La chimica e i suoi settori

In Italia sono presenti quasi 3.000 imprese chimiche operanti in diversi settori che, spesso, costituiscono una logica di filiera.

Federchimica, attraverso le sue 17 Associazioni di settore ed i rispettivi 38 Gruppi merceologici, rappresenta tutti i comparti della chimica del nostro Paese. Nel Rapporto sono presentati tutti i settori: dalla chimica di base, che produce i costituenti fondamentali della filiera a valle, alla chimica fine e specialistica, che acquista gli intermedi dalla chimica di base per tramutarli in prodotti differenziati per tutti i settori manifatturieri, fino alla chimica per il consumo, destinata direttamente al consumatore finale.

CHIMICA ORGANICA E INORGANICA DI BASE E TENSIOATTIVI

IL SETTORE

Nel 2022, l’industria della chimica organica di base ha seguito, a livello internazionale, le tendenze globali di crescita, mostrando un andamento coerente con il macro-scenario economico.
A livello nazionale il settore ha fronteggiato un periodo di grande dinamismo: ha risentito, oltre che della questione energetica, delle tensioni geopolitiche e delle conseguenze sugli scambi, della transizione ecologica e della pressione degli import da Paesi e regioni più competitive.
Lo scenario italiano dell’industria della chimica inorganica di base è stato pesantemente influenzato dall’aumento dei costi dell’energia elettrica che, combinato con una situazione già difficile dell’industria manifatturiera, ha portato ad una drastica riduzione della domanda.
Nel corso del 2022 i prezzi di vendita della soda caustica sono costantemente aumentati, con valori più che raddoppiati rispetto a quelli di inizio d’anno, in congiunzione con gli altissimi valori raggiunti dall’energia elettrica. A fronte di una domanda debole, ridottasi ulteriormente nella seconda metà dell’anno, la disponibilità di prodotto è rimasta costante, con una produzione domestica modulante e un volume di importazioni dall’estero in grado di compensare le variazioni nazionali.
In uno scenario di domanda stabile, la disponibilità di acido cloridrico è stata globalmente inferiore a quella del 2021 e anche le importazioni sono calate con una conseguente forte crescita dei prezzi, diminuiti nell’ultimo periodo dell’anno a seguito di un incremento dell’offerta domestica di prodotto. Il mercato dell’ipoclorito di sodio ha risentito dell’aumento dei costi energetici, seppure in modo meno pesante rispetto alla soda caustica e all’acido cloridrico. La domanda si è rivelata mediamente debole, anche considerando lo storico andamento stagionale, la stessa è stata soddisfatta essenzialmente dai produttori nazionali, con un sensibile calo delle importazioni.
Nel corso del 2022, il mercato dell’acido solforico è stato influenzato dalla scarsità di prodotto; tra le cause la ridotta produzione legata a manutenzioni, gli elevati costi dell’energia elettrica e la guerra in Ucraina. I grandi consumatori italiani hanno evidenziato una riduzione significativa nei consumi e nelle produzioni per carenza di materie prime ed elevati costi di gestione. Il mercato domestico ha pertanto seguito la tendenza internazionale: i settori più colpiti sono stati l’auto, il tessile-conciario, la ceramica e alcuni settori legati alla chimica di base. Le esportazioni hanno registrato graduali segnali di ripresa. La disponibilità di zolfo sul mercato italiano è rimasta limitata.
Le produzioni italiane di altre sostanze hanno segnato un andamento diverso in funzione dei mercati finali di riferimento con una crescita apprezzabile rispetto al 2021 per il carbonato di sodio e il perossido d’idrogeno e una marcata contrazione delle quantità prodotte per il bicarbonato e il cloruro di calcio. In generale, la domanda complessiva si è comunque attestata ai livelli prepandemici.
Per il settore dei tensioattivi si sono registrati consumi lievemente in calo rispetto all’anno precedente, con un andamento dei prezzi altalenante, influenzato dal costo delle materie prime e dell’energia.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

A livello europeo, è proseguita l’attività dell’Associazione in merito al pacchetto legislativo sull’Economia Circolare e la Chemical Strategy for Sustainability.
A livello nazionale, Assobase ha seguito le principali tematiche afferenti al settore energetico, al trasporto ferroviario e intermodale delle merci e alle acque destinate al consumo umano, in particolare il nuovo decreto legislativo 23 febbraio 2023 n.18.
Il Decreto è attuazione della Direttiva UE 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano e fa propria la nuova Direttiva acque potabili pubblicata a fine 2020 ed entrata in vigore a gennaio 2021.

In collaborazione con la Società Chimica Italiana e con il supporto dell’Ufficio Scolastico Territoriale della Lombardia, l’Associazione ha proseguito il dialogo con il mondo della scuola attraverso la promozione della sezione del Premio Nazionale Giovani dedicata alla chimica di base, per gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado. Sempre sul fronte dell’Education, l’Associazione ha sostenuto l’edizione 2023 dei Giochi della Chimica, la manifestazione promossa dalla Società Chimica Italiana per avvicinare a questa disciplina i giovani della scuola secondaria di primo grado.

assobase.federchimica.it



MATERIE PLASTICHE E RESINE SINTETICHE

IL SETTORE

In Italia, nel 2022, il consumo totale di materie plastiche vergini da parte dei trasformatori è diminuito di oltre il 4% rispetto al 2021.
Tale andamento è causato da diversi fattori, tra questi: l’inflazione con una conseguente riduzione dei consumi, il livello insostenibile dei costi energetici e il loro forte impatto negativo su tutti i settori di destinazione delle materie plastiche.
La domanda di polimeri è diminuita in maniera trasversale, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno. Nel 2022 l’impiego di materie plastiche riciclate post-consumo è però rimasto positivo (+2,5%), in ragione degli ottimi risultati del primo semestre che hanno più che compensato l’andamento negativo della seconda parte dell’anno.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

A livello europeo, in coordinamento con Plastics Europe e con le associazioni della filiera delle materie plastiche, l’Associazione ha dedicato grande attenzione all’evoluzione della normativa ambientale.
A livello nazionale, insieme a Federchimica, Plastics Europe Italia ha partecipato attivamente al dibattito sull’economia circolare, dialogando con i Ministeri competenti.
Per assicurare il riutilizzo e il riciclo di tutti gli imballaggi presenti in Europa, in modo economicamente sostenibile entro il 2030, la Commissione europea sta sviluppando un nuovo regolamento per sostituire e abrogare la Direttiva europea sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio attualmente in vigore. Plastics Europe Italia, unitamente a Federchimica, ha partecipato al gruppo di lavoro voluto da Confindustria per sensibilizzare il Governo, i Ministeri competenti e la Delegazione italiana a Bruxelles sulla criticità della proposta, che rischia di compromettere la capacità competitiva delle imprese di settore.
Tra le attività promosse e realizzate dall’Associazione, insieme a tutta la filiera e ai Consorzi, è stato realizzato lo studio strategico condotto da The European House Ambrosetti. Lo studio si è posto l’obiettivo di identificare una visione evolutiva in ottica di circolarità per la filiera della plastica, che preveda il passaggio da un approccio focalizzato esclusivamente sulla gestione del rifiuto plastico a un modello finalizzato a massimizzare i benefici ottenibili grazie all’innovazione tecnologica. La plastica può aumentare la propria circolarità riducendo il totale complessivo dei rifiuti plastici generati e aumentando il recupero di materia plastica. La complementarità tra riciclo meccanico e chimico può, infatti, portare l’Italia a riciclare – al 2030 – il 61,6% dei rifiuti plastici a fronte del 42,3% del 2020. Insieme a Federchimica e a Confindustria, l’Associazione ha dialogato con le Istituzioni italiane e i Ministeri competenti per la promozione dei risultati di tale studio e delle linee di azione individuate.
In collaborazione con la Società Chimica Italiana, l’Associazione ha proseguito il dialogo con il mondo della scuola attraverso la promozione del Premio Nazionale Giovani – sezione plastica, volto a far conoscere agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado e agli insegnanti, i benefici delle materie plastiche, il loro corretto utilizzo e la gestione del loro fine vita. Con l’aiuto delle imprese associate, sono stati organizzati diversi incontri dedicati, per fornire informazioni sulla plastica alle classi partecipanti al concorso e dare loro il supporto necessario per la realizzazione degli elaborati. Il concorso è stato promosso con il supporto dell’Ufficio Scolastico Territoriale della Lombardia. L’Associazione ha, inoltre, partecipato ai Giochi della Chimica, la manifestazione promossa dalla Società Chimica Italiana per avvicinare i giovani della scuola secondaria di primo grado alla chimica e orientare le scelte universitarie in tal senso.
È continuata la collaborazione dell’industria delle materie plastiche con la comunità scientifica e i ricercatori per meglio comprendere e valutare le origini, la portata e l’impatto del “marine litter” così da contribuire a trovare soluzioni atte a prevenire tale fenomeno. Tra i progetti europei e nazionali ai quali l’Associazione aderisce, ricordiamo il BlueMission-Med, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per sensibilizzare, informare e mobilitare tutti gli attori che possono assumere un ruolo centrale nella prevenzione ed eliminazione dell’inquinamento da plastica nelle acque del Mediterraneo.
L’Associazione prosegue, infine, la propria attività di sensibilizzazione volta a incrementare l’adesione degli attori della filiera delle materie plastiche al programma internazionale Operation Clean Sweep, che ha lo scopo di sostenere le aziende nel raggiungimento dello Zero Pellet Loss, ovvero la riduzione della perdita di granuli nell’ambiente durante la fase di produzione, trasformazione e gestione. Il programma è stato recentemente aggiornato e prevede uno schema di certificazione.




CHIMICA DA BIOMASSA

IL SETTORE

La promozione della chimica sostenibile, sia per quanto riguarda l’efficienza di processi e prodotti, sia per quanto riguarda l’uso di biomasse come materie prime, è materia di confronto tra i principali Paesi europei.
La trasformazione delle biomasse in sostanze chimiche è un processo che permette di ottenere sostanze utilizzabili tanto per produrre direttamente energia (biocombustibili), quanto per produrre composti chimici (intermedi), che a loro volta vengono trasformati in ulteriori prodotti, al pari di quanto già succede con le fonti fossili.
Le biomasse sono state le principali materie prime per la chimica fino agli anni ’20 del secolo scorso, quando la grande disponibilità di petrolio ha progressivamente orientato il ricorso a materie prime fossili. In Italia la chimica da biomasse ha una lunga tradizione industriale, in particolare nella lavorazione di amidi, oli vegetali, grassi animali e sottoprodotti della vinificazione (tannini, tartrati): si tratta di industrie presenti da tempo e ben radicate nel territorio, dove rappresentano un modello di integrazione tra fornitori di biomasse e attività industriali.
Oltre alle industrie tradizionali, il panorama nazionale vede anche imprese con un più spiccato profilo di innovazione tecnologica: si tratta sia di piccole realtà, sia di imprese di grandi dimensioni in grado di competere a livello globale e di offrire soluzioni tecnologiche d’avanguardia, ricerca di frontiera, possibilità di proporre soluzioni per aree industriali in crisi, opportunità per politiche di integrazione di filiere agricole e industriali.
Utilizzare biomasse per produrre sostanze chimiche di base, in parziale o totale sostituzione delle materie prime fossili, è un fattore che diventa sempre più rilevante per concretizzare una vera e propria transizione ecologica e l’impegno in questo campo delle imprese italiane mostra che questa sfida è stata raccolta dal mondo industriale.

Stime della Commissione europea indicano che i bioprodotti e i biocombustibili rappresentano circa 57 miliardi di fatturato annuale e creano almeno 300 mila posti di lavoro. Il comparto bio-based costituisce un enorme valore per l’Europa, in grado di supportare il nostro Paese a espandere la sua leadership industriale nei settori emergenti per i prodotti ed i servizi del futuro.
Lubrificanti, detergenti, plastiche, fertilizzanti, carburanti: questi sono solo alcuni esempi di prodotti bio-based, ovvero prodotti di origine biologica realizzati utilizzando biomassa.
Le fonti di biomassa sono generalmente zuccheri, amidi, oli, legnami e fibre naturali, ma ora si sta puntando molto anche sullo sfruttamento degli scarti e dei sottoprodotti dell’industria agroalimentare, nonché al recupero dei rifiuti organici domestici (umido). Un ottimale sfruttamento delle biomasse dovrebbe utilizzare processi a cascata, che possano valorizzarle completamente, producendo prima intermedi chimici bio-based per usi industriali e, dai sottoprodotti di questi processi, ottenere poi biocarburanti di seconda generazione, in una logica di economia circolare integrata.
Inoltre, i settori di produzione delle biomasse (agricoltura, agroindustria, raccolta differenziata, etc.) dovrebbero diventare sempre più partner strategici dell’industria bio-based, creando una filiera che beneficia del valore aggiunto che si genera con i bioprodotti, i biocarburanti e la bioenergia.
Il Green Deal europeo riserva un ruolo importante alla chimica da biomassa per il raggiungimento dei target ambientali che si prefigge di ottenere.

Infatti, tra gli obiettivi della Comunicazione della Commissione europea sui “Cicli sostenibili del carbonio” figura quello che prevede che almeno il 20% del carbonio utilizzato nei prodotti chimici e plastici dovrebbe provenire da fonti non fossili sostenibili entro il 2030.
Inoltre, i biocarburanti costituiscono una delle soluzioni che l’Unione europea ha previsto per raggiungere l’obiettivo previsto dalla Strategia Fit for 55 ovvero quello di raggiungere entro il 2030 una riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, per poi arrivare alla neutralità carbonica nel 2050.
Infine, nonostante l’Unione europea abbia previsto il bando della costruzione dei veicoli leggeri dotati di motori a combustione termica a partire dal 2035, il crescente previsto impiego dei biocarburanti da parte dell’aviazione commerciale continuerà a svolgere un’importante funzione di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Il sostegno alla ricerca nella chimica da biomassa è fondamentale: in questo ambito Federchimica è tra i soci fondatori del Cluster Tecnologico Nazionale “Chimica Verde” SPRING (Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth) che ha preso vita nel 2014 per incoraggiare lo sviluppo delle bio-industrie in Italia attraverso un approccio all’innovazione, volto a rilanciare la chimica italiana sotto il segno della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

aispec.it



FERTILIZZANTI

IL SETTORE

A causa della crisi russo-ucraina, che ha scatenato un aumento dei prezzi del gas e ha accentuato la mancanza di altre materie prime, il mercato dei fertilizzanti ha subito un forte contraccolpo.
Il settore si mostra comunque resiliente rivelando alcuni segnali di ripresa. Per quanto riguarda la distribuzione, si specifica che circa il 65% del totale dei fertilizzanti è indirizzato verso le regioni settentrionali mentre la restante parte al centro e alle regioni meridionali (rispettivamente per il 15% e 20%). In Italia si distinguono realtà di grandi dimensioni, tipicamente produttrici di concimi minerali, da piccole- medie imprese, che commercializzano prodotti organici, organo-minerali e le specialties (che ricomprendono i biostimolanti).
Grazie al Regolamento UE 2019/1009, normativa quadro sui fertilizzanti (entrato in applicazione nel 2022), le imprese possono ora commercializzare anche con marchio CE molte tipologie di prodotti prima disciplinate solamente dalla norma nazionale (D. Lgs. 75/2010), con benefici non solo in ottica di armonizzazione delle legislazioni, ma anche di economia circolare e sostenibilità.
Per la piena applicazione del Regolamento, le imprese sono chiamate a garantire la conformità dei prodotti alle prescrizioni della norma UE. A questo proposito, il Comitato di Normazione Europea (CEN), grazie al supporto degli esperti di ogni delegazione nazionale (per l’Italia è UNICHIM – Associazione per l’unificazione nel settore dell’industria chimica – ente federato ad UNI), si trova nelle fasi finali per la definizione dei nuovi standard, che verranno utilizzati per valutare i prodotti ai fini dell’apposizione del marchio CE.
Parallelamente alla norma europea, nel 2022 è stata aggiornata anche quella nazionale grazie al decreto 10 ottobre 2022 del Ministero dell’Agricoltura. In particolare, le novità apportate da tale decreto riguardano l’inserimento nella normativa nazionale di tutti i concimi precedentemente normati dall’abrogato Regolamento CE 2003/2003, l’aggiornamento dell’elenco dei fertilizzanti consentiti in agricoltura biologica, la messa a punto di nuove prescrizioni in materia di etichettatura ed immissione in commercio dei fertilizzanti nazionali e, infine, l’adeguamento delle disposizioni relative al Registro dei Fabbricanti dei fertilizzanti.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In ambito progettuale l’Associazione è fortemente impegnata nel Progetto Qualità, nato grazie ad un Accordo di Programma con l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) nel 2011, che rappresenta uno dei punti cardine dell’attività di Assofertilizzanti. Il Marchio di Qualità viene consegnato alle imprese che certificano il proprio impegno nello sviluppo di prodotti e processi sostenibili e di qualità.
Nel corso del 2022, le imprese associate hanno deciso di aumentare i propri sforzi aggiornando il disciplinare del Progetto, dimostrando l’impegno e l’attenzione dell’industria verso le tematiche connesse alla salute e alla sicurezza umana e ambientale. Il rapporto costruttivo portato avanti da Assofertilizzanti con le autorità, oltre al controllo delle frodi, verte anche su furti, contraffazioni ed importazioni illegali in modo da garantire la presenza sul mercato di prodotti sicuri e di qualità. Sul fronte normativo, Assofertilizzanti è impegnata nel garantire la corretta implementazione della normativa quadro richiedendo, ad esempio, l’aggiunta di nuove categorie di prodotti all’interno del Regolamento a tutela dell’industria italiana che si è da sempre dimostrata pioniera in questo senso, vantando tutt’oggi un know-how senza eguali nella produzione di fertilizzanti.
Inoltre, nell’ambito del Green Deal, il settore sarà oggetto di ulteriori novità regolatorie. Nel corso del 2023, infatti, dovrebbero essere pubblicate le proposte di un Piano d’azione per la gestione integrata dei nutrienti (INMAP), che ha l’obiettivo di contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea circa la riduzione delle perdite di nutrienti, e la Direttiva Healthy Soils che servirà ad affrontare il degrado dei suoli e preservarne la fertilità.
Oltre a ciò, l’Associazione, in coordinamento con Federchimica, supporterà le imprese nella corretta applicazione del CBAM – meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere - che prevede un nuovo sistema di tassazione per chi importa fertilizzanti azotati da Paesi extra-UE, con leggi meno rigorose rispetto a quelle europee in materia ambientale. Tali novità verranno costantemente attenzionate da Assofertilizzanti, di concerto con le Associazioni europee di riferimento, in quanto l’utilizzo di tutte le tipologie di fertilizzante risulta fondamentale per il mantenimento della produttività dei suoli e per garantire la sicurezza alimentare.

assofertilizzanti.federchimica.it



AGROFARMACI

IL SETTORE

Con un giro d’affari pari a poco più di un miliardo di euro, l’industria italiana degli agrofarmaci mantiene un mercato in lieve crescita e contribuisce a realizzare circa il 1,8% del fatturato globale dell’industria chimica italiana (2022).

I dati pubblicati dalla Commissione europea, relativi all’utilizzo degli agrofarmaci, dimostrano come sia in atto un processo di ottimizzazione nell’impiego di questi prodotti, reso possibile grazie alla continua crescita della professionalità degli agricoltori e allo sviluppo di prodotti e servizi sempre più innovativi da parte delle imprese.
L’industria del comparto, infatti, investe ed è impegnata ad investire anche in futuro ingenti risorse in ricerca e innovazione, in risposta a politiche europee con obiettivi sempre più ambiziosi, dando particolare importanza alla riduzione dell’impatto ambientale e alla salvaguardia della salute dell’uomo.

Con le strategie quali la Farm to Fork, inserite all’interno del più ampio quadro del New Green Deal, la Commissione europea ha fissato obiettivi di sostenibilità che coinvolgono in prima linea i settori dei mezzi tecnici per l’agricoltura, con misure che verranno implementate nel quadro regolatorio attraverso il nuovo Regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci.
Una volta completato l’iter legislativo, tale Regolamento andrà a sostituire la Direttiva 2009/128/CE e l’Italia sarà chiamata a redigere un proprio Piano di Azione Nazionale per la corretta attuazione delle nuove disposizioni.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Agrofarma, insieme a Croplife Europe, l’Associazione europea di riferimento, è costantemente impegnata nel raggiungimento di una sempre maggiore sostenibilità attraverso l’adozione di soluzioni sempre più integrate e innovative, che comprende la ricerca di nuovi mezzi e misure di mitigazione anche attraverso le tecnologie avanzate di agricoltura digitale e di precisione.
Vista l’importanza di questi nuovi strumenti, l’Associazione ha avviato specifici gruppi interni volti a sfruttare tutte le possibili sinergie con gli altri attori del comparto e usufruire di un know-how sempre più ampio e interdisciplinare.
Agrofarma ha, poi, dato priorità ai temi della Farm to Fork e del mantenimento della biodiversità quali obiettivi per i prossimi anni, coerentemente al quadro normativo che tende in tale direzione.
L’Associazione, nel portare avanti le proprie attività di advocacy e comunicazione, soprattutto relative alla bozza di Regolamento Uso Sostenibile degli agrofarmaci, ha sottolineato l’impegno profuso dall’industria e dall’intero comparto agricolo ed ha evidenziato la necessità di adottare misure in grado di ridurre l’impatto ambientale complessivo e, al contempo, garantire la sicurezza alimentare.

In linea con gli obiettivi di una sempre maggiore sostenibilità, l’Associazione, insieme ai partner scientifici dell’Università degli Studi di Torino, ha proseguito le proprie attività sul progetto europeo TOPPS WP (Train Operators to Promote Practices and Sustainability – Water Protection), che si pone l’obiettivo di prevenire la contaminazione dei corpi idrici superficiali da prodotti fitosanitari, attraverso l’implementazione di attività dimostrative e formative.

Un altro tema rilevante sul piano regolatorio è quello relativo ai prodotti per l’uso non professionale. Agrofarma prosegue le proprie attività per consentire alle imprese del comparto hobbyistico di continuare ad operare nel settore, seguendo le attività necessarie per l’approvazione e la registrazione di tali prodotti.

L’Associazione si è, inoltre, concentrata su un’intensa attività di comunicazione, sia attraverso la partecipazione a numerosi eventi con i principali stakeholder di filiera, sia attraverso le attività social. Nell’ottica di diventare un punto di riferimento per gli stakeholder e la filiera, l’Associazione ha avviato quest’anno il progetto “Osservatorio Agrofarma”, che mediante report semestrali, mira ad offrire un quadro di settore costantemente aggiornato utile a raccontare il ruolo strategico degli agrofarmaci ai fini della tutela e dello sviluppo dell’agricoltura italiana, evidenziandone al contempo la spinta all’innovazione orientata ad efficacia e sostenibilità.

Infine, Agrofarma ha proseguito la collaborazione con i Carabinieri dei NAS, gli uffici delle Dogane e Monopoli e i diversi attori della catena distributiva degli agrofarmaci, per continuare a contribuire alla lotta alla contraffazione dei prodotti.
A ciò si aggiunga anche un nuovo progetto portato avanti con la Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare”, volto a quantificare e studiare il fenomeno del mercato degli agrofarmaci illegali nell’ottica di armonizzare a livello nazionale le misure di contrasto a tale forma di illegalità.

agrofarma.it



FIBRE ARTIFICIALI E SINTETICHE

IL SETTORE

Le fibre sintetiche e artificiali, prodotte per mezzo di trasformazioni chimiche di materie prime di origine fossile o di origine naturale, continuano a dominare il mercato rispetto alle fibre naturali: se ne producono oltre 75 milioni di tonnellate all’anno, circa 3/4 del totale delle fibre prodotte a livello globale. Cina ed India dominano il mercato mondiale con una produzione che supera l’80% del totale; terza area per importanza è quella europea, con i principali volumi prodotti in Germania, Italia e Turchia.

Le si accomuna sotto il nome di fibre “man made” e sono caratterizzate da una forte versatilità: trovano applicazione in innumerevoli settori, da quelli più tradizionali come abbigliamento e arredamento a settori industriali come l’automotive, l’edilizia, l’industria aerospaziale.

Secondo stime dell’Unione europea, circa il 71% delle fibre tessili sintetiche viene trasformato in abbigliamento e tessuti per la casa, mentre il resto è utilizzato per tessili tecnici. Questi ultimi sono presenti in innumerevoli prodotti utilizzati principalmente dal settore industriale, come nastri trasportatori in macchinari, filtri in aria condizionata e applicazioni mediche, materiali da costruzione, rinforzi per pneumatici per veicoli e indumenti protettivi da lavoro, inclusi indumenti resistenti a fuoco, calore e agenti chimici. Fibre e tessuti sintetici e sono, inoltre, utilizzati come rinforzi in materiali compositi leggeri che possono sostituire metalli, consentendo risparmi di peso, ad esempio, in aerei e automobili, o come rinforzi in articoli sportivi quali snowboard e mazze da hockey. Essi sono progettati per soddisfare le specifiche e i requisiti di ogni uso finale, come durabilità, resistenza chimica o forza.

Nel 2022 il settore europeo delle fibre artificiali e sintetiche ha risentito in maniera significativa dell’effetto combinato fra innalzamento dei costi dell’energia e indebolimento dell’euro, che ha portato a forti asimmetrie rispetto ai competitor operanti in Asia e America. Inoltre, il miglioramento della situazione globale della logistica nella seconda metà dell’anno, con il calo dei costi e la maggiore disponibilità di container, ha avuto un effetto negativo per le imprese operanti in Europa poiché ha dato nuovo impulso alle importazioni di fibre dall’estero. Si sono, dunque, verificati diversi fermi di produzione, nel settore delle fibre come in tutta la filiera tessile.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Assofibre Cirfs Italia segue attivamente gli sviluppi normativi che stanno interessando il settore tessile. A marzo 2022, l’Unione europea ha pubblicato la “Strategia europea sui prodotti tessili sostenibili e circolari”, contenente un piano di misure coordinate che dovrebbero essere elaborate entro il 2024, per incidere profondamente sul modo di produrre e di consumare del settore tessile-abbigliamento; tale comparto, infatti, è stato identificato come uno dei più impattanti per consumi di energia ed emissioni e ad oggi solo una parte irrisoria dei prodotti tessili immessi sul mercato viene poi avviata ad attività di recupero.
A marzo 2022 la Commissione europea ha pubblicato la “Strategia sui prodotti tessili sostenibili e circolari”, contenente un piano di misure coordinate che dovrebbero essere elaborate entro il 2024 (fra le altre, misure sull’ecodesign dei prodotti tessili, disposizioni sulle microplastiche e nuove regole su gestione dei rifiuti).
A tali provvedimenti si aggiungono altre novità normative rilevanti per il settore delle fibre come per l’intero comparto chimico: in primis la revisione dei Regolamenti REACH e CLP, di cui l’Associazione segue gli sviluppi con Federchimica.
Sulla normativa europea sulla sicurezza prodotti, Assofibre Cirfs Italia prosegue inoltre con le attività istituzionali che la vedono impegnata da tempo: si monitorano proposte di classificazione e di restrizione all’uso di determinate sostanze che potrebbero incidere sul settore.
Continua ad essere centrale anche l’impegno sulle politiche commerciali: il settore da tempo sostiene la necessità dei dazi antidumping europei affinché le imprese riescano a fronteggiare il panorama globale, in cui sussidi e barriere protezionistiche creano rilevanti distorsioni di mercato; il significativo aumento dell’import di fibre e tessuti dall’Asia degli ultimi anni conferma la necessità di forti azioni congiunte per sostenere la competitività delle imprese europee.
Le principali sfide per il settore tessile accomunano le imprese operanti su tutto il territorio europeo; per questo l’Associazione riconosce il valore fondamentale del lavoro a livello sovranazionale e vive una stretta collaborazione con l’Associazione europea Cirfs. Sostiene inoltre l’importanza delle collaborazioni di filiera, sia a livello nazionale sia europeo.
Non da ultimo, Assofibre Cirfs Italia è impegnata nel diffondere una sempre maggiore conoscenza delle fibre man-made al pubblico: su questo fronte, l’Associazione si rivolge innanzitutto alle nuove generazioni con specifici premi assegnati nell’ambito del “Premio Federchimica Giovani” e lezioni on-line per i docenti



ADDITIVI E AUSILIARI, CHIMICA FINE E SPECIALITÀ PER L'INDUSTRIA

IL SETTORE

Nelle fasi produttive e intermedie di ogni filiera di produzione industriale vengono impiegati additivi, ausiliari e prodotti di chimica fine e specialità per l’industria: prodotti molto differenti tra loro, anche in funzione delle diverse applicazioni, ma accomunati dal ruolo fondamentale di definire molte delle caratteristiche dei prodotti finiti.
La loro specializzazione è strettamente correlata all’ambito di impiego: additivi e ausiliari per le applicazioni del settore tessile, per il cuoio e la pelle, per la carta, per il trattamento delle acque o per la produzione di materie plastiche, di elastomeri e coating sono impiegati in formulati o come sostanze singole in grado di conferire ai prodotti finiti, soprattutto quelli riconosciuti come eccellenze del Made in Italy, le caratteristiche che li contraddistinguono. A questi prodotti si affiancano quelli della chimica fine, le materie prime per l’industria degli additivi e degli ausiliari e i principi attivi, intermedi e catalizzatori, utilizzati in ogni fase delle produzioni industriali dei settori a valle.
In Italia sono presenti aziende grandi e medio-grandi - spesso a capitale internazionale - che producono o distribuiscono un portafoglio di prodotti e formulati spesso molto ampio, alle quali si affianca un buon numero di medie, piccole e anche micro imprese, che vantano comunque grandi competenze in aree specifiche di prodotto, soprattutto quando legate a processi specifici o se legate ai distretti territoriali.
Le 90 imprese associate al Gruppo vantano un fatturato di oltre 3.300 milioni di euro, impiegando circa 5.800 addetti.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Tra le novità di particolare interesse normativo si segnalano la revisione dei Regolamenti REACH e CLP, la futura registrazione per alcuni tipi di polimeri e la continua implementazione della gestione delle sostanze chimiche. A ciò si affianca l’insieme delle strategie generali derivanti dalle politiche industriali e ambientali della UE: nella cornice dell’European Green Deal sono particolarmente rilevanti la Chemical Strategy for Sustainability (CSS), la revisione delle norme sull’Ecodesign, la Strategia europea per i prodotti tessili sostenibili, le norme sulla responsabilità estesa sul prodotto. I settori della chimica per il tessile e per il cuoio sono, inoltre, coinvolti nell’implementazione delle iniziative legate alla sostenibilità e alla responsabilità di prodotto, soprattutto quelle derivanti da attività volontarie dei settori a valle e dei brand dei prodotti della filiera abbigliamento/calzature, che comportano un incremento dei costi per le imprese per poter rimanere competitive su tali mercati. Continua poi la discussione sulla proposta di restrizione REACH delle sostanze sensibilizzanti negli articoli di tessile e cuoio: il rischio che si possa pervenire a una restrizione vincolata esclusivamente alla classificazione delle sostanze, indipendentemente dalla loro presenza negli articoli finiti e del loro effettivo potenziale allergenico sui consumatori, potrebbe portare a effetti dirompenti sulla manifattura nazionale e comunitaria e, di conseguenza, sui settori chimici a essa collegati. Le imprese rischiano di non poter riformulare i prodotti sulla base delle reali esigenze del mercato e dei clienti, con specificità tecnologiche e funzionali, ma di trovarsi in condizioni sfavorevoli rispetto a prodotti provenienti da fuori Europa, evidentemente meno impattati da tali regole. Risulta, quindi, fondamentale la costante cooperazione con le associazioni nazionali dei settori clienti (Sistema Moda Italia e Unione Nazionale Industria Conciaria), così da fare fronte comune con gli stakeholder istituzionali. Tali temi sono affrontati anche nell’ambito dell’Associazione europea della chimica per il tessile e il cuoio (EUCTL), nata nel 2020 quale interlocutore autorevole nel dialogo con le Istituzioni UE e che è stata ufficialmente riconosciuta anche come stakeholder accreditato presso ECHA.
Il settore per il trattamento acque ha seguito con attenzione la revisione della normativa nazionale su materiali e oggetti a contatto con le acque potabili, recentemente pubblicata e che, quando sarà in vigore, andrà a regolamentare sia i prodotti chimici e i formulati utilizzati nel trattamento acque, sia i mezzi e gli strumenti di filtrazione. Tale tema interessa anche il settore degli ausiliari e dei catalizzatori per le materie plastiche, impiegati anche nei materiali a contatto con le acque e con gli alimenti, poiché gli additivi per la polimerizzazione e gli altri ausiliari destinati alla stessa filiera potrebbero essere regolamentati dalla stessa normativa. Il settore plastiche sta, infine, monitorando la potenziale restrizione del PVC e dei suoi additivi, per la quale sono state inviate risposte alle varie call for data di ECHA in relazione ai rischi per l’ambiente e la salute umana e per le possibilità di sostituzione in alcune applicazioni.



CHIMICA PER IL SETTORE ALIMENTARE

Gli ingredienti specialistici per il settore alimentare, ovvero aromi, additivi, coadiuvanti tecnologici, enzimi, amidi e ingredienti nutrizionali sono una parte importante della catena del valore nell’industria alimentare e rappresentano il contributo diretto della chimica alla produzione moderna di alimenti. Le loro funzioni sono molteplici: nutrizionali, organolettiche e tecnologiche nelle fasi di produzione o conservazione. Impiegati nella produzione, trasformazione e conservazione degli alimenti, ne garantiscono la sicurezza e il gradimento da parte del consumatore, contribuendo all’innovazione e alla sostenibilità del settore. Il mondo si trova di fronte a numerose sfide collegate con l’alimentazione: nutrire una popolazione in crescita in modo sostenibile, gestire la salute pubblica, soddisfare le esigenze nutrizionali e le scelte dietetiche individuali. Per ognuna di queste esigenze, gli ingredienti specialistici per alimenti contribuiscono a trovare soluzioni per le richieste dell’industria alimentare e del consumatore finale.

ADDITIVI ALIMENTARI E COADIUVANTI TECNOLOGICI

L’andamento del settore è ovviamente legato a quello dell’industria alimentare a valle, che deve garantire al consumatore prodotti di qualità, sicuri e che rispondano alle sue esigenze, ma che siano anche più orientati alla riformulazione, al miglioramento tecnologico e all’innovazione, spesso legati a specifici ingredienti specialistici.
Nonostante le difficoltà associate ad alcuni aspetti contingenti: come difficoltà logistiche, la scarsità di alcuni prodotti derivanti da materie prime agricole per eventi climatici avversi e l’instabilità dei prezzi, il settore sta tornando a livelli pre-pandemia con una crescita generalizzata della richiesta dei prodotti nei vari settori di utilizzo.

AMIDI E DERIVATI

L’amido si ottiene a partire dai cereali, come mais, frumento e riso. È una sostanza vegetale, rinnovabile e molto versatile, che può essere utilizzata come tale sia in campo alimentare e cosmetico, sia nella fabbricazione di carta, adesivi, tessuti, manufatti per edilizia. Diventa, inoltre, materia prima per produrre diverse altre sostanze quali zuccheri (glucosio, fruttosio, isoglucosio) oppure polioli (sorbitolo, mannitolo, maltitolo) utilizzati dall’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica. L’industria degli amidi, producendo una moltitudine di sostanze bio-based, si inserisce pienamente nella bioeconomia.
La guerra in Ucraina ha comportato serie difficoltà per il settore per quanto riguarda gli approvvigionamenti di cereali e gli alti costi dell’energia. La siccità è un ulteriore fattore di criticità per questo comparto, in quanto la produzione di amido richiede ingenti quantitativi di acqua.

AROMI

L’industria degli aromi fornisce un invisibile ma importante contributo strategico all’affermazione e all’immagine di qualità del Made in Italy alimentare sui mercati mondiali.
Gli aromi possono essere ottenuti da materie prime naturali oppure prodotti per sintesi, ma devono sempre rispondere a requisiti di purezza, sicurezza e innocuità fissati per legge. Le sostanze aromatizzanti impiegabili nella formulazione degli aromi sono state valutate a livello europeo ed inserite nelle liste comunitarie delle sostanze ammesse, che sono soggette a revisione delle valutazioni, in funzione delle variabili condizioni d’uso degli aromi e di consumo degli alimenti.
Le indicazioni di legge concernenti gli aromi, riportate sull’etichetta degli alimenti consentono al consumatore di capire quale tipologia di aroma sia stata utilizzata, garantendo la massima trasparenza nei suoi confronti.

MATERIE PRIME PER INTEGRATORI ALIMENTARI E ALIMENTI FUNZIONALI

Il settore rappresenta una vasta gamma di ingredienti nutrizionali e funzionali, come vitamine, amminoacidi, sali minerali, estratti vegetali, probiotici, omega-3, fibre vegetali, che sono impiegati sia negli alimenti arricchiti o nei prodotti per specifiche esigenze nutrizionali, sia negli integratori alimentari. Sono aziende di grandi dimensioni (spesso filiali italiane di gruppi internazionali) e piccole e medie imprese con elevata specializzazione in prodotti specifici, come per esempio gli estratti vegetali o i prodotti di origine microbiologica (p.e. probiotici), che rappresentano di fatto la peculiarità e l’identità dei prodotti finiti in cui sono utilizzati.
Il settore registra, ormai da anni, una tendenza di crescita abbastanza costante, derivante dalla disponibilità di prodotti per differenti esigenze, dalla qualità che il consumatore riconosce ai prodotti, oltre che dai riconosciuti effetti benefici garantiti dagli ingredienti utilizzati.

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OLI LUBRIFICANTI

IL SETTORE

Gli oli lubrificanti sono un tipico esempio di chimica delle specialità, grazie al quale si ottengono prodotti caratterizzati da un’elevata sostenibilità: limitando infatti la forza d’attrito tra organi meccanici in movimento relativo, i lubrificanti determinano indirettamente un aumento dell’efficienza dei processi e delle attrezzature che ne prevedono l’uso.
Si ottengono additivando a un olio base – ricavabile dalla prima raffinazione del petrolio, dalla rigenerazione di oli usati o da fonti rinnovabili – sostanze e miscele chimiche, che vengono accuratamente selezionate per fornire al lubrificante le prestazioni e le specifiche caratteristiche tecniche desiderate.

Il comparto è caratterizzato da una forte evoluzione tecnologica che contribuisce anch’essa alla sostenibilità con la progettazione e messa a punto di formulazioni innovative e a sempre minore contenuto di zolfo, l’utilizzo di basi lubrificanti pregiate e più resistenti all’ossidazione, l’incremento della vita media e il perfezionamento delle caratteristiche di lubrificazione di un olio.
Si tratta, quindi, di prodotti che contribuiscono per loro stessa natura all’efficientamento dei processi industriali e quindi alla riduzione delle emissioni di gas serra e il riconoscimento di questo ruolo sarà fondamentale nella transizione ecologica in atto a livello mondiale.
Va inoltre sottolineata l’importanza che riveste in Italia il CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, grazie al quale nel nostro Paese viene raccolto circa il 50% dell’olio usato immesso in consumo, il 99% del quale viene avviato a rigenerazione, trasformando così un rifiuto pericoloso per l’ambiente in preziose materie prime (oli base, gasoli e bitumi) e ottimizzando indirettamente l’impiego di una risorsa naturale come il petrolio.
Il panorama commerciale nazionale vede l’esistenza di molte aziende specializzate, di piccole e medie dimensioni, affiancate da grandi società petrolifere e multinazionali chimiche: il comparto risulta complessivamente strutturato in un centinaio di operatori, per un totale di circa 3.000 addetti.

Nel 2022 si stima che le imprese associate del settore abbiano fatturato circa 2 miliardi di euro. Per quanto riguarda il consumo annuale di lubrificanti in Italia, alla ripresa post-pandemica che aveva portato nel 2021 a una decisa ripresa dei consumi con un +8,6%, ha seguito un assestamento che ha visto nel 2022 un calo dei volumi del 4,7%, dovuto soprattutto al crollo del 10,7% del settore industriale, contrastato solo parzialmente dall’ascesa di 2,7 punti percentuali fatta registrare dal comparto autotrazione.

Pur non essendo integrati con il ciclo del petrolio e presentando un mercato profondamente diverso da quello dei carburanti – considerate la dimensione ridotta delle transazioni, la netta prevalenza di piccoli produttori e l’estrema differenziazione del prodotto – i lubrificanti sono da sempre impropriamente accomunati ai prodotti energetici e in quanto tali coinvolti in iniziative penalizzanti a livello sia nazionale che comunitario. Molto importante per il settore è poi tutto l’apparato normativo inerente i temi di sicurezza prodotti (REACH, CLP, Regolamento Biocidi), il Codice ambientale per la corretta gestione dei rifiuti, nonché le recenti iniziative green, quali ad esempio il Regolamento Ecodesign.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Il Gail si pone come fondamentale luogo di aggregazione e confronto sui problemi settoriali, grazie anche a workshop ed eventi di approfondimento periodicamente organizzati. Di grande importanza risultano essere i contributi dei Comitati e Gruppi di lavoro del gruppo, così come la costante collaborazione con l’associazione europea di riferimento, la UEIL (Union of the European Lubricants Industry), di cui il Gail è socio fondatore.

Tra le sfide del prossimo futuro emergono in maniera preponderante quelle legate alla transizione energetica ed ecologica: l’incertezza globale sta lentamente evolvendo e i mutamenti in atto porteranno senza dubbio a nuovi scenari, il cui sviluppo sarà sempre più veicolato dalla crescente spinta verso la sostenibilità.

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ABRASIVI

IL SETTORE

L’Italia è caratterizzata da uno dei più importanti mercati europei degli abrasivi, sia per quanto riguarda la produzione destinata al mercato interno e all’export, sia per l’utilizzo nei settori attivi sul territorio nazionale.

Il settore è da sempre fortemente legato agli aspetti congiunturali e all’andamento dei comparti industriali a valle e dei mercati di destinazione. Nel 2022 vi sono stati segnali in media moderatamente positivi per il mercato degli abrasivi, che dopo la crisi pandemica sta progressivamente adattandosi alle nuove condizioni createsi, che vedono nei costi energetici una delle criticità più forti alle quali far fronte.

Gli abrasivi sono prodotti fondamentali per la realizzazione della quasi totalità degli oggetti di uso comune che fanno parte della nostra vita quotidiana. Il loro utilizzo è normalmente associato ai settori manifatturieri e industriali, oltre che all’hobbistica e al fai-da-te, ma in realtà qualunque processo di produzione richiede necessariamente anche l’utilizzo di prodotti abrasivi per poter essere portato a termine.

Il principale utilizzo degli abrasivi avviene a livello professionale, per i settori dell’automotive, della meccanica, dell’edilizia e della lavorazione di vetro e ceramiche.

La classificazione dei prodotti dipende dalle caratteristiche fisiche e prestazionali, oltre che dai vari campi di impiego. Carte, tele e fibre rientrano tra i cosiddetti abrasivi flessibili (coated abrasives), mentre gli abrasivi rigidi (bonded abrasives) sono le mole vetrificate a legante inorganico e le mole troncatrici a centro depresso con legante organico resinoide; i superabrasivi sono infine i prodotti diamantati, utilizzati per il taglio di pietra e cemento.

Il loro utilizzo è associato a utensili e macchinari di vario tipo: vi sono quelli fissi, da banco, su rotaia, elettroutensili o macchinari con motore a scoppio, ma è anche possibile l’utilizzo manuale.

Ognuna delle imprese nazionali che operano nel settore è specializzata in una specifica tipologia dei prodotti citati; si tratta soprattutto di realtà aziendali piccole o medie, originariamente legate ai distretti produttivi nazionali. Oggi queste imprese esportano in tutto il mondo i loro prodotti nell’ambito di applicazioni per lo più molto specifiche, dove è richiesta grande conoscenza delle lavorazioni e per le quali l’elevata qualità dei prodotti permette di superare anche la leva economica. In Italia sono inoltre presenti le filiali delle più grandi multinazionali del settore, in grado di fornire prodotti di tutte le tipologie.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Le implicazioni dei regolamenti REACH e CLP, oltre alla Direttiva sulle emissioni industriali (IED), al Regolamento Ecodesign e ad alcuni Best Available Techniques Reference Document (BREF), seppur pensati per settori diversi (prodotti ceramici), rischiano di avere pesanti ricadute sull’industria degli abrasivi.

Il Gruppo Abrasivi di Aispec, partecipa attivamente alle attività dell’Associazione europea di riferimento (FEPA – European Federation of Abrasives Producers), che ha un focus specifico su temi tecnici e normativi, con il monitoraggio e l’aggiornamento degli standard tecnici di sicurezza CEN e ISO.

Per la promozione dell’utilizzo sicuro dei prodotti abrasivi è stato realizzato il sito http://www.abrasivessafety. com infatti, se non utilizzati correttamente, i prodotti abrasivi possono causare incidenti gravi, talvolta mortali. Nel tentativo di ridurli, il settore ha messo insieme una serie di raccomandazioni sulla sicurezza, classificate per applicazione.

Hanno anche preso il via iniziative di sostenibilità volontarie, come il progetto SEAM (Sustainable European Abrasive Manufacturers) lanciato per supportare e assistere i produttori di abrasivi verso uno sviluppo sostenibile.

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SMALTI PER CERAMICA, PIGMENTI INORGANICI E OSSIDI METALLICI

IL SETTORE

La ceramica italiana è un fiore all’occhiello del Made in Italy e ha due caratteristiche fondamentali: la sua forte internazionalità e gli ingenti investimenti in innovazione tecnologica. Questa costante ricerca, insieme ad un indiscusso gusto estetico, ha permesso alle imprese produttrici di operare su numerosi mercati nonostante l’aumento dei concorrenti che spesso producono in contesti più favorevoli con costi e oneri inferiori. La filiera produttiva, composta dai produttori di macchine, dai colorifici ceramici e dai produttori di piastrelle, è composta da un numero consistente di aziende che, operando prevalentemente nel Distretto di Sassuolo, hanno un ruolo rilevante nel contesto produttivo nazionale. In particolare, i colorifici ceramici producono smalti, fritte, pigmenti, coloranti usati nell’industria ceramica (piastrelle, stoviglieria, sanitari, etc.) e, in misura minore, nell’industria meccanica (soprattutto per finitura superficiale di elettrodomestici e prodotti per la casa). Alcune aziende inoltre sono produttrici di ossidi metallici che trovano diffusione, per ben oltre la metà del loro impiego, nei processi di reazione chimica per la realizzazione di pigmenti e fritte. Il settore, con investimenti in ricerca e sviluppo molto rilevanti, punta su prodotti sempre più specialistici, le cui prestazioni, particolarmente attente alla compatibilità ambientale, garantiscono, ai produttori di ceramica, standard di elevata qualità e bellezza, apprezzati in tutto il mondo.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Ambiente e sicurezza costituiscono le attività più importanti promosse da Ceramicolor, in particolare, lo studio delle problematiche inerenti alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose.
I principali sforzi dell’Associazione si concentrano sull’analisi delle possibili criticità che le diverse legislazioni possono avere sul settore.
È, infatti, in continuo divenire la normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro che si interseca con la sicurezza prodotti, in particolare i Regolamenti REACH e CLP. L’Associazione, interfacciandosi da un lato con Federchimica e Confindustria e dall’altro con l’Associazione europea di riferimento Eurocolour, si impegna sia nelle attività di advocacy che anticipano la pubblicazione delle normative sia, una volta definitive, nel fornire gli adeguati strumenti interpretativi per adempiere correttamente a quanto previsto. Grande attenzione è focalizzata anche sul Green Deal con la Chemical Strategy for Sustainability che prevede la revisione di numerosi regolamenti, tra i quali il Regolamento REACH e il Regolamento CLP.
A livello associativo è, quindi, molto rilevante l’attività che si sta svolgendo parallelamente sia a livello nazionale che a livello europeo.
Ceramicolor investe numerose risorse anche nell’ambito della formazione per sostenere i giovani che un giorno potranno lavorare nel settore.

Insieme alle altre associazioni di filiera, ha promosso anche nel 2022 un corso di formazione dedicato agli studenti più meritevoli dell’Istituto tecnico Industriale “E. Fermi” di Modena con l’obiettivo di contribuire attivamente alla formazione dei giovani per introdurli al mondo del lavoro.
Inoltre, ha promosso il Master di 2° livello “Impresa e Tecnologia Ceramica”, in collaborazione con le Università di Modena, Reggio Emilia e Bologna, che offre ai giovani laureati la possibilità di diventare figure competenti in ogni fase della produzione: dai processi alle lavorazioni, fino ai sistemi tecnologici con attenzione alla sostenibilità, attraverso un’accurata conoscenza scientifica e tecnologica.

Anche a livello comunicativo si conferma per Ceramicolor il successo di Thesignofcolor, il portale web che parla del colore con idee, consigli, immagini, citazioni e curiosità che permettono di scoprire e conoscere il mondo della ceramica. Il magazine ha anche la relativa pagina Facebook e Instagram.
A giugno 2023, infine, è tornato in presenza “A Cena con il Colore”, un evento organizzato da Ceramicolor dove colore, cibo, musica e condivisione sono stati gli ingredienti che hanno animato la serata, a cui hanno partecipato più di 400 persone.

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ADESIVI E SIGILLANTI

IL SETTORE

Il protrarsi della guerra in Ucraina ha inciso in modo critico sugli approvvigionamenti energetici, anche per l’industria degli adesivi e sigillanti, nonostante gli sforzi per trovare fonti alternative.
È stata difficile anche la situazione relativa ai costi delle materie prime. In questo contesto molto complesso, tuttavia, il settore ha mostrato capacità di tenuta.
Il 2022 è stato moderatamente positivo per quasi tutti i mercati serviti: dalle costruzioni, al mobile e arredamento, alle calzature, alla cartotecnica e imballaggio. L’unica eccezione è il segmento dei mezzi di trasporto.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Dal punto di vista della legislazione europea, il 2023 è un anno cruciale per alcuni dossier di fondamentale importanza per l’industria chimica: REACH e CLP come già ampiamente riportato.
Altro tema di grande attualità è la proposta di Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio affinché tutti gli imballaggi in UE siano riutilizzabili o riciclabili in modo economico entro il 2030.

Un altro argomento che riguarda da vicino i produttori di adesivi è il Regolamento (UE) N° 2020/1149 che modifica l’Allegato XVII del Regolamento REACH, con il quale è stata introdotta una restrizione all’uso dei diisocianati. L’aggiornamento prevede per tali sostanze un divieto all’immissione sul mercato per usi industriali e professionali e un divieto all’utilizzo, a meno che non siano rispettate alcune condizioni. Fra queste, è ritenuta fondamentale una formazione adeguata rivolta a tutti i lavoratori che li utilizzano. È richiesta, inoltre, una conoscenza sufficiente dei pericoli di tali sostanze e la consapevolezza dei rischi connessi al loro uso. Avisa ha prodotto, in stretta collaborazione con FEICA, l’Associazione europea di riferimento, opuscoli informativi, di cui ha curato la traduzione in italiano, per chiarire gli obblighi derivanti dal Regolamento e ricordarne le scadenze.

Le informazioni diramate dall’Associazione hanno permesso alle imprese di arrivare preparate con sufficiente anticipo alla scadenza del 24 agosto 2023, data entro la quale tutti gli utilizzatori di prodotti poliuretanici dovranno essere formati e certificati.

Sempre sul versante dell’attività associativa è proseguito l’impegno per rendere familiare la produzione di adesivi e sigillanti ai giovani, attraverso la partecipazione al Premio Nazionale Federchimica Giovani, per potenziare l’interazione tra scuola, territorio e industria chimica ed orientare gli studenti di scuola media verso percorsi di studio tecnico-scientifici.
Un’iniziativa ormai ampiamente collaudata che salda il mondo della formazione a quello dell’industria chimica.
Si è appena conclusa l’edizione per l’anno scolastico 2022/2023 alla quale Avisa ha aderito con un Premio speciale per la sezione “adesivi, inchiostri, vernici”.

Sempre nell’ambito della formazione continua il progetto associativo sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), rivolto ai ragazzi di scuola superiore, con tre moduli didattici realizzati da Avisa che attestano 13 ore di PCTO agli studenti che superano i test previsti dopo ogni lezione.
Il modulo riguardante adesivi e sigillanti, da fruire online, si avvale di un video istituzionale, della videointervista al Presidente del Gruppo e di una dispensa relativa all’approfondimento sui prodotti. Il numero degli iscritti che hanno ottenuto la certificazione, in costante aumento, denota il successo dell’iniziativa.

Per rispondere alle esigenze emergenti in tema di economia circolare, l’Associazione ha avviato il “Progetto Misurazione Indicatori di Circolarità”, promosso da Federchimica, al quale ha partecipato con un cluster dedicato ad Avisa.
Obiettivo dell’iniziativa era individuare alcuni indicatori di base misurabili per valutare con oggettività la circolarità di un’organizzazione attraverso definizioni e metodologie condivise. Per la realizzazione del progetto Federchimica ha sottoscritto un accordo di collaborazione con ERGO - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - e Certiquality.
Il progetto si è concluso con la presentazione di COACH - Il tuo assistente per l'economia circolare, il tool per misurare e perseguire l’economia circolare nelle imprese chimiche.

Venendo alla progettualità dei settori, per quanto riguarda le iniziative del settore adesivi per legno e arredamento, è in atto una campagna di promozione all’estero di “Edge Bonding Handbook”, la versione inglese dell’originale “L’incollaggio dei bordi”, iniziata a maggio 2023 con la presentazione alla fiera Ligna di Hannover.
A dimostrazione dello spirito di collaborazione lungo la filiera che contraddistingue le imprese di Avisa, il Gruppo adesivi e sigillanti ed il Gruppo inchiostri da stampa continuano il dialogo costruttivo con Giflex, l’Associazione dei produttori di imballaggio flessibile, sui temi delicati ed importanti degli imballaggi a contatto con gli alimenti.

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PITTURE E VERNICI

IL SETTORE

Per l’industria dei prodotti vernicianti in Italia, il 2022 si è rivelato un anno a due volti: più incoraggianti i primi sei mesi, più preoccupante il secondo semestre. L’anno era iniziato con una domanda ancora brillante, trascinata dal settore edilizia che ha riscontrato risultati ben superiori anche al 2019.
Dall’industria italiana delle costruzioni, infatti, continuano ad emergere segnali molto positivi dopo diversi anni difficili. In particolare, dal settore ristrutturazioni, spinto dagli strumenti di agevolazione fiscale, più che dalle nuove edificazioni, ma anche dalla manutenzione straordinaria di ponti e viadotti, sono continuati stimoli positivi per il comparto dei prodotti vernicianti per edilizia, che vale quasi il 50% dell’intero mercato delle pitture e vernici.
Anche tutti i vari comparti delle vernici industriali nella prima parte dell’anno avevano evidenziato una certa vivacità.

Nel secondo semestre, nonostante la maggior disponibilità di materie prime rispetto all’anno precedente e al rallentamento degli aumenti dei loro costi, l’industria dei prodotti vernicianti ha subito una frenata, schiacciata pesantemente dai rincari energetici, sia direttamente, con l’erosione delle marginalità, sia indirettamente, con diffusi cali della domanda.

È il caso, in particolare, dei prodotti vernicianti per il settore “coil” per le acciaierie, le quali, a causa dei costi insostenibili dell’energia, hanno subito fermate temporanee di produzione.
Rispetto all’anno precedente si evidenziano, inoltre, cali di domanda per tutti quei settori che, a causa del conflitto russo-ucraino, hanno sospeso le esportazioni verso quei Paesi.

Rispetto al 2021, il 2022 si è chiuso con performance in volume complessivamente migliori di qualche punto percentuale; la maggior crescita delle performance a valore è stata influenzata dai significativi aumenti di listino che le aziende produttrici hanno dovuto applicare nel corso dell’anno a seguito degli aumenti delle materie prime.
La prima parte del 2023 non è stata favorevole, condizionata dal crescente clima di incertezza in funzione della domanda, dei costi dell’energia e delle dinamiche inflattive.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

I prodotti vernicianti sono normati dal D.Lgs. 161/2006, di recepimento della Direttiva 2004/42/CE, che ha imposto limiti specifici dei contenuti massimi di composto organico volatile (COV) nei prodotti vernicianti utilizzati in edilizia e in carrozzeria. Le restrizioni imposte dal Regolamento REACH e dal Regolamento Biocidi hanno ricadute sulla produzione e sull’attività di ricerca e sviluppo anche dei produttori di pitture e vernici che investono significative risorse per la formulazione di prodotti conformi.

Attraverso Avisa, le imprese associate partecipano sia ai tavoli di lavoro che il Ministero dell’Ambiente ha avviato per redigere i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti verdi per edifici, per l’acquisto di articoli per l’arredo urbano, per l’acquisto di arredi in legno, sia ai convegni che le Autorità organizzano in tema di Economia Circolare, Green Public Procurement, Ecolabel, Indoor Air Quality.
Nell’ambito del “Progetto Misurazione Indicatori di Circolarità”, è stato quest’anno realizzato “COACH - Il tuo assistente per l'economia circolare", il tool per supportare le imprese chimiche nella misurazione e nel perseguimento dell’economia circolare, il modello di business cui Istituzioni e imprese si riferiscono per orientare l’attività economica in un’ottica di sostenibilità.
È stato realizzato, inoltre, “COACH-AVISA”, il Tool personalizzato per le imprese del settore vernici, inchiostri, adesivi e sigillanti.
Il Gruppo pitture e vernici, considerando sempre più strategico il rapporto con la scuola e il mondo accademico, è impegnato in diverse iniziative.
Innanzitutto, nell’ambito delle attività di education promosse da Avisa a beneficio degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado: con la partecipazione al “Premio Giovani Federchimica. Chimica: la scienza che salva il mondo”, un concorso che nasce per potenziare l’interazione tra scuola, territorio e industria chimica e per orientare gli studenti di scuola media verso percorsi di studio tecnico-scientifici; con la partecipazione all’iniziativa “Costruirsi un futuro nell’industria chimica”; grazie al pacchetto formativo di e-learning, che vale 13 ore di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), realizzato attraverso tre moduli, uno per ogni Gruppo merceologico di Avisa. Per l’anno scolastico 2022-2023 sono stati certificati oltre 6.000 studenti.
Prosegue, infine, la collaborazione con il Politecnico di Milano tramite l’iniziativa “ColorMat”, per promuovere l’innovazione e la conoscenza dei prodotti ma anche la qualità e la completezza dei futuri progettisti, anche attraverso l’allestimento di una coloreteca, uno spazio dedicato ai prodotti vernicianti, e la realizzazione di convegni, seminari e workshop con architetti e progettisti.

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INCHIOSTRI DI STAMPA

IL SETTORE

Il 2022 è stato caratterizzato dalle difficoltà derivanti dagli approvvigionamenti sia sul fronte delle materie prime, sia dal punto di vista delle fonti energetiche, a causa del perdurare della complessa situazione geopolitica.
Tuttavia, il mercato italiano ha mantenuto una buona tenuta, da una parte grazie alla performance del settore degli imballaggi e degli inchiostri per pubblicazioni, dall’altra soprattutto grazie alla ripresa dei servizi e dell’attività turistica, tornata al livello pre-pandemico.
Il mercato degli inchiostri da stampa in Italia ha registrato una flessione del 2,6% in quantità, a fronte di un incremento in valore del 13,6% nel 2022 rispetto al 2021. Tale risultato colloca il mercato italiano in una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei. Ciò è particolarmente evidente nel caso degli inchiostri liquidi, in cui ci collochiamo al primo posto, in termini di volumi, tra i Paesi più performanti.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Le imprese, oltre a misurarsi con l’attuale complessità economica e geopolitica, operano all’interno di un sistema di regole che diventano sempre più sfidanti.
Il 2023 è un anno cruciale per alcuni dossier di fondamentale importanza per l’industria chimica, quindi anche per quella degli inchiostri da stampa.
La Commissione presenterà la proposta di modifica del REACH probabilmente nella seconda parte dell’anno, mentre per il Regolamento CLP a settembre 2022 la Commissione ha presentato la proposta di introduzione di nuove classi di pericolo per sostanze e miscele. Altro tema di grande attualità è la proposta di Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio per garantire che tutti gli imballaggi nel mercato della UE siano riutilizzabili o riciclabili in modo economico entro il 2030.
L’attività associativa è fatta anche di progettualità. In questo ambito si annovera l’impegno profuso verso i giovanissimi, attraverso la partecipazione al Premio Nazionale Federchimica Giovani, per stimolare negli studenti la capacità di enfatizzare il ruolo che scienza, tecnologia e industria chimica rivestono per il miglioramento della qualità della nostra vita.

L’Associazione lancia l’iniziativa e le imprese hanno un ruolo centrale per promuovere e diffondere il premio.
Sempre nell’ambito scolastico continua il successo del progetto associativo sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, rivolto ai ragazzi di scuola superiore, con tre moduli didattici realizzati da Avisa che attestano 13 ore di PCTO. I numeri relativi agli iscritti, in costante crescita, evidenziano il successo dell’iniziativa al di là di ogni aspettativa. Nel 2022, per rispondere alle esigenze emergenti in tema di economia circolare, l’Associazione ha partecipato al “Progetto Misurazione Indicatori di Circolarità”, di Federchimica con un cluster dedicato. Obiettivo dell’iniziativa era individuare alcuni indicatori di base misurabili, per valutare con oggettività la circolarità di un’organizzazione attraverso definizioni e metodologie condivise. Lo strumento finale è COACH - Il tuo assistente per l'economia circolare, il tool per misurare e perseguire l’economia circolare nelle imprese chimiche.

In tema di materiali a contatto con gli alimenti, mostrando spirito di collaborazione lungo la filiera, il Gruppo inchiostri da stampa – unitamente al Gruppo adesivi e sigillanti di Avisa – collabora con Giflex, l’Associazione dei produttori di imballaggio flessibile, sul tema delicato ed importante degli imballaggi a contatto con gli alimenti.
Sempre in merito alla legislazione relativa al contatto alimentare, negli ultimi anni, oltre a monitorare ciò che accade a livello europeo sull’argomento, Avisa ed EuPIA, l’Associazione europea di riferimento, seguono con particolare attenzione ciò che accade in Germania ed in Svizzera riguardo alle iniziative locali. In questo ambito c’è un forte lavoro comune tra le Associazioni nazionali ed europee interessate, lungo tutta la filiera dell’imballaggio, per sostenere la posizione che solo un regolamento armonizzato europeo può soddisfare il mercato interno europeo e assicurare un livello uniforme di protezione dei consumatori.
Le imprese associate sottoscrivono anche impegni di autoregolamentazione, quali la “Exclusion Policy” promossa da EuPIA che rappresenta un’importante iniziativa di gestione responsabile degli inchiostri da stampa in tutt’Europa.

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GAS TECNICI SPECIALI E MEDICINALI

L’industria italiana dei gas tecnici, speciali e medicinali impiega circa 4.700 dipendenti e fattura circa 3 miliardi di euro all’anno, con una produzione rappresentata principalmente da ossigeno, azoto, argon, elio e gas rari, idrogeno, acetilene, anidride carbonica, anidride solforosa, idrofluorocarburi, aria, gas speciali e miscele di gas. Le applicazioni di tali gas interessano quasi tutti gli ambiti dell’attività manifatturiera nazionale (metallurgia, meccanica, alimentare, chimica, vetro, ecc.), oltre che quelle di carattere sanitario (ossigeno, protossido d’azoto, miscele medicinali e dispositivi medici).

IL SETTORE

Il comparto industriale, che rappresenta il 65% circa del settore, ha chiuso il 2022 registrando un aumento di volumi di circa il 5% rispetto all’anno precedente.
Sul fronte industriale i recuperi maggiori sono stati nell’elettronica, nei macchinari e attrezzature, nei mezzi di trasporto, nel comparto alimentare e costruzioni. Meno vivace la crescita della chimica e della metallurgia.
Il restante 35% circa dei gas prodotti sono destinati al comparto medicinale. Dopo la pandemia i volumi di ossigeno medicinale si sono stabilizzati, riducendosi di un 10% circa. Una riduzione che è stata comunque limitata dalla presenza di patologie “long-Covid”. Parallelamente, un parziale recupero dei prezzi, ove praticabile, ha ridotto l’impatto della crescita dei costi energetici. Ciò nonostante, la spesa per l’ossigeno monitorata da AIFA è rimasta nell’ambito del tetto di spesa programmata, evitando così di generare, nel 2022, un payback a carico del settore.
Lo scenario 2023 manifesta un ridimensionamento del prezzo del metano e un’inflazione che si è un po’ ridimensionata. Ciò nonostante, la dinamica altalenante dell’export italiano e gli elevati nonché crescenti tassi di interesse frenano i mercati di sbocco, così che nel complesso l’intero comparto dei gas industriali e medicinali dovrebbe segnare un incremento produttivo nell’ordine del 3%.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Da sottolineare la recente costituzione del Gruppo Merceologico Idrogeno Vettore Energetico presente, da subito, alle consultazioni del programma Fit for 55 e del Gas Package EU. L’idrogeno è stato inoltre protagonista dell’evento Hydrogen Experience, organizzato il 12 giugno presso l’autodromo di Vairano. Gli ospiti hanno avuto la possibilità di testare diverse tipologie di veicoli a idrogeno, oltre a poter vedere e toccare con mano ulteriori tecnologie applicative dell’idrogeno quali le caldaie, gli impianti di produzione e le Fuel Cell.
Molto lavoro associativo è stato dedicato ai Gas Refrigeranti, con l’obiettivo di intervenire sulla revisione del Regolamento F-Gas. Su questo tema è stato sviluppato un position Paper in collaborazione con altre Associazioni, poi acquisito anche da Confindustria.

Il settore medicinale ha riservato molta attenzione al tema del payback farmaceutico e dei dispositivi medici, quest’ultimo di nuova introduzione. Il settore continua a chiedere a gran voce di essere esentato da un meccanismo che non è nel controllo delle aziende produttrici, tenute a garantire, per legge, il rifornimento dell’ossigeno (salvavita) in funzione della richiesta. Prosegue un’intensa attività volta ad ottenere alcune semplificazioni normative, attraverso una fattiva discussione con AIFA e sono in corso importanti approfondimenti sulla classificazione delle miscele per spirometria e la regolamentazione degli impianti di autoproduzione ospedaliera.
Il settore ha, inoltre, realizzato un ambizioso progetto di formazione on-line accreditato ECM, dedicato al Personale Qualificato.

Il Comitato Sicurezza Gas sta organizzando la XVII Riunione Nazionale di Sicurezza 2023, dedicata alla Sicurezza e sostenibilità nel mondo dei gas, che si svolgerà a Stresa, il 15 e 16 novembre 2023.

Sul fronte della logistica è stato completato il progetto QR Code Bolla di Carico, iniziativa volta a codificare le informazioni da registrarsi sulla Bolla di Carico così da poterle inserire digitalmente con una semplice scansione di un QR Code. Sono poi stati realizzati, tramite Federchimica, i moduli formativi in modalità e-learning sull’ADR 2023.

Sul fronte dei Gas Alimentari sono stati realizzati i pacchetti formativi per il personale, e un Position Paper Assogastecnici sulla formazione del personale OSA, aggiornato con i più recenti riferimenti normativi.
Nell’ambito dei lavori del Comitato Gas Alimentari, inoltre, sono stati realizzati due importanti documenti recentemente riconosciuti ufficialmente a livello istituzionale: le Linee Guida GMP (buone pratiche di fabbricazione) per gli impianti di distribuzione di gas additivi alimentari sono state pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità, e il Manuale di corretta prassi operativa (GHP) per il settore dei gas additivi alimentari, in applicazione del Regolamento 852/2004/CE sull’igiene dei prodotti alimentari, che è stato ufficializzato e pubblicato sul sito del Ministero della Salute.

assogastecnici.it



ADDITIVI E AUSILIARI PER LA ETERGENZA E TENSIOATTIVI

IL SETTORE

Gli ausiliari per la detergenza sono sostanze chimiche “smart” che sembrano essere invisibili, ma che contribuiscono in tantissimi modi a dare beneficio alla nostra vita. Sono i costituenti fondamentali dei detergenti, elemento chiave nella realtà quotidiana di imprese e consumatori, essenziale per garantire igiene e salute.
Nello scenario attuale, caratterizzato da cambiamenti climatici e degrado ambientale, risulta decisivo l’impegno di tutta la filiera della detergenza nello sviluppo di strategie industriali sempre più orientate alla sostenibilità.
Nell’ambito del Green Deal, la Commissione europea ha già adottato e adotterà diverse nuove proposte di legge, in modo da trasformare le politiche dell’UE in materia di sostenibilità, il settore degli ausiliari per la detergenza e tensioattivi è, quindi, attualmente molto attivo nel discutere le novità tecnico-normative che avranno un impatto sui suoi prodotti.

In primo luogo, la pubblicazione di una nuova proposta di revisione del Regolamento 648/2004 relativo ai detergenti, pubblicata il 28 aprile 2023, che si trasforma nel “regolamento dei detergenti e tensioattivi”. La nuova proposta ha l’obiettivo di semplificare le norme, ridurre l’onere amministrativo per i produttori, far entrare nel mercato UE detergenti e tensioattivi sempre più conformi, allineare le disposizioni ad altre normative europee e dare un contributo al Green Deal.

La principale preoccupazione del settore è la possibile imminente restrizione del diossano, impurezza dei tensioattivi etossilati o a base etossilata, che si è scoperto essere un contaminante pericoloso dell’acqua potabile in diverse regioni europee.
Il 19 aprile 2023 la proposta di restrizione è stata inserita nel Registro delle intenzioni (ROI) dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (EChA) e, il giorno dopo, l’Istituto federale tedesco per la sicurezza e salute sul lavoro (BaUA) ha lanciato un questionario per preparare la proposta.
Per i produttori di tensioattivi, la rimozione del diossano dagli etossilati risulta non essere sostenibile, dal punto di vista economico e dal punto di vista ambientale; quindi, data l’inapplicabilità della proposta, le imprese del settore stanno lavorando a stretto contatto con l’Associazione europea dei tensioattivi (Cesio) per trovare un punto di incontro con le Autorità europee e per condurre una valutazione dell’impatto economico della restrizione, coinvolgendo anche altri settori del Consiglio europeo delle industrie chimiche (Cefic).
Nell’ottica della green transition, le imprese da anni usano materie prime bio-based per la produzione di tensioattivi eco-compatibili, in particolare olio di palma e palmisto, per ridurre il ricorso a fonti fossili. La domanda di tensioattivi bio-based e/o bio-tensioattivi è in costante crescita, provocando l’ulteriore espansione della coltivazione della palma da olio, uno dei motori della deforestazione e del degrado degli habitat naturali, soprattutto in alcune parti dell’Asia tropicale e dell’America centro-meridionale.
Le autorità europee hanno quindi proposto e approvato il nuovo Regolamento sulla deforestazione, di prossima pubblicazione, che disciplina l’approvvigionamento di olio di palma e palmisto. La nuova legge renderà obbligatoria per le aziende la verifica che i beni venduti nell’UE non siano stati prodotti su terreni deforestati o degradati in qualsiasi parte del mondo. Cesio, Apag (Associazione europea dei produttori di acidi grassi) e Aispec partecipano ai lavori della Commissione nella predisposizione di specifiche linee guida per l’implementazione delle disposizioni previste dal Regolamento.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Il Gruppo ausiliari per la detergenza e tensioattivi aderisce da qualche anno alle iniziative Education di Federchimica come il Premio Nazionale Federchimica Giovani per sensibilizzare i ragazzi di Scuola Secondaria di Primo Grado a un approccio scientifico sulla chimica dei prodotti di uso quotidiano, orientandoli ai percorsi STEM delle scuole superiori. Nel corso dell’anno, il Gruppo detergenza ha, inoltre, tenuto sul canale LeScienzeLive di Rizzoli editore una lezione dal titolo “Gli ingredienti nei detersivi: la chimica al nostro servizio” rivolta ai docenti delle scuole superiori, che ha riscontrato grande interesse con oltre 1000 visualizzazioni.
Il Gruppo ha inoltre collaborato nella pubblicazione del libro “Scienze delle Pulizie” scritto da Dario Bressanini. Il libro è dedicato alle pulizie domestiche, inquadrate finalmente sia dal punto di vista pratico sia da quello rigorosamente scientifico.

Ogni anno il Gruppo partecipa insieme ad Assocasa alla fiera H3i, il tradizionale evento dedicato agli operatori della filiera della detergenza e attraverso l’Associazione dei produttori italiani di tensioattivi e intermedi organici (Pitio), il Gruppo partecipa alla vita associativa europea di Cesio; in particolare, ha collaborato all’organizzazione del 12° Congresso internazionale di Cesio, tenutosi a Roma nei primi giorni di giugno di quest’anno.

aispec.it

DETERGENTI E SPECIALITÀ PER L'INDUSTRIA E PER LA CASA

IL SETTORE

Negli ultimi anni, i modi di curare la casa sono cambiati con grande attenzione a benessere e sostenibilità. In questo contesto l’industria della detergenza ha guardato non soltanto alla soddisfazione dei bisogni delle famiglie in termini di igiene e pulizia della casa, ma anche alla sostenibilità per combattere sprechi e promuovere la convenienza, la praticità d’uso e il benessere in generale, operando in un panorama normativo sempre più complesso.

L’attenzione è rivolta al singolo consumatore, affinché sia ben informato e consapevole nell’utilizzo dei prodotti della detergenza, dato il suo ruolo fondamentale attraverso il giusto dosaggio e le corrette abitudini d’uso durante le pulizie.

Nel 2022 il settore del “cura casa” ha registrato un tasso di crescita pari al +6,4%, raggiungendo un giro d’affari di 4 miliardi di euro, in crescita di circa 240 milioni rispetto all’anno precedente.

Questi dati restituiscono una fotografia chiara di come i prodotti per la pulizia e la manutenzione, non solo per la casa ma anche per ambienti frequentati quotidianamente (scuole, ristoranti, uffici, ospedali, trasporti pubblici), siano degli alleati indispensabili per le famiglie italiane. E questo è evidente non solo nella maggiore attenzione alla pulizia all’interno della casa, ma anche all’esterno, grazie ai prodotti insetticidi che sono importanti per la tutela della salute di tutti noi.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Il Charter A.I.S.E. (Association Internationale de la savonnerie, de la Détergence et des Produits d’Entretien), programma volontario delle imprese per una pulizia sostenibile, rinnovato nel 2020 e in costante evoluzione, conferma quanto gli obiettivi del settore siano al passo con il contesto regolatorio europeo che è oggetto di un periodo rivoluzionario.
Le iniziative politiche avviate con il Green Deal includono la Chemical Strategy for Sustainability (CSS) che prevede la revisione di numerosi regolamenti, tra i quali il Regolamento REACH, il Regolamento CLP e il Regolamento Detergenti. A livello associativo è, quindi, molto rilevante l’attività che si sta svolgendo parallelamente sia a livello nazionale, sia europeo.

Sempre maggior attenzione è focalizzata sugli imballaggi, argomento in costante evoluzione a favore di un sempre miglior riciclo e un maggior utilizzo di materiale riciclato. In evoluzione anche il contesto regolatorio che vedrà a breve la pubblicazione del nuovo Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggi.

Anche il Regolamento Biocidi entra in una fase molto concreta di implementazione. L’inserimento nella lista delle sostanze attive approvate di numerose sostanze di interesse per i disinfettanti renderà ancora più intensa l’attività in questo campo. Anche l’inserimento di conservanti molto comuni nella lista delle sostanze attive approvate, passando, quindi, da un regime di libera vendita alla necessità di servirsi di prodotti autorizzati, sta ponendo nuove problematiche alle aziende formulatrici.

Nell’ambito del REACH, anche se le imprese della detergenza si configurano normalmente come Downstream Users, si conferma la criticità della corretta gestione delle Schede Dati di Sicurezza e della trasmissione a valle delle informazioni anche tramite gli scenari di esposizione. Su questo punto il settore della detergenza si è distinto fornendo ai propri associati utili strumenti standardizzati che consentono di adempiere agli obblighi di informare i propri clienti in maniera semplificata.

Al fine di essere ancora più vicini ai consumatori, il settore promuove con continuità “Puliti&Felici” , il webmagazine che, grazie anche alla sua pagina Facebook con più di 62.000 follower, offre consigli e fornisce informazioni sull’uso dei detersivi e i prodotti di manutenzione della casa. È anche su Instagram!



INGREDIENTI COSMETICI, ADDITIVI FARMACEUTICI E FRAGRANZE

IL SETTORE

La formulazione di un prodotto cosmetico è costituita da innumerevoli ingredienti cosmetici: un mondo assai complesso e variegato, con più di 8.000 sostanze, estremamente diverse per origine, caratteristiche, proprietà chimico-fisiche e processi produttivi.

Ogni ingrediente della formula ha una sua precisa funzione e lavora in sinergia con gli altri; si pensi al ruolo essenziale che ha il profumo all’interno di un cosmetico: ha lo scopo di coprire l’odore poco piacevole di altri ingredienti oppure semplicemente di migliorare l’odore generale del prodotto, portandolo ad una maggiore commercializzazione. Svolge un ruolo chiave nella formulazione cosmetica perché l’applicazione di un prodotto con un buon profumo rende l’esperienza complessiva più piacevole.
La garanzia per il consumatore della sicurezza di queste sostanze è sempre stato l’obiettivo primario della filiera cosmetica.

Il Regolamento cosmetico 1223/2009 stabilisce le regole che i prodotti immessi sul mercato UE devono rispettare. La sicurezza viene garantita attraverso attività a carico delle imprese prima dell’immissione in commercio e, durante la loro vita commerciale, dalle autorità competenti che svolgono attività di sorveglianza e di cosmetovigilanza.
Gli ingredienti cosmetici vengono continuamente studiati e aggiornati a seguito di indicazioni dei comitati scientifici a livello comunitario, al fine di garantire al consumatore un prodotto cosmetico finito sempre più sicuro ed efficace.

Per quanto riguarda le fragranze, che servono per la profumazione di cosmetici, farmaci e detergenti, la loro sicurezza è garantita dal Codice di Buona Pratica dell’Associazione Internazionale delle Fragranze (IFRA), che sin dal 1973 si è autoregolamentata per garantirne una formulazione sicura. Questo Codice è continuamente aggiornato in funzione del progresso scientifico e della ricerca ed è arrivato ormai alla 51° revisione.
Grazie alla spinta regolatoria promossa dal Green Deal, tutta l’industria chimica sta fornendo il proprio contributo per ridurre l’impatto ambientale dei propri prodotti al fine di renderli più sostenibili fin dalla loro progettazione.

A tal riguardo il settore degli ingredienti cosmetici è impegnato a fare la propria parte, in un’ottica di sostenibilità, di riduzione dei rifiuti e utilizzo efficiente delle risorse. In questa logica, sul mercato appaiono sempre più ingredienti che provengono da materiali di scarto (sottoprodotti) di filiere diverse, come ad esempio quella alimentare, al fine di ottimizzarne l’impiego.

In generale cresce l’attenzione per la tracciabilità delle materie prime; quest’ultime dovrebbero provenire da coltivazioni sostenibili, dove siano garantite le condizioni necessarie per la biodiversità, siano rispettati elevati standard di salute e sicurezza e il rispetto dei lavoratori.

ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

In Federchimica l’industria delle fragranze è rappresentata dal Gruppo aromi e fragranze di Aispec, che aderisce a IFRA e ne rispetta il Codice, mentre le materie prime per l’industria cosmetica e gli additivi per l’industria cosmetica e farmaceutica sono rappresentati dal Gruppo Mapic, anch’esso all’interno di Aispec. I due Gruppi collaborano attivamente per contrastare le fake news che attaccano il settore e per diffondere una corretta cultura scientifica sui social media e nelle scuole.
In particolare, il Gruppo Mapic ha aderito a un progetto di formazione per insegnanti promosso in collaborazione con Rizzoli Education, tenendo una lezione sugli ingredienti cosmetici sul portale “Le Scienze Live”, dedicato alla formazione dei docenti di scuola superiore.
Nell’ambito fieristico continua la collaborazione con Step Exhibition per la promozione della fiera Making Cosmetics.
Anche nell’edizione 2022 il Gruppo ha contribuito con propri esperti alla conferenza scientifica organizzata da Teknoscienze. In particolare, è stato presentato un nuovo strumento ideato da EFfCI, l’Associazione europea degli ingredienti cosmetici, indirizzato all’integrazione della sostenibilità nei moderni sistemi di gestione della qualità.

Quest’anno si è tenuta anche la ventesima edizione della Giornata Mapic, occasione unica per ricevere un aggiornamento sugli “hot topics” del settore nonché momento di condivisione di esperienze e strumenti per aiutare le imprese nella attività day by day. La prima parte della Giornata Mapic è stata dedicata al tema della sostenibilità, mentre la seconda parte è stata rivolta ad alcune testimonianze sulle attività delle principali associazioni della filiera, nonché sulle prossime sfide regolatorie in ambito cosmetico, le scadenze e gli obblighi per commercializzare ingredienti cosmetici in Turchia.

aispec.it

COSMETICA

IL SETTORE

Con il consolidamento della “nuova normalità” e con il superamento dei livelli di produzione e di mercato del periodo pre-pandemico, si riconferma la capacità di adeguamento dell’industria cosmetica nazionale che registra, a fine 2022, una crescita di 12,4 punti percentuali del fatturato globale, che passa dagli 11,8 miliardi di euro del 2021 ai 13,3 miliardi di euro nel 2022. Su questo andamento incidono positivamente le esportazioni che crescono del 18,5%, con un valore di poco superiore ai 5,8 miliardi di euro, nel confronto col valore dell’anno precedente, che si approssimava ai 4,9 miliardi di euro.
Per spiegare l’evoluzione positiva del comparto occorre richiamare le importanti dinamiche del mercato e delle tipologie di consumo che hanno registrato livelli superiori al 2019, col valore degli acquisti che nel 2022 supera gli 11,5 miliardi di euro, in crescita dell’8,5% rispetto al 2021 e del 5,9% rispetto al 2019, confermando la totale reattività alle avverse congiunture.
Resilienza, investimenti e innovazione sono i fattori costanti che hanno caratterizzato l’attività delle imprese italiane di fronte a un mercato che, complice la pandemia, ha evidenziato profondi mutamenti sia nella composizione dei prodotti utilizzati, sia nelle modalità di uso del cosmetico, con importanti dinamiche soprattutto nei modelli di distribuzione.
Le numeriche positive, alla luce della capacità di reazione del settore, si ripeteranno anche nel 2023, col fatturato in crescita di 8 punti percentuali, 14,3 miliardi di euro, e i consumi ancora dinamici, +6,3% per 12,2 miliardi di euro di acquisti.

La cosmesi è un’industria che fa bene al Paese da più punti di vista: offre un importante contributo all’economia nazionale: se si considera l’intero sistema economico della cosmesi, dalle aziende che producono cosmetici, ai macchinari per la produzione e il confezionamento, al packaging, alle materie prime, alla distribuzione, alla logistica e al retail, il fatturato generato è di 36 miliardi di euro.
Significativa è anche la ricaduta occupazionale legata al sistema della cosmetica in Italia: le aziende cosmetiche danno lavoro a circa 155.000 addetti nella catena che va dalla produzione alla distribuzione. Il numero dei lavoratori sale a 390.000 includendo i canali professionali di estetica e acconciatura.

Il settore cosmetico è letteralmente guidato dalla scienza: basti pensare che circa il 6% del fatturato delle aziende, il doppio della media nazionale, viene investito in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di proporre prodotti dai sempre più elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione. Inoltre, a livello europeo, sono oltre 32mila gli scienziati costantemente impegnati nella ricerca e nello sviluppo di prodotti cosmetici, a ulteriore testimonianza dell’importanza della ricerca scientifica per il comparto.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Cosmetica Italia, da oltre 50 anni, è il riferimento e la voce ufficiale dell’industria cosmetica italiana. Per favorire lo sviluppo delle imprese associate e la promozione dell’intero settore, realizza progetti mirati, che si evolvono in sintonia con i cambiamenti sociali, economici e culturali.
È il caso di Milano Beauty Week, ideata per promuovere valori e caratteristiche che rendono la filiera cosmetica un’eccellenza del Made in Italy riconosciuta in tutto il mondo.
Dopo il successo dell’esordio nel 2022, la 2ª edizione de La settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere si è svolta dal 26 settembre al 2 ottobre 2023 coinvolgendo l’intera città, i suoi luoghi d’arte e di cultura, i suoi spazi commerciali e numerose location. La cittadinanza ha esplorato le molteplici sfaccettature della cosmesi e i tratti unici dei suoi prodotti e della sua industria in Italia.
Proprio la crescita della reputazione del settore e dell’Associazione guida numerose azioni volte a incrementare la conoscenza del mondo della cosmesi da parte di diversi stakeholder: media, referenti politici e istituzionali, mondo accademico. Cosmetica Italia, inoltre, è da sempre impegnata nella corretta informazione sui prodotti cosmetici, sui loro ingredienti e sul loro utilizzo e nella sensibilizzazione sull’indispensabilità della cosmesi per il benessere di ciascuno e sul valore economico, scientifico e sociale del comparto.

Un piano integrato di advocacy, public affairs e comunicazione alimenta il dialogo con terze parti ed esponenti politici per posizionare il settore cosmetico al fianco delle grandi manifatture industriali italiane.

Forte è, inoltre, l’impegno dell’Associazione nella creazione di una cultura diffusa del valore sociale del cosmetico come bene essenziale. Basti pensare che ciascuno di noi utilizza almeno otto cosmetici al giorno: dai gesti legati all’igiene, passando per idratazione, prevenzione e protezione, fino ad arrivare alla cura della barba o al tocco finale di rossetto, mascara e profumo. I prodotti cosmetici sono, quindi, indispensabili per il benessere di ognuno, in ogni età della vita, in maniera universale e trasversale.

cosmeticaitalia.it

PRINCIPI ATTIVI DI CHIMICA FARMACEUTICA

IL SETTORE

Negli ultimi anni, i produttori di principi attivi farmaceutici (API – Active Pharmaceutical Ingredients), sono stati chiamati a nuove sfide, che li hanno portati a sviluppare nuove strategie funzionali, organizzative e commerciali, per adattarsi all’evoluzione del contesto industriale e rispondere alle esigenze di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

È ormai stato affermato più volte che la supply chain farmaceutica europea dipende per oltre il 74% dalle forniture di API, starting materials e intermedi provenienti dall’Asia. L’evidenza della vulnerabilità della supply chain di fronte ai recenti eventi sociopolitici, ha portato la Commissione europea ad elaborare la European Pharmaceutical Strategy e a rivedere l’attuale legislazione farmaceutica (Direttiva 2011/83/ CE e Regolamento 726/2004).
L’obiettivo della European Pharmaceutical Strategy, votata e approvata dal Parlamento europeo nel novembre 2021, era quello di creare un quadro normativo adatto al futuro, che sostenesse l’industria nella promozione della ricerca e delle tecnologie al fine di soddisfare le esigenze terapeutiche dei cittadini/ pazienti e affrontare le carenze del mercato. Lo scorso 26 aprile, la Commissione europea, ha pubblicato le sue proposte di revisione della Direttiva e del Regolamento. Il testo di maggiore interesse per il settore è rappresentato dalla Direttiva 2001/83/CE per il quale l’Europa, su indicazione del Consiglio Europeo, ha scelto di mantenere la forma di “Direttiva”. Questa decisione, seppur comprensibile, non soddisferà la richiesta emersa nel documento della Strategia Farmaceutica europea e cioè di avere regole uguali in tutti Paesi EU. La Direttiva europea dovrà quindi essere recepita da ogni singolo Paese EU e di conseguenza, potrebbe essere applicata in modo differente tra i Paesi dell’UE.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Nell’ambito della Pharmaceutical Strategy, è stato Relativamente alla legislazione farmaceutica essendo stata ritardata enormemente l’uscita delle nuove disposizioni, difficilmente queste potranno essere approvate prima del semestre bianco, causato dalle elezioni politiche europee del marzo 2024.
È quindi molto difficile ipotizzare una data in cui i nuovi testi entreranno in vigore.

Aschimfarma è stata invitata a partecipare al Tavolo della Farmaceutica e Biomedicale, voluto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministro della Salute, dove è stata messa in chiara evidenza la dipendenza dei Paesi europei dai produttori asiatici di API.
A livello nazionale l’Associazione ha aperto un dialogo con l’Agenzia del Farmaco (AIFA) in tema di semplificazioni regolatorie, proponendo degli interventi di semplificazione e ha poi promosso diverse iniziative di formazione, tra cui la IV Edizione del Master post-laurea PRO-API, realizzato dall’Università di Perugia.

Con l’obiettivo di conoscere al meglio il settore, l’Associazione ha predisposto l’aggiornamento dell’indagine sul settore dei principi attivi e intermedi farmaceutici, in continuità con quanto già realizzato nel 2019 e nel 2021.

Aschimfarma continua anche la sua positiva collaborazione con AFI (Associazione Farmaceutici Industria) ed ha partecipato al 62° Simposio AFI di Rimini, nel corso del quale si è svolta una sessione dedicata ai principi attivi, che ha valutato pro e contro della proposta di revisione Legislazione Farmaceutica europea e anche una Tavola Rotonda che ha discusso la proposta della Commissione Europea relativa al “Pharmaceutical package”.
Quest’anno l’Associazione ha organizzato in collaborazione con AFI anche la consueta giornata tecnica approfondendo il tema: “Continuos manufacturing: sviluppi e nuove prospettive”.
Infine, lo scorso novembre si è tenuto un webinar di aggiornamento sull’ “Amorfizzazione degli API” promossa e realizzata dal gruppo di studio AFI/ Aschimfarma, che da tempo si occupa di stato solido degli API.

Per quanto riguarda le attività internazionali, Aschimfarma ha supportato le aziende associate attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore: CPhI Worldwide, CPhI Japan, Making Pharmaceutical.

aschimfarma.it

FARMACI DI AUTOMEDICAZIONE

IL SETTORE

I dati del primo quadrimestre 2023 consolidano la crescita che ha caratterizzato il settore dei farmaci senza obbligo di prescrizione nel 2022, permettendo di superare i livelli prepandemici.
Da marzo 2022 ad aprile 2023 si osserva un aumento dei volumi del 12,2% per un totale di 306,4 milioni di confezioni, a cui corrisponde un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro, in crescita del 17,2%.
L’andamento – positivamente “anomalo” – del mercato è legato alla maggiore o minore incidenza di malanni non gravi: l’allentamento delle misure di contenimento del SARS-CoV-2 e una vigorosa ripresa, con una circolazione fino a primavera inoltrata, della diffusione dei virus influenzali e simil-influenzali spiegano la crescita a doppia cifra delle vendite. Tale crescita è stata sostenuta anche dal fatto che i farmaci senza obbligo di ricetta rappresentano una valida soluzione terapeutica per la gestione della sintomatologia dovuta al Covid-19, quando la malattia si manifesta in modo più lieve.

Analizzando le due categorie in cui è divisa la classe dei farmaci senza obbligo di ricetta, quali i medicinali di automedicazione o OTC (Over The Counter) – che rappresentano il 77% del settore non prescription – e i SOP (Senza Obbligo di Prescrizione, Behind The Counter), si vedono aumenti sostenuti sia dei volumi sia dei fatturati, con trend migliori per gli OTC (rispettivamente +13,9% e +19,2%) rispetto ai SOP (+6,6% e +10,9%).

Le dinamiche competitive tra i canali (farmacie, parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata) sono stabili: al netto delle vendite on line (D. Lgs. 19 febbraio 2014, n. 17) la farmacia ha una quota di mercato pari all’89,2% delle confezioni e al 90,7% del fatturato del settore.
Con la pandemia si è osservato un aumento dell’e-commerce anche per i farmaci non prescription. Per quanto gli acquisti via web rappresentino una quota marginale delle vendite del comparto, circa il 3,5% tra marzo 2022 e aprile 2023, se ne osserva, nello stesso periodo, una crescita decisa (+23,2% a volumi e +24,6% a valori).

I dati mostrano quanto i trend del mercato restino condizionati, nel breve periodo, da fattori esogeni, quali l’incidenza di piccoli disturbi, mentre, nel lungo periodo il settore soffre strutturalmente di una minore ampiezza dell’offerta farmaceutica disponibile senza obbligo di prescrizione rispetto a quanto avviene in alcuni dei principali mercati europei. Inoltre, il comparto risente sia delle differenze socio-culturali ed economiche tra il nord e il sud del Paese, che determinano una diversa propensione alla spesa farmaceutica privata, sia degli effetti della concorrenza dei prodotti salutistici, spesso assimilati ai medicinali da banco per il trattamento dei piccoli disturbi, sebbene non possano vantare una efficacia terapeutica che è propria, invece, dei farmaci.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’identità farmaceutica dei medicinali di automedicazione va salvaguardata per supportarne il valore strategico per la salute delle persone. Tale valore è stato evidente durante l’emergenza pandemica quando i farmaci da banco sono stati, spesso, e senza oneri per la spesa pubblica, la prima linea di difesa contro il Covid-19.
Inoltre, la pandemia ha fatto evolvere il rapporto degli italiani con la propria salute: si è diffuso un approccio più maturo e autonomo nelle scelte di cura, tra le quali rientra un uso responsabile dei medicinali da banco. Ancor più alla luce di quanto accaduto dal 2020, quindi, essi sono un asset da valorizzare nella sanità territoriale prevista dal PNRR.
È quanto l’Associazione ha evidenziato nell’evento politico- istituzionale “PNRR, un anno dopo: quale ruolo per il settore dell’automedicazione nella sanità territoriale?” (novembre 2022) in cui si è sottolineato quanto il settore possa dare il proprio contributo ai nuovi modelli di governance del sistema salute. Questo è stato ribadito anche nel corso della presentazione dello studio del Cergas Bocconi (in collaborazione con Assosalute) “Qual è il valore del farmaco di automedicazione nel SSN?” (gennaio 2023), in cui esponenti dell’università, dell’industria e delle rappresentanze di medici, farmacisti e cittadini si sono confrontati sul ruolo futuro del comparto dell’automedicazione nella sanità italiana. In tal senso, un allargamento dell’offerta terapeutica e una modernizzazione delle regole del settore permetterebbero un contributo fattivo al rinnovamento del SSN. Al contempo, per rispondere alle emergenti esigenze di salute, bisogna investire su una corretta informazione sanitaria e sull’educazione alla salute. È quanto l’Associazione promuove attraverso il Progetto di comunicazione digitale Semplicemente Salute rivolto ai cittadini e la collaborazione con Cittadinanzattiva su progetti di attività con le scuole.
In uno scenario complesso come quello attuale, valorizzare il settore non prescription può supportare la ricerca di soluzioni per affrontare le sfide della sostenibilità e dell’equità di accesso alle cure a beneficio della salute e dell’economia del Paese.

assosalute.it



PRODOTTI PER LA SALUTE ANIMALE

Nonostante le difficoltà negli approvvigionamenti di materie prime, con costi schizzati alle stelle sia per i materiali, sia per la componente energetica, sia per i trasporti, abbiamo assistito a una tenuta importante dei fatturati e il dato fornito dalla rilevazione interna puntuale CISS-CEESA ci dice che il 2022 si è chiuso con una crescita del 1,4%, con un fatturato di 759 M€, mentre il dato statistico esploso che ci fornisce STATVET, indica che il mercato totale dei prodotti per la salute animale si aggira attorno agli 850 M€, in linea con l’anno precedente.

PRODUZIONI ANIMALI

Si osserva un rallentamento delle attività di ingrasso e di macellazione delle carni bovine e suine, dovute in quest’ultimo ultimo caso ai focolai di PSA. Anche l’avicolo, interessato da problematiche sanitarie di grossa entità, ha ridotto l’offerta di carni e uova. È infine in contrazione nella seconda metà del 2022 la produzione di latte, di riflesso agli aumenti dei prezzi degli input produttivi e delle condizioni metereologiche avverse, con una netta crescita dei valori in tutte le fasi di scambio (Fonte ISMEA).

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Le macroaree dove Aisa ha focalizzato le proprie energie durante questo ultimo biennio sono state tre: l’implementazione del Regolamento UE 2019/6 relativo ai farmaci veterinari, la comunicazione a supporto del concetto “One Health”, l’apertura di nuovi mercati, ovvero Dispositivi Medici Veterinari (DMV).

Nel gennaio del 2022 il nuovo Regolamento UE 2019/6 ha sostituito in toto il D.Lgs. 193/06 che per 16 anni ha normato il settore. Non solo ha introdotto nuove regole per assicurare maggior efficacia e sicurezza dei farmaci veterinari, a tutela di animali e consumatori, ma ha dato anche una forte spinta verso un aumento delle pratiche profilattiche (vaccini) al fine di ridurre gli interventi terapeutici a base di antimicrobici.
Ritenendo che un maggior uso della profilassi sia un grande passo avanti per tutti, l’Associazione ha portato la propria posizione nei tavoli politici e Ministeriali per tradurre in pratica questa possibilità. A seguito di ciò all’industria farmaceutica veterinaria è stato concesso di informare gli allevatori professionisti sui vantaggi di un maggior utilizzo delle profilassi nel ridurre l’insorgenza delle malattie in allevamento.
Sul fronte della comunicazione relativa al concetto “One Health” ovvero un’unica salute per uomo, animali e ambiente, Aisa ha dato seguito ai tre webinar andati in scena tra il 2021 e il 2022 con una costante presenza a conferenze e convegni.
Al centro della posizione dell’Associazione vi è il sistema delle cure/profilassi degli animali come parte integrante della sostenibilità, fondamento stesso del concetto One Health.
Per rafforzare questa tesi è stato organizzato il convegno: “Made in Italy alimentare: il ruolo della produzione sostenibile per la qualità e tutela dei prodotti”, dove si è evidenziato che la qualità e la salubrità dei nostri prodotti alimentari è imprescindibile da una corretta gestione sanitaria della mandria.
In dirittura d’arrivo il progetto sui Dispositivi Medici Veterinari.

aisa.federchimica.it



BIOTECNOLOGIE

IL SETTORE

Le biotecnologie rappresentano una tra le maggiori opportunità di sviluppo della conoscenza, dell’economia e del benessere dei prossimi anni e sono un elemento chiave nelle strategie geopolitiche ed economiche di un Paese. Sono motore per l’innovazione nelle Scienze della Vita e nella Bioeconomia, che nel complesso valgono circa il 20% del Pil nazionale come ci indica il Rapporto Intesa San Paolo (2019) realizzato da Fondazione Symbola e Enel, in collaborazione con Farmindustria (2021) che conferma le grandi potenzialità di queste tecnologie anche in termini di opportunità economiche, di crescita e di occupazione I settori science-based come quello delle biotecnologie sono, infatti, caratterizzati da elevata intensità di conoscenza e ricerca e sviluppo, cicli di innovazione rapida e personale altamente qualificato, con un’alta percentuale di donne occupate rispetto a quanto avviene in media a livello nazionale. Si calcola che ogni occupato nelle aree ad alta tecnologia, come le biotecnologie, ne generi altri cinque nei settori dell’indotto. Nell’industria manifatturiera il rapporto è 1 a 1,6.
L’accelerazione dello sviluppo delle biotecnologie consente oggi di puntare a obiettivi che fino a qualche anno fa erano totalmente inimmaginabili: cure per malattie che erano prive di trattamenti efficaci, diagnosi tempestive, terapie personalizzate, migliori varietà vegetali, preservazione della biodiversità. Ma anche di lavorare allo sviluppo di un sistema produttivo basato su fonti di energia alternative a quelle tradizionali, di avere prodotti eco-compatibili e processi con minore o nessun impatto ambientale attraverso la transizione a un modello di bioeconomia circolare.
I dati dell’aggiornamento congiunturale 2023 “Le imprese di biotecnologie in Italia”, realizzato in collaborazione con ENEA, fotografano un comparto dinamico e resiliente, confermando il ruolo strategico del biotech nello sviluppo del Paese. In Italia si contano più di 800 imprese, 13.700 addetti, oltre 13 miliardi di fatturato stimati nel 2022 e un mercato che registra una crescita su diverse variabili.
Sebbene l’attività delle imprese biotecnologiche rimanga in gran parte concentrata nell’ambito della salute umana (poco meno del 50%), tra il 2014 e il 2021 si registra l’espansione delle quote relative alle imprese che sviluppano applicazioni biotecnologiche per l’industria e l’ambiente oltre che per l’agricoltura e la zootecnia.
Considerando l’insieme delle imprese, quasi tre quarti del fatturato totale di quelle individuate è prodotto dal settore della salute, un considerevole 18% è dato dal settore industria e ambiente. Negli ultimi due anni sono soprattutto le applicazioni per la bioeconomia (industria e agricoltura) a riprendere l’espansione con tassi di crescita superiori al 30% per entrambi gli ambiti di applicazione nel biennio 2021-2022, giungendo a rappresentare un quarto del fatturato biotech italiano con una quota per il 2021 pari a più del 25% del totale e in ulteriore tendenziale crescita nel 2022.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Molte sono le iniziative messe in campo da Assobiotec per far conoscere il valore delle biotecnologie a media e opinione pubblica e per sollecitare interesse e azioni da parte delle istituzioni sui temi strategici per il comparto. Dal 2020 Assobiotec ha inaugurato il progetto “Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, progetto che per il 2023 si pone gli obiettivi di consolidare le relazioni con le istituzioni e diffondere consapevolezza e conoscenza delle enormi possibilità offerte dall’industria biotech. Tra le altre iniziative associative: quelle dedicate a valorizzare l’apporto delle biotecnologie nei diversi settori di applicazione come IFIB International Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy; quelle che focalizzano l’attenzione di investitori internazionali sulle eccellenze della ricerca biotecnologica in Italia, come i cicli di fireside chat organizzati dall’Area PMI, senza dimenticare la Biotech week, settimana di eventi e appuntamenti rivolti a un pubblico allargato, dalle scuole agli addetti ai lavori. Attenzione particolare viene dedicata anche a studi e pubblicazioni che fotografano caratteristiche e specificità del comparto, come lo studio sul valore del biotech a cura della società di consulenza Ernst & Young.

assobiotec.it



PRODOTTI AEROSOL

IL SETTORE

I prodotti aerosol, anche noti come “bombolette spray”, possono fare affidamento su una filiera coesa ed interconnessa che coinvolge i produttori di gas propellente, i fornitori di imballaggi ed accessori e i produttori di prodotti finiti.
Il settore è, quindi, formato sia da piccole e medie imprese che svolgono principalmente attività di riempimento conto terzi, ma anche da grandi multinazionali che immettono sul mercato prodotti di largo consumo, bombole vuote ed accessori.
Il prodotto aerosol è unico nella sua applicazione e, per questo motivo, risulta essere trasversale tra i prodotti a scaffale (cosmetici, prodotti per la casa, vernici, prodotti tecnici e per il fai-da-te, prodotti alimentari e farmaceutici) che costantemente si sfida nella realizzazione di prodotti sempre più affidabili e compatibili con l’ambiente.

Dall’analisi di mercato condotta nel 2022 da AIA, emerge un dato aggregato nazionale totale di bombolette stimato in 533,7 milioni di pezzi riempiti in Italia (+ 2,2% rispetto al 2021), al cui interno i prodotti per uso personale pesano per il 51,7% (+9,9% rispetto al 2021), mentre i prodotti per la casa costituiscono il 16,9% (+0,7% rispetto all’anno precedente).
Risultano essere in calo, invece, i prodotti tecnici e industriali (-4,4%), le pitture e vernici (-8,2%) i prodotti per auto (-9,8%) e i prodotti alimentari (-8,3%).
All’interno del grande comparto dei prodotti per uso personale, i deodoranti guidano la crescita (+8,1%).

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

L’Associazione Italiana Aerosol ha rivolto anche quest’anno una particolare attenzione ai temi ambientali: in collaborazione con il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (CiAl) il Consorzio Raccolta e Riciclo Imballaggi Acciaio (Ricrea), è stata commissionata una indagine dal titolo “Aerosol e sostenibilità” che ha raccolto, su un vasto campione demografico, abitudini e consapevolezze sul sistema di riciclo e raccolta differenza in Italia, con un focus particolare sul prodotto aerosol.
Purtroppo, è emerso che, nonostante vi sia ormai una consapevolezza diffusa su come affrontare il tema della raccolta differenziata, le bombolette aerosol rappresentano ancora una incognita per il consumatore che, addirittura, ne mette in dubbio la sostenibilità.

Sono risultati importanti che andranno, nel prossimo, futuro, a dettare delle linee guida per le attività di comunicazione dell’Associazione. I risultati di questo studio sono stati presentati all’evento “Aerosol ed economia circolare: obiettivi raggiunti e nuove sfide”, seguiti dalle testimonianze di CiAl, Ricrea e da una testimonianza di una impresa associata che portava la sua Case history in tema di sviluppo etico e sostenibile. Anche quest’anno l’Associazione ha partecipato al “Premio Nazionale Federchimica Giovani – Chimica la scienza che salva il mondo”, rivolto a studenti di scuole secondarie di primo grado che hanno potuto mettere in campo la loro creatività, in combinazione con la coerenza scientifica, sul tema del prodotto aerosol, producendo con un racconto, un reportage giornalistico, una presentazione, un fumetto, un video o un podcast.
L’Associazione ha premiato un concorrente individuale, Francesca Maria Garilli dell’Istituto Comprensivo Padre Gabriele Maria Allegra di Aci Bonaccorsi in provincia di Catania che ha realizzato il racconto “Wendy trova casa” e la Classe 1°C della Scuola Secondaria di Primo Grado Sacconi-Manzoni di San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno per il video in animazione “Che aria tira?”.

Non sono mancati, inoltre, anche i temi di natura tecnica: è stato sviluppato un nuovo standard internazionale sulla tecnologia Bag-On-Valve” (BoV), dopo anni di lavori congiunti le associazioni europee, statunitensi e cinesi. Inoltre, si è concordato di creare un Gruppo di Lavoro dedicato, in Associazione, per valutare gli aspetti tecnici-qualitativi dei Bio-propellenti dedicati all’utilizzo aerosol.

Infine, anche per il 2022, l’Associazione ha organizzato diversi incontri del Comitato Tecnico e due seminari su “Gli Aerosol raccontati attraverso gli Standard FEA” e “Come affrontare un processo di validazione degli Aerosol”.

associazioneaerosol.it



GAS LIQUEFATTI

Il settore del Gpl in Italia registra nel 2022 un consumo di 3.127.000 tonnellate (fonte MASE). Il settore della combustione registra un decremento pari al 6,6%, mentre il settore dell’autotrazione un aumento dei consumi pari al 9,1% rispetto al 2021. La variazione del consumo totale rispetto al 2021 è del +0,5%.
Come attività trasversale tra i diversi settori merceologici, particolarmente significativo risulta l’impegno che l’Associazione ha profuso nel processo di revisione del Piano Nazionale Energia e Clima, affinché i prodotti rappresentati - e le relative filiere bio e rinnovabili - venissero valorizzati nella nuova struttura del documento.

GPL COMBUSTIONE

Anche il 2022 è stato caratterizzato da un’intensa e positiva collaborazione con la Guardia di Finanza, giungendo a colpire fenomeni rilevanti per la corretta competitività tra le imprese e la sicurezza per il consumatore finale.
Attenzione di rilievo ha avuto il segmento degli impieghi industriali del GPL, dove le imprese del settore hanno profuso impegno nell’assicurare anche a tale tipo di utenze un servizio in grado di integrare le forniture di gas naturale.
Le attività svolte risultano sempre più a vantaggio della valorizzazione di un prodotto di rilievo, soprattutto in relazione alla riduzione sia delle emissioni di CO2 (rispetto ai combustibili tradizionali liquidi), sia delle polveri sottili e di sostanze dannose per la salute umana rispetto ai combustibili solidi. In tal senso va evidenziata l’attenzione che le imprese del settore stanno ponendo allo sviluppo delle produzioni di bio- GPL e di altre sostanze rinnovabili (come ad esempio il dimetiletere) che possono essere utilizzati in purezza (come il bioGPL) o in miscela con il GPL tradizionale.

GPL AUTOTRAZIONE

Anche nel 2022 si registra un trend positivo nelle immatricolazioni a GPL (+10,2%), mentre per i veicoli convertiti si registra una flessione di circa il 19,5%. A tale proposito, l’Associazione ha avanzato alle Istituzioni una specifica proposta finalizzata all’introduzione di incentivi per la conversione a gas dei veicoli circolanti (classificati da Euro 4 ad Euro 6), al fine di valorizzare le positive ricadute in termini ambientali ed economici sul comparto industriale e sul tessuto sociale.
Nel 2022, anche la rete di rifornimento ha segnato una crescita (oltre 4.560 punti vendita), confermandosi un asset strategico per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore dei trasporti, essendo già pronta e disponibile per accogliere carburanti bio (bioGPL ed il bioGNL) e rinnovabili (dimetiletere), in grado di attivare - al contempo - importanti sinergie industriali in ottica di economia circolare. Per quanto riguarda la disponibilità di prodotti bio e rinnovabili, particolarmente significativa risulta la proposta avanzata dall’Associazione alle Istituzioni competenti per la definizione di un apposito fondo per lo sviluppo dei gas liquidi rinnovabili.
Di particolare rilievo risulta anche lo studio – attualmente in corso – commissionato ad Innovhub ed al Politecnico di Milano per la valutazione, in un’ottica LCA, degli impatti ambientali di una miscela composta per il 60% da GPL, 20% da bioGPL e 20% da dimetiletere rinnovabile.

GNL

L’Osservatorio sulla filiera degli usi finali di REF-E mostra come nel 2022, rispetto al primo semestre del 2021, la richiesta di GNL si sia ridotta di oltre il 28%. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, nel periodo si registra un calo nelle immatricolazioni dei camion alimentati a GNL, nonostante la flotta circolante risulti in aumento, con una consistenza pari ad oltre 4600 unità. A fronte di questa situazione l’Associazione ha lavorato per l’introduzione di un credito d’imposta del 20% sugli acquisti di GNL (misura entrata in vigore a marzo del 2022 ma resa operativa solo nel mese di giugno 2023) e ha sottoposto alle Istituzioni la richiesta di una riproposizione anche per il 2023 dell’agevolazione.
Per contro, l’infrastruttura di distribuzione continua a mostrare una certa dinamicità, registrando un aumento dei punti vendita per il rifornimento di mezzi pesanti, pari a 140 stazioni di servizio, ai quali vanno aggiunti ulteriori 12 depositi per il rifornimento di mezzi leggeri. Si registra una forte espansione dei depositi asserviti a reti canalizzate, pari a 88 unità (+37 nel corso dell’anno). Si registrano incrementi anche tra i depositi asserviti alle utenze offgrid, pari a 48 unità.
Nel 2022 si conferma l’interesse da parte dei diversi stakeholder allo sviluppo del GNL quale soluzione alternativa per il settore navale, già pronta e disponibile. In questo senso, Assogasliquidi sta continuando a lavorare proponendo apposite iniziative finalizzate allo sviluppo del bunkeraggio marittimo a GNL, sia come carburante per la navigazione che come soluzione per i servizi energetici a bordo della nave.
In tale ottica, va ricordata l’importante spinta agli investimenti rappresentata dal Fondo complementare al PNRR e dallo stesso PNRR, strumenti che hanno già allocato risorse per la crescita dell’infrastruttura di approvvigionamento, per la costruzione di bettoline per il rifornimento delle navi, e per l’acquisto di nuove unità navali alimentate a GNL e bioGNL.

assogasliquidi.it

SERVIZI ALL'INDUSTRIA CHIMICA

IL SETTORE

Molti sono i servizi fondamentali per i quali l’industria chimica si deve appoggiare a partner esperti ed affidabili, con conoscenze specifiche sul settore.
Le imprese chimiche si affidano a personale interno caratterizzato da competenze e multidisciplinarietà, ma hanno anche necessità di appoggiarsi a professionisti esterni che offrono servizi su specifiche aree. Consulenti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, operatori specializzati nel trasporto di merci pericolose, esperti nella gestione delle emergenze ambientali, laboratori di analisi, fornitori di servizi per la gestione dei rifiuti, società che si occupano di bonifiche ambientali, esperti che supportano le imprese nell’adempimento della legislazione sui prodotti chimici (Regolamenti REACH e CLP in primis).

L’industria chimica gestisce, infatti, prodotti e processi produttivi molto complessi, che richiedono lungo l’intero ciclo di vita procedure altamente specializzate dal punto di vista della sicurezza, della tutela della salute e degli impatti ambientali.
Dalle prime fasi della progettazione, prodotti e impianti hanno peculiarità che devono essere gestite integrando molteplici competenze e professionalità: servono conoscenze tecnico scientifiche, ma anche una approfondita e sempre aggiornata conoscenza del della normativa applicabile ad ogni singolo settore produttivo, conoscenza delle filiere e adeguate valutazioni sulla logistica, per citare le principali.

L’ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE

Partecipando alle attività di Federchimica, tali imprese di servizi hanno la possibilità di vivere le evoluzioni dell’industria chimica e delle complesse normative che ne regolano l’attività, portando anche la propria esperienza nei tavoli di lavoro con le imprese e con le autorità, con l’obiettivo comune di identificare le criticità e proporre possibili soluzioni.

Tante sono le novità normative che investiranno il settore Chimico nei prossimi anni: l’Europa sta portando avanti la revisione di provvedimenti centrali come i Regolamenti REACH e CLP, la Direttiva sulle Emissioni industriali (IED), le Direttive su rifiuti e imballaggi, solo per citarne alcuni.
La Direttiva sul Corporate Sustainability Reporting, pubblicata a dicembre 2022, porta con sé nuovi obblighi normativi per oltre 50.000 imprese in Europa, che dovranno attrezzarsi per la misurazione e la rendicontazione delle proprie performance in termini di impatti ambientali, sociali e di governance. Inoltre, le società di servizi per l’industria chimica vivranno questi cambiamenti insieme ai propri clienti; l’opportunità di approfondirne insieme la genesi e l’evoluzione, con uno sguardo al futuro può, dunque, costituire un fattore di successo per lo sviluppo di prodotti e iniziative in linea con gli orientamenti dettati delle nuove normative e con l’evolversi delle esigenze del mercato.

aispec.it


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