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L'INDUSTRIA CHIMICA IN CIFRE

Dati e analisi per conoscere meglio l'industria chimica

L'obiettivo è rendere disponibili, in modo semplice, le informazioni necessarie per la comprensione delle problematiche dell'industria chimica, del suo ruolo e dei suoi trend evolutivi nel mondo e in Italia. Ogni sezione tratta un argomento specifico accompagnando al testo alcune tavole.

Numerose opportunità occupazionali per laureati chimici e risorse altamente qualificate

La chimica punta su risorse umane altamente qualificate: la presenza di laureati – pari al 27% degli addetti – è quasi doppia rispetto alla media industriale (15%).

Dopo il calo degli anni Duemila, dal 2010 l’offerta di laureati in discipline chimiche mostra un sostanziale recupero, anche grazie al contributo delle lauree triennali. Tali percorsi di istruzione offrono solide opportunità di lavoro, anche se talvolta non sono adeguatamente valutate in alternativa alle altre opzioni (anche nello stesso ambito scientifico). 

Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea in chimica e ingegneria chimica e dei materiali supera il 93%, una quota elevata e superiore rispetto alla generalità dei corsi di laurea (88%). Inoltre, una laurea in queste discipline permette di raggiungere una Retribuzione Annua Lorda di oltre il 4% superiore rispetto ai laureati (tra i 25-34 anni) di altri rami universitari (Oss. Job Pricing).

Anche gli ITS – corsi di formazione post-diploma di due anni altamente professionalizzanti e ad elevato contenuto tecnologico e innovativo – rappresentano un’interessante opportunità che andrebbe adeguatamente conosciuta e considerata dagli studenti e che negli ultimi anni ha segnato aumenti importanti nel numero di diplomati. Grazie alla stretta collaborazione con il mondo delle imprese, cui è affidata circa la metà delle ore di docenza, l’83% dei diplomati ITS trova un impiego qualificato non appena terminato il percorso di studi.


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Il settore chimico e farmaceutico rappresenta il principale sbocco professionale per i laureati in discipline chimiche (37% del totale), testimoniando così il rapporto per certi versi unico e privilegiato tra questa industria e la sua scienza.

Esistono, però, svariate possibilità di impiego anche negli altri settori industriali (23%), che utilizzano prodotti e tecnologie chimiche, così come nei servizi privati (15%), che spesso fungono da fornitori specializzati della stessa industria chimica. Anche il settore pubblico (25%) offre diversi sbocchi lavorativi, tanto nella ricerca e nell’insegnamento quanto negli enti volti alla tutela della sicurezza e dell’ambiente (quali ASL, ARPA, etc).

Per facilitare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro, è importante la rispondenza della formazione alle esigenze delle imprese. In Italia, alla luce della rilevante presenza di imprese attive nella formulazione chimica, pari al 45% del valore della produzione, è importante che gli insegnamenti universitari valorizzino non solo la chimica di sintesi, ma anche quella delle formulazioni.

Già dopo un solo anno dal conseguimento del titolo, la laurea in discipline chimiche è valutata da parte dei laureati come molto efficace nel 78,5% dei casi, a confronto con una media del 63,2% nella generalità dei percorsi formativi, restituendo una coerenza percepita tra competenze acquisite in fase di studio e richieste dal settore (dati Excelsior).  

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Il settore riscontra crescenti difficoltà di reperimento del personale.

Nel 2022 oltre un terzo delle nuove assunzioni previste è risultato di “difficile reperimento”, nonostante il tempo medio impiegato nel settore per trovare una nuova figura da inserire in azienda sia di circa 1 mese inferiore alla media manifatturiera.

In particolare, se si analizza la quota di assunzioni di “difficile reperimento” che richiedono competenze digitali e green, l’industria chimica riporta criticità maggiori della media italiana: +11 punti percentuali per le competenze digitali e +10 punti percentuali per le competenze green.

Le difficoltà di reperimento riguardano non solo figure specializzate, ma in misura significativa anche figure tecniche-operative (quali turnisti e addetti alla produzione).

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Un ruolo rilevante nel ridurre lo skill mismatch con riferimento all’industria chimica in Italia può essere giocato anche dagli Istituti Tecnici. Tuttavia, si osserva negli ultimi anni una riduzione complessiva delle iscrizioni all’indirizzo “chimica, materiali e biotecnologie” e dei giovani studenti che si specializzano, durante il terzo anno, all’indirizzo specifico di “chimica e materiali”.

Pertanto, risulta fondamentale la collaborazione tra imprese del settore ed Istituzioni scolastiche per un maggiore coinvolgimento nei progetti educativi.

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