Chimica e arte, un legame indissolubile

01 febbraio 2017
Cosa rende l'arte eterna? Sicuramente il talento dell'artista, ma anche la chimica! E' stato infatti anche grazie alla chimica che la pittura ad olio ha potuto svilupparsi in modo esponenziale nell'Ottocento.
Nuovi colori gelatinosi ad asciugatura ultra rapida hanno permesso pennellate più fluide e veloci, capaci di immortalare i giochi di luce con un'incredibile resa volumetrica. 

A dimostralo è uno studio condotto dagli esperti del Centro nazionale per la ricerca scientifica francese (Cnrs) e dell'Università Pierre et Marie Curie di Parigi. I risultati, pubblicati su Angewandte Chemie International Edition, potranno suggerire nuove strategie per una migliore conservazione di queste opere d'arte.

pennelliSfruttando diverse tecniche di indagine spettroscopica, i ricercatori hanno ricostruito passo dopo passo il processo chimico di produzione dei colori usati da diversi artisti inglesi dell'Ottocento, come il pittore romantico William Turner: messi a punto grazie ai progressi della chimica, erano ottenuti mescolando i pigmenti ad una matrice fatta con acetato di piombo, olio di semi di lino e resina. Proprio il piombo fungeva da catalizzatore del processo di gelificazione e dava struttura al prodotto.

Grazie alle loro peculiari proprietà elastiche, questi gel consentivano un'asciugatura molto rapida e quindi davano la possibilità di sovrapporre diversi strati di colore, anche spessi, nel giro di breve tempo.

Questa innovazione tecnologica ha impresso una svolta importante al mondo della pittura, aprendo la strada ad uno stile più moderno: basti pensare che nel 1841 Turner è riuscito a completare 'L'alba della cristianità' in pochissimi giorni, mentre i vecchi colori a olio usati in precedenza richiedevano un lungo tempo di asciugatura e costringevano gli artisti a impiegare mesi, a volte anni, per realizzare un'opera.

Fonte: Ansa.it

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