Farmaci da banco: la pandemia condiziona fortemente il calo dei consumi

04 febbraio 2021

La pandemia di Covid-19 ha avuto un grande impatto sul mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione, registrando – sia sul lato dei consumi sia su quello della spesa – una forte flessione delle vendite, la peggiore degli ultimi 15 anni.  

Infatti, secondo le elaborazioni di Assosalute su dati IQVIA, i fatturati, che ammontano a poco più di 2,3 miliardi di euro, si contraggono del -6,6% mentre i consumi, 245 milioni di confezioni, perdono l’8,8% rispetto al 2019. 

La ragione della contrazione di mercato nel 2020, è da ricercarsi proprio negli effetti della pandemia Covid-19.
Dopo consumi in rialzo nel primo trimestre (+5,5%), con una significativa impennata a marzo (+11,5%) che si spiega con il timore di carenza di farmaci e un più generale fenomeno di accaparramento, i volumi hanno subito, nel resto dell’anno, una pesante flessione. Si osserva, soprattutto, una decisa contrazione dei consumi a dicembre (-25,2%), dovuta principalmente ai medicinali per la cura delle affezioni dell’apparato respiratorio – la prima classe terapeutica del mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta – il cui consumo è crollato quasi del 50% rispetto a dicembre 2019: l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani insieme alle misure di contenimento del contagio con forme differenziali di lockdown e una più generale modifica delle abitudini di vita hanno ridotto significativamente la circolazione dei virus influenzali e parainfluenzali.
Secondo i dati Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si è registrata un’incidenza dell’influenza e delle sindromi simil-influenzali ampiamente inferiore rispetto all’anno precedente, come confermano anche i dati di inizio d’anno secondo i quali l’incidenza dell’influenza è pari a 1,5 casi per 1.000 assistiti, al di sotto della c.d. soglia basale (3,16 casi per mille). 
I dati di chiusura del 2020 evidenziano, ancora una volta come, nel breve periodo, i consumi dei farmaci senza obbligo di prescrizione siano condizionati da fattori esogeni e, per quanto le aziende del comparto non abbiano rinunciato al lancio di prodotti e confezioni, gli effetti positivi sui fatturati derivanti da uno spostamento del mix di consumo verso medicinali nuovi non è riuscito a compensare la contrazione dei consumi, condizionati dagli effetti della pandemia in atto.

D’altro canto, il settore risente sul lungo periodo degli effetti della concorrenza dei prodotti notificati e soffre strutturalmente sia della diversa propensione alla spesa out of pocket tra il Nord e il Sud del Paese, sia della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi, in linea con quanto avviene in altri Paesi europei. 
“I dati 2020 mostrano come gli italiani facciano un utilizzo corretto e responsabile dei farmaci di automedicazione, in linea con gli obiettivi di educazione al cittadino che da sempre la nostra Associazione si pone” commenta Maurizio Chirieleison, Presidente di Assosalute. “Proprio perché i medicinali col bollino contribuiscono alla salute delle persone e alla loro crescente autonomia in tema di cura – continua il Presidente – voglio ribadire, ancora di più alla luce delle criticità emerse nel drammatico momento che stiamo vivendo, quanto il nostro comparto, contribuendo al miglioramento dell’offerta terapeutica a disposizione dei cittadini, possa supportare la ridefinizione della governance del Sistema Salute, a partire dall’assistenza territoriale e dal sostegno ai medici di famiglia e ai farmacisti, primi interlocutori del cittadino quando si parla di piccoli disturbi. Anche per questo un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo – conclude Chirieleison – permetterebbe di liberare risorse pubbliche a vantaggio della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

OTC e SOP 
Guardando alle vendite delle due categorie in cui è suddivisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali i medicinali di automedicazione o OTC (Over The Counter) – che rappresentano oltre il 75% del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione per un giro d’affari di oltre 1,7 miliardi di euro e volumi venduti per quasi 186 milioni di confezioni – e i SOP (Behind The Counter), si osservano trend similari. Infatti, entrambe le specialità medicinali chiudono il 2020 con una flessione sia dei volumi (-9,2 % per gli OTC e -7,5% per i SOP) sia dei fatturati (-6,8% e -5,8% rispettivamente).

I prodotti notificati a connotazione farmaceutica 
La contrazione dei consumi di farmaci senza obbligo di ricetta, specie sul lungo periodo, evidenzia anche gli effetti della concorrenza dei prodotti notificati a connotazione farmaceutica, spesso confusi con i farmaci da banco. Seppur in maniera più lieve rispetto al comparto dei farmaci di automedicazione, anche questo comparto ha risentito negativamente dell’impatto sulle abitudini di consumo imposto dalla pandemia. Il settore registra comunque una tenuta complessiva delle vendite con un -0,3% sul lato dei consumi (per oltre 292 milioni di confezioni) e +0,5% su quello della spesa (per un giro d’affari complessivo di oltre 4,3 miliardi di euro). 

I canali di vendita 
Rimangono stabili le dinamiche competitive tra i diversi canali di vendita: la farmacia continua a detenere una quota di mercato superiore al 90% a volumi e pari a quasi il 92% a valori. La pandemia ha dato impulso alla crescita delle catene reali e virtuali di farmacie/parafarmacie e all’incremento delle vendite on line anche di medicinali senza obbligo di prescrizione. Sebbene, con riferimento al solo mercato dei farmaci senza ricetta, il fenomeno registri numeri non paragonabili a quello di altri mercati della salute, con una quota ancora esigua del fatturato del comparto (circa l’1,8%), si evidenzia come l’acquisto via internet di farmaci non prescription nel 2020 mostri una crescita significativa e pari al +136% a volumi e al +145% a valori per un giro d’affari di circa 41,5 milioni di euro.





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