Per una UE più vicina a imprese e cittadini: le proposte dell'Industria chimica in Italia

31 marzo 2022

L’industria chimica in Italia presenta le sue proposte per una UE più vicina ai cittadini: nell’ambito della Conferenza sul Futuro dell’Europa, l’iniziativa promossa congiuntamente da Parlamento europeo, Stati membri e Commissione europea, Federchimica ha messo a punto un documento che raccoglie le istanze delle imprese di un settore particolarmente strategico a livello mondiale.

Le imprese sottolineano come nel difficile contesto maturato con l’emergenza sanitaria e le drammatiche vicende delle ultime settimane, si renda ancor più evidente l’importanza di un'Europa più integrata e forte sul piano internazionale.

Di qui l’intenzione di dare un contributo concreto: nell’ambito di uno dei nove argomenti della Conferenza, “Un'economia più forte, giustizia sociale e occupazione”, la posizione di Federchimica si concentra sul Mercato unico dell’Unione europea, il più grande mercato integrato del mondo, che include oltre 500 milioni di cittadini e 24 milioni di Imprese e genera 14 trilioni di euro in termini di Prodotto interno lordo (PIL).

L’industria chimica in Italia ritiene che un Mercato unico funzionante sia una condizione irrinunciabile per una UE forte e coesa: stimola la concorrenza e gli scambi commerciali, migliora l’efficienza delle transazioni e ne riduce i costi.

Il documento, presentato agli Eurodeputati italiani della Conferenza per il Futuro dell’Europa, alla Vicepresidente del Parlamento europeo, on. Pina Picierno, e al Rappresentante permanente aggiunto d’Italia presso l’UE, Ambasciatore Stefano Verrecchia, identifica alcune criticità riscontrate dalle imprese nello svolgere le attività di business intra ed extra UE, spesso legate alla complessità della normativa europea, a casi di recepimento penalizzante nell’ordinamento nazionale della legislazione comunitaria, all’assunzione di decisioni politiche non sempre basate su un approccio scientifico.

La posizione di Federchimica, rappresentata da Adriano Alfani, Vice Presidente Federchimica con Delega all’Europa, insieme ai Presidenti delle 17 Associazioni di settore della Federazione in rappresentanza delle 1.500 imprese associate, contempla anche alcuni suggerimenti per superare tali criticità in favore di una rinnovata governance istituzionale, foriera di grandi benefici per le imprese e, in definitiva, per tutti i cittadini europei: cinque aree che per il settore chimico sono tutte ugualmente prioritarie.

Più armonizzazione, meno frammentazione e applicazione più omogenea della normativa UE nei differenti Stati membri: regole più armonizzate sono considerate una condizione irrinunciabile.

Un esempio rappresentativo viene dal settore degli imballaggi: in molte occasioni, i rifiuti e i materiali ottenuti da rifiuti potenzialmente utilizzabili come materie prime per nuovi cicli produttivi non possono essere trasportati da un Paese dell’Unione all’altro a causa delle diverse interpretazioni della stessa Direttiva di riferimento: una criticità che riguarda per esempio i settori dei biocidi, delle plastiche monouso, dell’uso degli animali a fini scientifici, dei gas medicinali e più in generale del settore farmaceutico.

La semplificazione burocratica e dei processi autorizzativi è un’altra premessa fondamentale per migliorare il quadro di riferimento. Gli oneri amministrativi per le imprese e, in particolare, per le PMI, sono in aumento costante e va tenuto presente che sono spesso aggravati a seguito dell’imposizione di norme nazionali più restrittive rispetto alle indicazioni europee. Occorre perciò chiarezza anche nell’elaborazione della norma a livello europeo.

Un maggiore coordinamento UE nei settori della fiscalità, salute ed energia assicurerebbe un più elevato e migliore grado di controllo e omogeneità sull’applicazione di normative esistenti, oltre alla possibilità di introdurre nuove regole armonizzate.

Per quanto riguarda la salute, un esempio virtuoso è costituito dal ruolo di coordinamento assunto dalla Commissione europea nel corso della pandemia, in particolare per quanto riguarda l’acquisto di vaccini per conto dell’UE.

Le imprese chiedono anche che le decisioni UE siano basate su pareri tecnico-scientifici, ovvero parametri oggettivi. In particolare, è richiesto un maggiore allineamento delle decisioni politiche ai pareri scientifici forniti da Agenzie e organi competenti.

Infine, si suggerisce una progressiva agevolazione della mobilità dei lavoratori tra i differenti Stati membri: sebbene la libera circolazione delle persone sia uno dei pilastri alla base del Mercato unico, continuano a sussistere alcune barriere alla mobilità dei lavoratori, che possono generare distorsioni del mercato del lavoro all’interno dell’UE. 

Le imprese chimiche in Italia sono convinte che la Conferenza sul futuro dell’Europa possa costituire un primo passo verso la creazione di un’Unione più inclusiva, aperta alle riforme e attenta ai bisogni delle imprese e dei cittadini.  Un Mercato unico più coeso e integrato, fondato sulle sue quattro libertà fondamentali,(libera circolazione delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone), costituisce una premessa irrinunciabile per l’Europa che verrà.

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