa ambientale
A.I.S.E. (L’Associazione europea di settore),
Assocasa e le altre associazioni nazionali promuovono il Programma volontario “A.I.S.E. Charter per una pulizia sostenibile” che manifesta gli sforzi del settore nella direzione della sostenibilità sia nella produzione sia nell’utilizzo corretto dei prodotti del settore.
Il Programma, certificato da un ente terzo, fornisce all’utilizzatore la garanzia che il prodotto acquistato persegua obiettivi di sostenibilità, una serie di consigli utili per migliorare l’utilizzo dei detersivi e ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di pulizia, e la sicurezza che venga fabbricato con i migliori standard di tutela ambientale.
Infrastrutture idriche
Gli acquedotti italiani sono principalmente realizzati con materiali ferrosi. Infatti, il 62,1% delle reti idriche è fatto di ghisa o acciaio. Gli acquedotti in materiale plastico sono invece il 19,6% del totale.
Per quanto riguarda le reti fognarie, i materiali maggiormente usati sono i cementizi (74.2%), che comprendono anche il cemento, il calcestruzzo ed il gres.
Le plastiche rappresentano il secondo materiale con il 14,2% dell'attuale parco reti italiano.
Un maggiore ricorso alle materie plastiche per la realizzazione delle reti acquedottistiche e fognarie comporterebbe una serie di vantaggi in termini sociali, economici e ambientali: i sistemi basati su tubi in plastica infatti, durano più a lungo nel tempo e sono facilmente installabili.
Su un orizzonte temporale di 50 anni, i risparmi ottenibili, in Italia, utilizzando materiali plastici per la realizzazione e sostituzione di reti acquedottistiche ammontano a circa 22,2 miliardi di € e fino a 63,6 miliardi di € per la realizzazione di reti fognarie.
Su un orizzonte temporale di 60 anni, i risparmi ottenibili, in Italia, utilizzando materiali plastici per la realizzazione e sostituzione di reti acquedottistiche ammontano a circa 31,6 miliardi di € e fino a 84,9 miliardi di € per la realizzazione di reti fognarie.
Su un orizzonte temporale di 100 anni, i risparmi ottenibili, in Italia, utilizzando materiali plastici per la realizzazione e sostituzione di reti acquedottistiche ammontano a circa 51,6 miliardi di € e fino a 137,2 miliardi di € per la realizzazione di reti fognarie.
In Italia le aziende produttrici di materiali plastici per le infrastrutture idriche sono rappresentati da PlasticsEurope Italia.