
L’acqua marina può essere filtrata, separata dal sale e, finalmente, bevuta.
Non è fantascienza ma scienza! A riuscire in questa impresa è stato un team di ricercatori dell’università di Manchester, che ha usato il grafene – non a caso definito “materiale delle meraviglie” – per mettere a punto una membrana capace di trasformare l’acqua marina in acqua potabile, il che potrebbe aiutare a risolvere il problema di milioni di persone in tutto il mondo che non hanno accesso ad adeguate fonti di acqua pulita.
Più precisamente, come spiegato nel lavoro pubblicato sulla rivista
Nature Nanotechnology, i ricercatori hanno utilizzato una membrana di ossido di grafene.
Il grafene è un composto che già aveva mostrato di avere abilità sorprendenti nella separazione di gas e di filtrazione dell’acqua, in particolare di piccole nanoparticelle, molecole organiche, e sali di grandi dimensioni. Finora, però, questa membrana non era stata capace di fornire una separazione dei sali completa: una volta immersa in acqua, la membrana tendeva infatti a gonfiarsi leggermente, bloccando ioni e molecole più grandi, mentre i sali di piccole dimensioni riuscivano a fluire insieme alle molecole d’acqua.
Per riuscire a filtrare l’acqua completamente e renderla quindi sicura da bere, il team inglese ha ora perfezionato la membrana di ossido grafene, ottimizzando la dimensione dei pori ed escogitando una strategia per evitare il suo rigonfiamento: il team ha posizionato una resina epossidica, sostanza utilizzata nei rivestimenti e nei collanti, su entrambe le pareti della membrana.
In questo modo, gli scienziati sono riusciti a dimostrare come le membrane siano state in grado di bloccare il 97% di cloruro di sodio (NaCl).
“La realizzazione di membrane di ossido di grafene con dimensioni dei pori a scala atomica è un significativo passo in avanti e aprirà nuove possibilità per migliorare l’efficienza della tecnologia di dissalazione”, spiega l’autore della ricerca, Rahul Nair. "Questa tecnologia, infatti, ha il potenziale per rivoluzionare la filtrazione dell’acqua in tutto il mondo, in particolare nei paesi che non possono permettersi grandi impianti di desalinizzazione. L’obiettivo finale è quello di creare un dispositivo di filtraggio in grado di produrre acqua potabile da acqua di mare o da acque reflue con l’input minimo di energia”.
Fonte: www.wired.it